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SCRIVERE NEL BASUTOLAND NEL 1863…

Sulle tracce di un missionario francese nel Lesotho

La lettera cui proponiamo oggi la disamina per la nostra centesima “storia postale” ci porta in un piccolo paese africano, il Basutoland, proprio rarissimo nelle destinazioni postali che possiamo incontrare in questa metà dell’Ottocento…

Fig.1- Il Basutoland è quasi circondato dall'avanzare territoriale
degli Inglesi che stanno costituendo la loro colonia del Capo di Buona Speranza
(cerchi successivi di colore verde) dal Sud, e dei Boeri che si sono sistemati
più a Nord con i Stati dell’Orange e del Transval (in arancio).

Questo piccolo regno (fig.1), governato dal re Moshesh (fig.2), si estende sul territorio dell’odierno Lesotho e ha accolto a partire dal 1830 missionari protestanti francesi sulla direzione di Eugène Casalis (fig.3).

Fig. 2- Il re Moshesh fotografato
nel 1860 all’occasione del viaggio
di uno dei figli della regina Vittoria,
il principe Alfred [1]
Fig.3 – Eugène Casalis è rimasto
nel Lesotho dal 1833 al 1855 [2]

La nostra lettera non può essere direttamente indirizzata a Jean-Daniel Keck, uno dei 15 missionari francesi che accompagnano Eugène Casalis alla corte del re Moshesh, perché non esistono collegamenti postali diretti tra Francia e Basutoland. Bisogna dunque ricorrere a due intermediari, un primo nella colonia inglese del Capo, poi un secondo nello Stato libero dell’Orange dove si pensa di trovare J.D. Keck:

Rev. J.D. Keck french missionary
Basutoland [Bethleheme]

Adr. C.E. Fichardt Esqre
Bloemfontein

Care of John Elgine
Longer Market Street
Cape Town
South-Afrika

Proviamo ora a seguire la nostra lettera attraverso tre percorsi…

1. Raggiungere il capo di Buona Speranza dalla via di mare…

E’ la parte del percorso più semplice! Dal mese di settembre 1857, la compagnia inglese Union Steam Ship Co (fig.4), che riceve una sovvenzione di 33.000 £ dal governo britannico, collega Southampton e Cape Town in 42 giorni di navigazione [3]: imbarcata a bordo dello steamer “Briton” il 6 febbraio 1863 [4], la nostra missiva è stata sbarcata in Africa del Sud il 12 marzo (fig.5).

Fig. 4 – Il vapore “Phoebe”, uno dei piroscafi dell’Union Line
(National Maritime Museum of Greenwich)

Fig. 5 – Il datario apposto in arrivo a tergo della nostra lettera.


2. Attraversiamo la colonia del Capo

Arrivata a Cape Town, la nostra lettera deve allora percorrere 540 miles fino al confine tra Cape Colony e Stato libero dell’Orange, cioè un migliaio di chilometri. Occorrono 10 a 12 giorni per varcare i rilievi e raggiungere Colesberg, ultima città inglese prima di entrare sul territorio dei boeri (fig.6).

La documentazione cha abbiamo consultata [5] testimonia della sfida che costituisce il trasporto della posta in questa epoca e in questa regione del mondo (fig. 7, 8 e 9): brutto tempo, strade impraticabili per le terribili piogge diluviane, e talvolta ostilità degli indigeni…


3. Siamo arrivati nello Stato dell’Orange…

Per capire la situazione, apriamo un atlante, The Royal Atlas of Modern Geography pubblicato a Londra nel 1861. Alla pagina 38 troviamo una cartina della regione con molti particolari. Abbiamo localizzato in rosa gli uffici postali inglesi, in verde gli uffici boeri e in giallo Thaba Bosigo, capoluogo del Basutoland e residenza del re Moshesh. La stella verde identifica la missione protestante di Bethlehem dove si pensava che abitasse J.D. Keck:


Ma, come lo vediamo sulla soprascritta, Keck non è più a Bethlehem ma a Thaba Bosigo, nel Basutoland. Qualcuno, forse già a Bloemfontein, o in arrivo a Bethlehem, ha cancellato il nome della missione e precisato la destinazione finale:

A Bloemfontein, C.E. Fichardt ha dovuto pagare 6 pence al postino, tariffa di una lettera estera trasmessa dalla colonia del Capo [6].

Per quanto riguarda l’ultimo tratto, sul territorio del Lesotho, la missiva è stata affidata a un pedone come si usava fare per inoltrare le pochissime lettere che si scambiavano fra missionari e madrepatria…




NOTE

Quest’articolo è la breve sintesi di uno studio che abbiamo pubblicato, nel mese di gennaio 2025, nella rivista della Académie de Philatélie. Chi legge il francese e vuole consultare l’articolo originale può cliccare sul link:
https://www.academia.edu/127533471/

1. The Progress of His Royal Highness Prince Alfred through the Cape Colony, British Kafraria, the Orange Free State and Port Natal in the Year 1860, Saul Salomon editore. E’ un resoconto di 180 pagine con 17 fotografie originale. Quest’opera è il primo libro sud-africano dell’800 con riproduzione di fotografie.

2. Eugène Casalis, My life in Basuto Land: a Story of a Missionary Enterprise in South Africa, Religious Tract Society, 1889.

3. Philip Cattell, The Union Castle Ocean Post Offices, volume 3 della British Maritime Postal History, Proud-Bailey, sd.

4. Partenza comunicata dal giornale francese Le Temps nella sua edizione del 5 février 1863.

5. Manual of South African Geography, Cape Town, 1859; il lavoro di ricerca di Pauw Steyl sulla creazione e la gestione dell’ufficio postale di Ladismith nella rivista sud-africana The South African Philatelist, 06 et 12.2018; l’edizione del 1° febbraio 1860 del giornale inglese Cape and Natal News. Una delle ultime sintesi sulla posta nella colonia del Capo è il libro di Brian Trotter pubblicato nel 2016 dalla Royal Philatelic Society London.

6. Ringraziamo Mike Smith (FRPSL), presidente del Orange Free State Postal Study Circle, per averci spiegato come circolavano le lettere nello stato dell’Orange a questa epoca.

Laurent Veglio
19-03-2025