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IL FAVOLOSO DESTINO DI GIUSEPPE RAFFO! |
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ossia: storia vera di un figlio di schiavo diventato ricchissimo imprenditore e ministro |
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Ecco una prima lettera del 1829 partita da Genova e diretta al nostro uomo (affidata verosimilmente ad un passeggero o al capitano della nave), sembra un oggetto qualsiasi… La seconda, da Livorno, ci informa di più: il mittente aggiunge nella soprascritta, segr(etar)io di S(on) A(ltesse) il Bey... La nostra storia si svolge dunque nella Tunisia del secolo XIX°, territorio sotto sovranità del sultano ottomano d'Istanbul, ma di fatto autonomo sotto l'autorità di un «Bey»... Apriamo un atlante dell'epoca, quello napoletano di Benedetto Marzola (edizione 1849), che ci precisa la situazione alla pagina "Stato di Tunisi".
Giuseppe Raffo nacque a Tunisi nel 1795. Suo padre, Giovanni Battista, era stato catturato nel 1770, dai corsari barbareschi quando era ancora ventenne. Affrancato, era rimasto a Tunisi, ammesso alla corte del Bey come maestro-orologiaio e interprete per conto del sovrano tunisino Mahmud Bey (1814-24).
Era un'abitudine, per i Bey, di circondarsi di sudditi europei, italiani in particolare, dal secolo XVII°: medici (il genovese Mendrici, il napoletano Ronchi), tecnici. Husayn Bey (1824-35) aveva perfino per « bachi-mamlûk » (capo dei soldati d'élite) il siciliano Giovanni Certa che sposò una delle sue sorelle. Il nostro Giuseppe, dunque introdotto alla corte del Bey dal suo padre Giovanni, diventò interprete poi segretario per le corrispondenze del sovrano. La soprascritta di questa seconda lettera sembra allora più chiara. Sua sorella, Elena Grazia, si maritò con Mustafa Bey (1835-37): Raffo ne diventò allora il cognato, e poi «zio» del suo successore Ahmad Bey (1837-55): il quale lo prese come consigliere e «ministro» degli Esteri. E per esempio, quando il Bey intraprese un viaggio diplomatico in Europa nel 1846, Raffo lo accompagnò In quanto interprete e consigliere, Raffo aveva una forte influenza presso il sovrano: faceva da intermediario tra il Bey e gli ambasciatori europei e statunitensi, contribuendo in tal modo anche al rimodernamento del paese.
Dobbiamo ricordare che l'italiano era diventato la lingua diplomatica del governo del Bey: nel 1846, a Parigi, Ahmad Bey parlava col re francese Louis-Philippe… in italiano: sola lingua che i due sovrani avevano in comune! La posizione politica del nostro Raffo gli acconsentì di sviluppare fruttuosi affari commerciali : tonnare, minieri, olio, trasporti marittimi… diventò cosi ricchissimo. Sviluppò anche attività filantropica a favore della comunità cattolica di Tunisi (feci trasformare l'ex-ospedale dei Trinitari in una nuova chiese, ecc.) e del paese del suo padre, Chiavari. Ricevette infine numerose decorazioni dai governi europei, in quanto serviva come intermediario tra governo tunisino ed interessi europei, favorendo la loro penetrazione: Ordine Napoletano nel 1833, la Légion d'Honneur francese nel 1836, poi diventò cavaliere dell'Ordine di san Gregorio (Pontificio), di san Maurizio e san Lazzaro (Sardegna); ottenne anche il titolo di conte sabaudo nel 1851. Dopo gli anni 1855/59, coi sovrani successori di Ahmad Bey, Raffo perse la sua influenza politica, ma rimase un notevole imprenditore. Quando morì nel 1862 a Parigi, i figli ne continuarono l'opera. Rammentiamo che nel 1881 la Tunisia sarebbe diventata un protettorato francese. FONTI Per il contesto politico e culturale (tutti libri accessibili su GoogleBooks)
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