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Vienna 1° ottobre 1869: … oggi l’amministrazione postale austriaca mette in vendita un oggetto postale del tutto innovativo… è la cosiddetta Korrespondenz-Karte (fig.1) una nuova carta-valore, cioè la cartolina postale!
PER CHI VUOLE RISPARMIARE TEMPO E DENARO Rammenteremo al lettore che in quell’epoca siamo lontani anni luce dalle odierne abitudini di comunicazione: niente telefonate, SMS o mail informatiche, per scrivere (per i pochi eletti in grado di farlo), necessitava carta, penna e, di norma, curare la redazione con formulazioni epistolari retoriche. L’idea fu allora di concepire un oggetto postale semplificato: vendere, senza sovraprezzo sul costo del porto, il supporto cartaceo con un primo lato per scrivere l’indirizzo recando l’impronta del francobollo, ed un secondo lato riservato ad una breve comunicazione epistolare. Il tutto viaggiando aperta ad una tariffa ridotta: 2 Kreuzer invece delle 5 che necessitavano per una lettera.
Il direttore delle I.R. Poste austriache, barone Maly von Vevanovic (da non identificare, come spesso si legge, con Herrmann) decise allora nei mesi seguenti di applicare questa idea: il decreto 148 - 22 settembre 1869 fu pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’impero del 25 settembre 1869. Il documento originale è accessibile nella raccolta on-line dei testi legislativi e giuridici storici della Biblioteca Nazionale Austriaca (Oesterreichische Nationalbibliothek). Ne propongo il testo con un commentare semplificato, in quanto costituisce una fonte non trascurabile sulla normativa indotta da questa innovazione postale. Nel decennio successivo, decine di paesi istituirono la cartolina postale, fra cui l’Italia dal 1° gennaio 1874.
DURA LEX, SED LEX Il decreto 148 – 22 settembre 1869 apre con l’annunciare la vendita della carta di corrispondenza dal 1° ottobre 1869, presso tutti gli sportelli postali, ad un prezzo di 2 kreuzer per qualsiasi distanza sul territorio dell’Impero: sarà possibile, da ora in avanti, spedire breve comunicazioni postali (§1). Come quando scriviamo una lettera (§2) dobbiamo preoccuparci dell’esattezza dell’indirizzo riportato sul recto della cartolina, prenderci cura di indicare il nostro indirizzo, prevedendo anche il caso di un possibile fallito recapito (la rispedizione si farà senza spese supplementari, §5), l’articolo 3 del decreto 148 – 22 settembre 1869 fornisce utili precisazioni per chi avesse esitazioni nel redigere il messaggio e quindi precisa: si può utilizzare penna, matita, scrivere in nero o in qualsiasi altro colore, rassicurandosi però che il tipo di inchiostro usato per scrivere il messaggio resti indelebile e quindi non scolorabile… Questo sì è un regolamento previdente! Voglio concludere richiamando l’articolo 7, che informa dell’insorgere di un problema nuovo, connesso proprio all’uso della cartolina postale: la scomparsa del segreto epistolare! Postino, portinaia e chiunque altro, potrebbero essere i primi potenziali lettori del messaggio… Finora questo mai si sarebbe potuto verificare! L’avvertenza compare anche a tergo del primo modello di cartolina: die Postanstalt übernimmt keine Verantwortlichkeit für die Inhalt
der Mittheilungen… l’ufficio postale declina qualsiasi responsabilità sul contenuto del messaggio! Avvertenza soppressa dal verso nella nuova versione della cartolina emessa dal settembre 1871… prova è quindi che il pubblico ormai aveva familiarizzato con la corrispondenza spedita aperta.
“ FINALMENTE (…) AVREMO ANCHE NOI Con decorrenza 1° gennaio 1874 fu istituito anche in Italia questo nuovo oggetto postale. L’articolo pubblicato dall’Illustrazione Universale del 14 dicembre 1873 rendiconta il dibattito sull’argomento: ne propongo la lettura
EPILOGO “Date a Cesare quel che è di Cesare”! Il nostro articolo non sarebbe giusto ed imparziale se non citassimo un altro personaggio: Heinrich von Stephan, consigliere di Stato prussiano, il quale espose, per la prima volta nel 1865, l’idea di semplificare l’invio delle corrispondenze. E’ spesso, in modo errato, presentato come il “vero” padre della cartolina, ma la sua idea non era stata quella di concepire un cartoncino da trasformare in “carta di corrispondenza” come invece proponeva Herrmann, Stephan prospettava solo la creazione di un foglio con francobollo prestampato… niente piccolo formato e niente riduzione tariffaria!
Bibliografia CREVATO-SELVAGGI Bruno, Il Regno d’Italia nella posta e la filatelia, volume I, 2006. FERCHENBAUER Ulrich, Oesterreich, Handbuch und Spezialkatalog, volume III, 2008. PINI Flavio, “La prima cartolina postale del Regno d’Italia” in Cursores IV-14, luglio 2011.
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