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Quando a Mantova la posta viaggiava anche con i tram a vapore bollo "CASSETTE POSTALI SUI TRAM" |
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Sergio Leali | |||||||||||||||||||||||||||
L’argomento del quale voglio trattare va anzitutto contestualizzato nell’ambito dei collegamenti ferroviari interessanti Mantova e il suo territorio nella seconda metà dell’Ottocento.
La prima tratta, la Mantova-Montichiari, fu inaugurata il 19 aprile 1886 e, collegandosi con la già realizzata linea che partiva da Brescia, permetteva il collegamento fra le due città. Nel 1886 venne poi inaugurata la linea Mantova-Viadana e nell’anno successivo la Mantova-Asola, entrambe affidate alla ditta Valentini-Mazzorin. La stazione di queste ultime era posta nei pressi di Porta Pradella. che, come l’altra, fu demolita negli anni Trenta del secolo scorso.
Praticamente buona parte dei principali paesi della provincia si trovarono così collegati con la città dal tram che costituiva per moltissime persone l’unico mezzo per raggiungerla. La linea Mantova-Viadana si può considerare sotto vari aspetti la più importante, infatti presso la stazione di Ponte Maiocche, vicino a Sabbioneta, si congiungeva con la rete tramviaria cremonese, a sua volta collegata con quella che arrivava fino a Treviglio e a Milano. La velocità che queste locomotive potevano raggiungere era molto modesta: infatti per percorrere i circa 70 km tra Mantova e Brescia il tempo impiegato era di circa quattro ore e mezza; per raggiungere Ostiglia e Viadana da Mantova (distanti rispettivamente circa 35 e 40 km) occorrevano due ore e mezza mentre circa mezz’ora in meno si impiegava per raggiungere Asola (38 km).
Nel 1911 si realizzò la linea Castiglione delle Stiviere-Desenzano consentendo così ai mantovani di raggiungere con relativa facilità il Lago di Garda.
La Legge che regolava la concessione delle tramvie a trazione meccanica pubblicata nella “Gazzetta Ufficiale del Regno” il 2 gennaio 1897 - n. 1, l’art. 45, prevedeva: «Concessionari delle ferrovie economiche e di tramvie saranno obbligati al trasporto e scambio gratuito delle corrispondenze postali, ed a fare eseguire dai loro agenti, direttamente col personale dell’amministrazione delle poste, il ricevimento e la consegna di esse nelle singole stazioni. Lo stesso obbligo avranno per i pacchi postali, mediante il corrispettivo di centesimi otto per pacco fino a tre chilogrammi; e di centesimi dodici per pacco fino a cinque chilogrammi. Quando sia aumentato il limite massimo del peso attualmente ammesso pei pacchi postali, detto corrispettivo sarà aumentato di centesimi due per ogni chilogramma in più, senza pregiudizio delle speciali convenzioni attualmente esistenti». Quindi i tram dovevano essere utilizzati anche per trasportare e consegnare la corrispondenza e i pacchi. Quello che contraddistingue i tram del Mantovano, come del resto accadeva su alcuni treni, è che sulla fiancata di una carrozza vi era una cassetta nella quale si poteva imbucare la corrispondenza. All’arrivo a Mantova veniva messa in un sacco e affidata ad un incaricato che la consegnava all’ufficio postale della città dove veniva apposto il particolare bollo rettangolare ad angoli arrotondati racchiudente la scritta, su due righe, “CASSETTE POSTALI - SUI TRAM”.
Oltre a tale indicazione priva di riferimenti a località e a data, si apponevano i regolamentari bolli in uso in quel periodo e cioè il cosiddetto bollo “tondo riquadrato”, il cerchio piccolo e quello con lunette vuote. Dall’esame di un buon numero di lettere e cartoline, tutte provenienti da paesi del Mantovano, si può senza dubbio affermare che fu apposto quel tipo di bollo presso le poste di Mantova in quanto su di esse non compaiono altri timbri se non quelli della località di arrivo. Una conferma la si ha anche dal colore dell’inchiostro che risulta sempre identico per entrambi i bolli. Nonostante le numerose ricerche e richieste di informazioni presso gli archivi delle Poste di Roma e di Mantova, delle Amministrazioni Provinciale e dei Comuni interessati da questo servizio, non è emerso da chi esso sia stato fornito e di conseguenza non si hanno notizie certe sulle date di utilizzo. Si può supporre quindi che esso sia stato realizzato per iniziativa della Direzione delle Poste di Mantova. Non sono ovviamente note raccomandate recanti il bollo, in quanto non era previsto questo servizio che richiede il rilascio di una ricevuta; sono invece noti alcuni espressi che posso senz’altro affermare costituiscono una vera rarità. Per quanto riguarda la tipologia si constata che ne esistono due tipi che si differenziano per pochissimi dettagli. Il più evidente è la linea curva verticale di sinistra che risulta più o meno arrotondata. La lunghez-za dei rettangoli è in uno di mm 53,5, nell’altro di un millimetro in meno. La scritta “CASSETTE POSTALI” è della stessa lunghezza mentre di pochissimo più corta risulta quella: “SUI TRAM”. Sono modeste ma significative differenze che consentono di affermare che si tratta senza dubbio di due timbri differenti. I caratteri tipografici non mostrano significative differenze. I due bolli, per quanto ho potuto constatare, furono usati contemporaneamente, anche se il primo è di più facile reperibilità.
Sergio Leali |