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QUANDO IL GIAPPONE SI APRÌ ALL’OCCIDENTE… Gli uffici postali europei di Yokohama alla metà del secolo XIX |
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Una targa apposta sulla facciata dell’ufficio postale del porto di Yokohama rammenta all’odierno passante il primo collegamento postale con l’estero che fu organizzato da quest’ufficio portuario nel mese di gennaio 1875 (immagini sotto riportate)… Per il collezionista è però possibile trovare corrispondenze indirizzate o provenienti dall’arcipelago nipponico già dalla metà dell’800.
Seguendo le orme di Felice Beato…
Fino agli anni intorno al 1850 la presenza occidentale in Giappone fu sempre scarsa e controllata dal potere imperiale o shogunale: già all’inizio del secolo XVII, i pochi Europei presenti sul territorio nipponico furono espulsi (…eccezione fatta per i commercianti olandesi!) ed ai convertiti al cristianesimo non fu certo riservato miglior trattamento. Nel corso dell’800, l’interesse degli Europei e degli Americani per l’Estremo-Oriente si rafforzò, ricorrendo alla “diplomazia delle cannoniere”: dopo le due cosiddette “guerre dell’oppio” (1842 e 1860), la Cina fu costretta dagli Inglesi e dai Francesi ad aprire i suoi porti ai commercianti, diplomatici e preti europei. Per quanto riguarda il Giappone, la minaccia di un intervento militare da parte del commodoro americano Perry (fig.1) si dimostrò sufficiente a convincere le autorità a firmare, fra il 1854 ed il 1858, vari trattati con le potenze europee e con gli Stati Uniti.
Fra i pochi porti ormai aperti figurava Yokohama: il porto diventò presto il principale posto di scambio con l’estero (fig.2) ed i suddetti stranieri furono autorizzati a ivi sistemarsi, anche se relegati in una specie di isola della baia, cinta da un canale e comunicante con la città giapponese soltanto a mezzo di qualche ponte sorvegliato da militi giapponesi. Fra i temerari Europei che si recarono fino all’arcipelago nipponico in questa epoca, troviamo non solo diplomatici, negozianti interessati dalla seta giapponese, capitani in sosta per attendere un rifornimento di carbone per le caldaie del loro piroscafo, ma anche vari eruditi affascinati dalla cultura e dai paesaggi del “Paese del sole levante”…
Nelle ricerche effettuate per redigere questo breve articolo, un uomo ha destato il nostro interesse: Felice Beato (1832-1909). Veneziano nato a Corfù, ma naturalizzato inglese, Felice Beato si dedicò alla fotografia raccontando con i suoi primi “reportage” fotografici la guerra di Crimea (1855). Nel 1863, dopo due primi soggiorni in Asia (Indie britanniche e Cina), egli fisso la sua dimora a Yokohama in Giappone. Lì aprì uno studio e la collaborazion e con il disegnatore Charles Wirgman gli permise di acquisire le basi della tecnica per la colorazione delle fotografie. Il violento incendio che colpì la città nel 1866 distrusse gran parte del suo studio ma, con ostinazione, egli riuscì a ricostituire ed ampliare il suo fondo iconografico. Pubblicò allora (fig.3) nel 1868 la sua prima serie di fotografie in due volumi intitolati Views of Japan con la sua raccolta di paesaggi (fig.4) e Native types per i ritratti e le scene della vita quotidiana (fig.5).
Anche se modesto (ma non di trascurabile importanza), il numero di Europei presenti nella città portuaria sollecitò allora i servizi consolari inglesi e francesi a preoccuparsi di provvedere ad un inoltro regolare ed efficiente della corrispondenza diretta nella madrepatria. Le due potenze aprirono dunque un ufficio posto all'interno della loro rappresentanza diplomatica.
