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le domande dei lettori
 

 

Francobollo o marca e di quale paese?

Buongiorno Roberto,

vorrei sapere se si tratta di un francobollo o una marca e non comprendo di quale paese sia, qualcuno mi può aiutare, per favore?

Tiziano

RISPONDE MICHELE CASO

A proposito della domanda di Tiziano nell'ultimo numero del Postalista.

Non è né l'uno né l'altra: o viene da una "posta dei bambini" o, più probabilmente, è una vignetta, forse facente parte di una serie dedicata ai militari dell'Impero Giapponese.
Il personaggio illustrato è Michitsura Nozu. un generale dell'Esercito, eroe della guerra russo-giapponese.
I caratteri 玩弄 , nei due circoletti ai lati dell'effigie significano "giocattolo" o qualcosa del genere.

PS: Non conosco il giapponese: ho postato l'immagine su un forum con molti iscritti giapponesi ed ho avuto subito questa risposta.



Il timbro di arrivo sulle corrispondenze

Ciao Roberto.
Questa settimana, riordinando alcune buste abbastanza recenti regolarmente affrancate, viaggiate e recapitate, ho notato che in molte di esse non c’è il timbro di arrivo delle Poste del luogo di destinazione,
timbro che spesso veniva messo sul retro della busta.
Allora mi è sorto questo dubbio: ma il timbro di arrivo veniva sempre messo? Se sì, nel periodo di Italia Repubblica, fino a quando? E’ stata per caso adottata qualche norma (ed in che anno) che abbia eventualmente eliminato questa prassi?

Saluti.

Massimo Curreli.

RISPONDE NICOLA LUCIANO CIPRIANI

Il timbro di arrivo sulla corrispondenza era prassi che è cessata intorno al 2003. Non c'è stata alcuna comunicazione ufficiale da parte di Poste Italiane, ma la "necessità" era scaturita dal fatto di mantenere riservato il ritardo delle consegne. Infatti nei primi 2-3 anni di servizio prioritario il timbro di arrivo era sempre apposto; da quando però poteva emergere che i dati reali non potevano corrispondere al capitolato di poste in merito a questo servizio, è stato deciso di omettere la dichiarazione della data di arrivo per evitare lamentele e polemiche da parte degli utenti. Lo stesso vale per le raccomandate per le quali però chi le ritira può pretendere il bollo di arrivo se mancante. Oggi il servizio raccomandate è leggermente più celere rispetto al passato e si trova spesso anche il timbro di arrivo.
Concludendo quindi prime del 2003 circa, la mancanza del timbro di arrivo poteva essere casuale, dopo tale data è la regola.
Cordiali saluti.

Luciano

 

il Kaiser e Jerusalem

Buongiorno,
mi ha incuriosito la cartolina di cui accludo foto in allegato. Nell'illustrazione si osserva una veduta di Gerusalemme con un cartiglio che mostra il Kaiser Germanico. Che c'entra la Germania dell'epoca con Gerusalemme? Poi nel retro vedo un'affrancatura con francobollo Turco e annullo bilingue "Jerusalem", anche qui che relazione c'è con il Kaiser?
Grazie mille per una cortese risposta.
Alfredo Garbarino


RISPONDE LAURENT VEGLIO

Dal 29 ottobre al 4 novembre 1898, l’imperatore tedesco Guglielmo II effettuò un viaggio diplomatico in Palestina. Viaggio a scopo religioso… e anche politico !
Si proponeva di visitare la Terra Santa ed i suoi siti archeologici e di affermare l’interesse dell’Impero tedesco con l'interesse di sviluppare le suoi relazioni coll’Impero ottomano.
Fu un viaggio molto pubblicizzato perché l’imperatore voleva dargli la maggior rilevanza politica possibile: cortei, ceremonie, ecc. il tutto con un corteggio imponente e sfarzoso !
Anche la filatelia fu mobilitata con delle cartoline illustrate.
L’annullamneto qui proposto è il normale bollo dell’ufficio ottomano di Gerusalemme.
Questo argomento sarà trattato in un articolo della rubrica "STORIE POSTALI" prossimamente (per Natale e comprenderete perché…) !!!

