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SCRIVERE NEL BASUTOLAND NEL 1863… Sulle tracce di un missionario francese nel Lesotho |
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La lettera cui proponiamo oggi la disamina per la nostra centesima “storia postale” ci porta in un piccolo paese africano, il Basutoland, proprio rarissimo nelle destinazioni postali che possiamo incontrare in questa metà dell’Ottocento…
Questo piccolo regno (fig.1), governato dal re Moshesh (fig.2), si estende sul territorio dell’odierno Lesotho e ha accolto a partire dal 1830 missionari protestanti francesi sulla direzione di Eugène Casalis (fig.3).
La nostra lettera non può essere direttamente indirizzata a Jean-Daniel Keck, uno dei 15 missionari francesi che accompagnano Eugène Casalis alla corte del re Moshesh, perché non esistono collegamenti postali diretti tra Francia e Basutoland. Bisogna dunque ricorrere a due intermediari, un primo nella colonia inglese del Capo, poi un secondo nello Stato libero dell’Orange dove si pensa di trovare J.D. Keck:
Proviamo ora a seguire la nostra lettera attraverso tre percorsi… 1. Raggiungere il capo di Buona Speranza dalla via di mare… E’ la parte del percorso più semplice! Dal mese di settembre 1857, la compagnia inglese Union Steam Ship Co (fig.4), che riceve una sovvenzione di 33.000 £ dal governo britannico, collega Southampton e Cape Town in 42 giorni di navigazione [3]: imbarcata a bordo dello steamer “Briton” il 6 febbraio 1863 [4], la nostra missiva è stata sbarcata in Africa del Sud il 12 marzo (fig.5).
2. Attraversiamo la colonia del Capo Arrivata a Cape Town, la nostra lettera deve allora percorrere 540 miles fino al confine tra Cape Colony e Stato libero dell’Orange, cioè un migliaio di chilometri. Occorrono 10 a 12 giorni per varcare i rilievi e raggiungere Colesberg, ultima città inglese prima di entrare sul territorio dei boeri (fig.6).
La documentazione cha abbiamo consultata [5] testimonia della sfida che costituisce il trasporto della posta in questa epoca e in questa regione del mondo (fig. 7, 8 e 9): brutto tempo, strade impraticabili per le terribili piogge diluviane, e talvolta ostilità degli indigeni…
Ma, come lo vediamo sulla soprascritta, Keck non è più a Bethlehem ma a Thaba Bosigo, nel Basutoland. Qualcuno, forse già a Bloemfontein, o in arrivo a Bethlehem, ha cancellato il nome della missione e precisato la destinazione finale: A Bloemfontein, C.E. Fichardt ha dovuto pagare 6 pence al postino, tariffa di una lettera estera trasmessa dalla colonia del Capo [6]. NOTE Quest’articolo è la breve sintesi di uno studio che abbiamo pubblicato, nel mese di gennaio 2025, nella rivista della Académie de Philatélie. Chi legge il francese e vuole consultare l’articolo originale può cliccare sul link: 1. The Progress of His Royal Highness Prince Alfred through the Cape Colony, British Kafraria, the Orange Free State and Port Natal in the Year 1860, Saul Salomon editore. E’ un resoconto di 180 pagine con 17 fotografie originale. Quest’opera è il primo libro sud-africano dell’800 con riproduzione di fotografie. 2. Eugène Casalis, My life in Basuto Land: a Story of a Missionary Enterprise in South Africa, Religious Tract Society, 1889. 3. Philip Cattell, The Union Castle Ocean Post Offices, volume 3 della British Maritime Postal History, Proud-Bailey, sd. 4. Partenza comunicata dal giornale francese Le Temps nella sua edizione del 5 février 1863. 5. Manual of South African Geography, Cape Town, 1859; il lavoro di ricerca di Pauw Steyl sulla creazione e la gestione dell’ufficio postale di Ladismith nella rivista sud-africana The South African Philatelist, 06 et 12.2018; l’edizione del 1° febbraio 1860 del giornale inglese Cape and Natal News. Una delle ultime sintesi sulla posta nella colonia del Capo è il libro di Brian Trotter pubblicato nel 2016 dalla Royal Philatelic Society London. 6. Ringraziamo Mike Smith (FRPSL), presidente del Orange Free State Postal Study Circle, per averci spiegato come circolavano le lettere nello stato dell’Orange a questa epoca. Laurent Veglio
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