Ora... cerchiamo un ufficio postale
Un eccezionale documento riprodotto da Raymond Salles (si veda la bibliografia) ci permette di visualizzare ed identificare i vari luoghi richiamati nel nostro articolo: si tratta della fotografia (bianco e nero) di un disegno giapponese originale effettuato nel 1865: raffigura il quartiere della concessione internazionale (fig.7):
L’insieme è stato anche raffigurato nella stessa epoca (verosimilmente un pò prima) dal cartografo giapponese Hashimoto Gyokuransai (fig.9):
L’ufficio postale inglese, collocato nel palazzo del consolato, era stato inaugurato già nel 1859 senza attendere la stabilizzazione della linea postale regolare della P&O. L’ufficio francese aprì nel settembre 1865, quindi soltanto quando il porto fu collegato a Shanghai dalla nuova linea sovvenzionata. Questo ufficio che prima, fino al grande incendio del 1866, era collocato nel consolato francese, fu integrato nel nuovo stabile ricostruito (si veda la fotografia dopo la bibliografia). Aggiungiamo in fine che un ufficio statunitense funzionò dal mese di luglio 1867. Dal sito di G.C. Baxley (si veda la bibliografia) abbiamo scelto una illustrazione per presentare il servizio britannico:
Per quanto riguarda il servizio postale francese, un modesto fronte di lettera della nostra collezione permetterà di illustrare la tipologia di lettere spedite nei primi anni di attività dell’ufficio, ancora perdurante il tempo del Secondo Impero.
Si tratta di una lettera impostata il 1° ottobre 1870: è affrancata alla giusta tariffa di 80 centesimi con un francobollo con l’effigie di Napoleone III con alloro (… anche se già da qualche settimana - 4 settembre -, dopo la sconfitta e la cattura dell'Imperatore da parte dei Prussiani, a Parigi era stata proclamata la Repubblica). Il timbro annullatore è la losanga di punti con il numero dell’ufficio (5118), il datario è il doppio cerchio YOKOHAMA / JAPON (riservato alle lettere in arrivo, ma talvolta erroneamente utilizzato anche in partenza) invece del vigente YOKOHAMA / BUREAU FRANÇAIS. Le tabelle di marcia pubblicate da Raymond Salles ci informano che la lettera fu imbarcata l’indomani a bordo del piroscafo VOLGA fino a Hong-Kong. Dal porto cinese, già inglese, fu allora trasbordata sul GUIENNE che giunse a Marsiglia il 20 novembre. Tempo di percorso: un mese e 20 giorni!!
Epilogo
Gli uffici postali stranieri di Yokohama chiusero progressivamente quando il Giappone aderì all’Unione Postale Universale: nel 1875 per primo l’ufficio americano, poi rispettivamente, nel 1879 e nel 1880, l’ufficio inglese e l'ufficio francese. La posta per l’estero era allora raccolta da un’amministrazione postale giapponese accentrata (fig.12) che aveva emesso francobolli nel 1871 e nel 1874 aveva esteso il servizio postale nell'intero paese con una rete di 3.000 uffici: la corrispondenza per l’Europa e l’America era allora affidata, nei porti di partenza, alle varie compagnie marittime, che servivano l’arcipelago, tanto prima occidentali… quanto oramai giapponesi!
Fonti Per le tabelle di marcia dei piroscafi francesi in Estremo-Oriente, si veda: Raymond SALLES, “La poste maritime française” (tome V), Paris, 1966. Per le tabelle di marcia dei piroscafi inglesi in Estremo-Oriente, si veda: R. SALLES ha inoltre redatto un articolo molto informativo sull’ufficio francese di Yokohama: è stato pubblicato in due parti nella rivista dell’Accademia francese di Filatelia, “Documents philatéliques” (3° trimestre 1975 e 4° trimestre 1976). Aggiungiamo infine, accessibili sulla rete, le interessantissime pagine dedicate all’argomento dall’Americano G.C. BAXLEY: “Foreign Postal Systems in Japan in the 1800s”: in
http://www.baxleystamps.com/litho/post.shtml Una parte delle stupende fotografie di Felice Beato sono esposte e commentate sul sito del Massachusetts Institute of Technology di Boston: http://ocw.mit.edu/ans7870/21f/21f.027/beato_places/fb1_essay01.html La Biblioteca Nazionale di Francia ha digitalizzato una parte delle sue ricchissime collezioni fotografiche ed iconografiche sul Giappone:
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