RISPONDE ANDREA BIZIO GRADENIGO

La scritta che appare nel cartiglio della cartolina mostrata dal lettore "Völker Europas, wahret Eure heiligsten Güter" (che significa pressapoco "Popoli d'Europa proteggete i vostri tesori più sacri") è una frase/slogan che coniò l'Imperatore Guglielmo II (nella cartolina c'è anche il facsimile della sua firma sotto la frase). Divenne il titolo di un quadro che il pittore Hermann Knackfuß (1848-1915) dipinse seguendo uno schizzo eseguito dallo stesso Guglielmo II, quadro che venne donato nel 1895 dall'Imperatore allo zar Nicola II.
Il quadro, fortemente allegorico, voleva richiamare la necessità di una coalizione dei popoli cristiani nei confronti del pericolo di aggressioni cinesi e giapponesi sul confine orientale della Russia.
Ricordiamoci che solo cinque anni dopo la Germania, con altre nazioni fra cui l'Italia, fu impegnata nel corpo di spedizione contro la rivolta dei Boxer.
La frase divenne così famosa da essere usata in generale come affermazione della supremazia delle nazioni cristiane europee.

A titolo di curiosità, ho trovato online una cartolina di produzione russa che riproduce il dipinto in questione (l'allego): San Michele, con una spada fiammeggiante, patrono dei tedeschi, addita il nemico da sconfiggere ad un gruppo di Valchirie che rappresentano i popoli d'Europa. Sulla destra si addensano nubi e fiamme su un panorama attraversato da un fiume europeo: la tempesta ha origine da una sagoma di Buddha (il pericolo giallo, dell'idolatria asiatica) avvolto dalle fiamme. Le Valchirie, da destra a sinistra, simboleggiano la Francia (rappresentata dalla Marianna), l'Impero Germanico (la Germania), la Russia, l'Austria, l'Italia, l'Inghilterra (Britannia) mentre l'ultimo personaggio a sinistra non è stato identificato. Sopra di loro splende la Croce del Cristianesimo.

Un cordiale saluto
Andrea


 

sigilli in ceralacca in attesa di una risposta

Caro Monticini,

Avrei bisogno che tu facessi girare quanto qui appresso scritto e raffigurato nella speranza che qualcuno possa fare chiarezza. Non ha rilevanza la riproduzione dei frontespizi. Ti ringrazio per quanto potrai fare.
Italo Robetti


Sul retro della soprastante lettera del febbraio 1729 e sulle due precedenti dell’ottobre 1728, tutte provenienti da Londra e indirizzate al Direttore Generale delle Poste del Piemonte signor De Caroli a Torino, appaiono, sopra il sigillo a secco con lo stemma dei Seyssel, il cui marchese era l’ambasciatore scrivente, sigilli con evidenti figure umane su ceralacca nera.

Una di questa è suggestiva per la futura e ben nota “semeuse” (seminatrice) francese.

Non parendo sigilli apposti dal mittente, che significato potevano avere?
Dove venivano apposti?
Le lettere erano state aperte e richiuse per motivi sanitari?
Servivano come controlli?
C’è qualcuno che ne sa qualcosa?


 

 

 

Prigioniero di guerra del 1918 a Caporetto: cosa significa la "J"?

Caro Roberto,
essendo alle prese con una ricerca su un prigioniero italiano nella prima guerra mondiale ti invio in allegato il recto di alcune cartoline spedite nei primi giorni del 1918 con una ben visibile "J" stampigliata in violetto con un timbro di gomma. Mentre tutti gli altri annulli hanno un'origine e una finalità ben chiara e conosciuta di quella J non riesco proprio a capire il significato nè a trovarne traccia. Che io sappia, la J fu usata, ma dopo il 1935, per identificare le persone di origine ebraica e non credo che gli austriaci nel 1918 la usassero con la stessa accezione anche perchè non mi risulta che il tenente prigioniero fosse di religione ebraica. Inoltre mi risulta usata tre volte su tre cartoline dello stesso prigioniero, fino alla fine di febbraio dello stesso anno ma solo in quel campo. infatti la lettera scompare dopo il suo trasferimento ad Horowitz e dopo a Mauthausen. Ultima notazione, il nostro fu catturato da ferito durante la rotta di Caporetto. Grato per la tua attenzione e per l'aiuto invio un cordiale saluto
Giuseppe PREZIOSI




RISPONDE SERGIO MENDIKOVIC

cerco di dare una risposta alla domanda dell’amico Preziosi, abbiamo speso ore a darci una spiegazione di questo timbro ”J”.
Una risposta plausibile potrebbe essere la seguente: “il campo di prigionia è HEINRICHSGRUN (dizione corretta rispetto allo scritto del Nostro tenente, come da immagine reperita su delcampe.net). Tale nome è la traduzione in tedesco della cittadina boema di Jindřichovice (boemia occidentale, regione di Carlsbad, distretto di Sokolov). Fu sede di un campo di prigionia ove erano presenti anche soldati italiani, migliaia perirono tra stenti e malattie. Quindi il timbro “J” potrebbe essere stato utilizzato in fureria atto ad identificare il luogo ove era il campo di prigionia esprimendolo in ceco".

http://it.wikipedia.org/wiki/Jind%C5%99ichovice_(Karlovy_Vary)
http://en.wikipedia.org/wiki/Jind%C5%99ichovice_(Sokolov_District)
http://www.austro-hungarian-army.co.uk/powcamps.htm

Sergio


 

 

 

L + T/10 D è una annotazione postale?

 

Ciao Roberto,

ne approfitto per chiederti se,quell' L + T/10 D è di origine postale? buona giornata.
pier

RISPONDE FRANCESCO LURASCHI:

La cartolina postale in questione sembra in regola con la tariffa da cent.10. Tra l'altro, e non penso di sbagliarmi, eventuali tassazioni venivano siglate a penna (per esempio nel caso che si scrivesse anche sul frontespizio) e poi ufficializzate con segnatasse adesivi.
Quindi l'annotazione PENSO non sia postale.

RISPONDE FRANCO FILANCI:

A me dice solo che è macchiata. Che poi gli impiegati postali usassero le cartoline che lavoravano per appuntarsi delle equazioni è anche possibile ma piuttosto disdicevole.

 

 

Pagata sopratassa per recapito a domicilio

Buongiorno,
sarò grato di informazioni relative all' oggetto postale (stampe) spedito in abbonamento ma con aggiunta di un Lire 20 Michelangiolesca isolato da Bergamo 15.4.65 al di sotto del quale è un timbro a tampone "Pagata sopratassa / per recapito a domicilio". Suppongo trattarsi di supplemento per recapito oggetti postali voluminosi ma mi è ignota la normativa. Certo di una esaustiva risposta ringrazio di cuore.
Cordialmente.
Carmine Criscuolo

Risponde M: COMI con l'intervento di CARMINE CRISCUOLO:

la risposta è pubblicata sul sito dell’ Associazione Collezionisti Scambisti http://acciesse.org/it/index.php di cui mi onoro essere il cordinatore. Il quesito del socio C. MARTANI in riferimento al timbro "Pagata sopratassa / per recapito a domicilio" su busta per “stampe in abbonamento” da Bergamo 15.4.65 con aggiunta di un francobollo L. 20 Michelangiolesca, ha trovato esaustiva spiegazione grazie all’ intervento di M. COMI che ringrazio di cuore lasciandogli la parola:

Ciao a tutti, innanzitutto complimenti! Davvero un bel notiziario! Per quanto riguarda il quesito irrisolto del 20 lire michelangiolesca su stampe in abbonamento di Claudio Martani posso dare un contributo. Mi sono imbattuto in qualcosa di simile un paio di anni fa e ho trovato una risposta quando sono fortuitamente riuscito a reperire un tariffario postale del settembre 1961. Il servizio di recapito a domicilio di pieghi contenenti stampe o manoscritti eccedenti il peso di 500 grammi si assolveva con il pagamento di 20 lire fino a 1000 grammi e 30 lire per pieghi con peso compreso tra i 1000 e 2000 grammi (peso massimo per cui era concesso il sevizio). Tale servizio di recapito poteva essere richiesto sia dal mittente aggiungendo il suddetto diritto alla francatura ordinaria, che dal destinatario. Si trattava di una di quelle splendide tariffe agevolate che servivano a promuovere la libera circolazione della cultura (come le tariffe agevolate per i pieghi di case editrici) . Non sono a conoscenza purtroppo di quali fossero le tariffe di questo servizio nei periodi precedenti o successivi e quando venne abolita questa voce ma molto plausibilmente la tariffa sopra citate ebbe validità dal 1960 al 31-07-1965. Quindi a mio parere nel caso in esame si tratta di un piego di stampa recapitata a domicilio pagando la tariffa di 20 lire per un piego con peso compreso tra i 500 e i 1000 grammi. Bellissimo pezzo!

Un ulteriore contributo dal socio L. POMES che ci dice:

Il DPR n.582 del 29/6/51 prevedeva alla voce n.31 "Diritto per recapito a domicilio dei pieghi di stampe o carte manoscritte eccedenti il peso di 500 grammi:

a) per ogni piego fino a 1000 grammi ..... £.20
b) per ogni piego di peso superiore ai 1000 grammi fermo il peso massimo kg.2 ......£.30

La tariffa non è più riportata nei tariffari seguenti dal 1/8/65 per cui, come arguito da M. Comi, è da intendersi abrogata.

UNA TP LABEL SCONOSCIUTA?

Ciao Roberto,
ho giusto reperito, una TP LABEL che finora non ho mai visto, tu ne hai conoscenza?
Come da figura, stasera di mando da casa quella a colori, è del tipo Pitney Bowes e nello specifico stampata direttamente sulla busta, servizio di POSTA TARGET BASIC, con un codice mediano sinistro centrale B157, tre lineette con scartamento della stampo posizione superiore (dovuta forse allo scalino del contenuto), e del costo pari ad € 0,35.
Attendendo tua risposta

Sergio Mendikovic

RISPONDE MICHELE CASO

Mi occupo delle TP labels molto alla larga, quindi le mie sono osservazioni quasi esclusivamente "visive".
Considerato che gli invii "Postatarget basic" sono spedibili o SMA (Senza Materiale Affrancatura) o già affrancati meccanicamente, questo mi fa ritenere che la macchina che ha stampato l'impronta non sia una macchina di sportello ma utilizzata o dallo speditore o da un centro di spedizioni autorizzato all'affrancatura per conto terzi, con il sistema della ricarica da remoto, quindi con macchine collegate a PI e che operano secondo le procedure di PI. Per tali affrancature viene apposta l'indicazione del tipo di prodotto e la tariffa. A confortarmi in questa supposizione c'è il fatto cha manca l'indicazione del frazionario dell'ufficio e ritengo che B157 sia l'identificativo della macchina (e allo stesso tempo dell'utente): macchina B1 della provincia di Salerno, il cui codice è appunto 57.
Sergio potrebbe investigare con lo speditore della comunicazione, se il contenuto della busta gli è accessibile, e vedere se affranca in proprio o se per le spedizioni di Postatarget si avvale di un centro di spedizioni (cosa che ritengo assai probabile, perchè postatarget affrancati sono sintomo di piccoli volumi di spedizione, che rendono troppo costoso, o addirittura impossibile, l'accesso alle spedizioni SMA e poco probabile l'uso di una affrancatrice meccanica in modalità a ricarica remota (Affrancaposta, nella terminologia del marketing di PI).
L'interruzione e spostamento delle barre verticali sono un tipico problema delle stampanti che operano a velocità relativamente elevate: anche la mia HP K8600 in modalità "fast" spezza le verticali in una serie di tratti spostati sia pure di poco, mente in modalità "best" fa righe verticali perfette.


Quali letture per studiare l'arte del francobollo ?

Gentili responsabili del Postalista,

mi chiamo Andrea, sono uno studente del Biennio in Comunicazione, Design ed Editoria dell’Isia di Urbino. Sto svolgendo alcune ricerche riguardo la progettazione grafica dei francobolli e sui progettisti/incisori/artisti di francobolli in Italia e nel mondo. Mi chiedevo se potevate indicarmi una serie di letture, pubblicazioni, libri, articoli o siti internet specifici per approfondire l'argomento.

Grazie per gentile la collaborazione,

Andrea

RISPONDE FRANCO FILANCI

Caro Andrea,
sono Franco Filanci e sia come presidente dell'Accademia Italiana di Filatelia e Storia Postale, sia come autore di oltre 400 francobolli e interi postali per le poste italiane e soprattutto per San Marino, sia come scrittore di cose filateliche, le assicuro che esiste ben poco sull'argomento che vuole approfondire.
A parte il fondamentale saggio di Federico Zeri I francobolli italiani, grafica e ideologia dalle origini al 1948 (il Melangolo, Genova 1993), estratto dalla sua Storia dell’Arte edita da Einaudi, posso citarle solo il volume L'arte del francobollo, dedicato a Corrado Mezzana, in cui sono riprodotte tutte le opere postali, edito dall'Amministrazione PT nel 1990, che curai insieme a sua figlia Lucia Mezzana Zilli, in cui figurano alcuni scritti, purtroppo datati, del Mezzana. Vi è inoltre un mio saggio su Francesco Paolo Michetti "artista postale", con i suoi vari bozzetti di cui uno solo diventato francobollo nel 1905, pubblicato su Storie di Posta n. 4 nuova serie e tuttora disponibile presso l'editore (www.unificato.it). E anche all'estero mi risulta praticamente nulla sugli aspetti progettuali e grafici del francobollo.
Purtroppo nessuno, a parte Zeri, ha mai trattato l'argomento. E penso che d'altra parte valgano per il francobollo le tecniche di comunicazione, creative e di grafica utilizzate (o che dovrebbero essere utilizzate, lo dico per esperienza) in tutti i settori, dalla pubblicità alle confezioni e all'editoria, tenendo ovviamente conto delle necessità specifiche del francobollo: formato ridotto, leggibilità delle diciture, immediata comprensibilità del messaggio o della celebrazione, spazi e/o colori che rendano ben visibile l'annullo. Io vi ho portato la mia esperienza di creativo pubblicitario, iniziata come copywriter e sceneggiatore/visualizer degli spot cinetelevisivi (compresi i caroselli Paulista, Philco, Peroni e tanti altri) e poi come art director in una mia agenzia, sempre con clienti a livello nazionale. E qualche soddisfazione ai miei Clienti filatelici (e a me stesso) penso di averla data.
Spero di averla se non aiutata almeno intrigata. Il mondo ha bisogno di creatività, anche in filatelia.
Cordialmente, e con molti auguri


Fede di SanitA' di.....


Roberto, carissimo, vengo a chiedere il tuo aiuto per cercare di leggere la "Fede di Sanità di.....", ho provato anche con internet, inserendo diversi comuni, anche Danta di Cadore ma non ne sono sicuro.
Speriamo che qualche amico possa darmi una dritta....ne ho bisogno per catalogare il materiale inerente la "Sanità" in mio possesso....
Nel ringraziarti anticipatamente ti porgo distinti saluti.

Luigi De Felice

*****

risponde Francesco LURASCHI:

Aiuto volentieri il lettore, che saluto, dicendogli che la sua fede di sanità era stata rilasciata dall'arciprete di Tombazosana (di Ronco d'Adige) a "Bernardin Dal Degan pastor de Galio" che voleva tornare col gregge nell'altopiano dei Sette Comuni.

 


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