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ANCORA NEL 1861! |
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Presentiamo oggi una lettera che, al nostro lettore, potrà apparire ben poco originale: essa è stata affrancata per 20 centesimi con un comunissimo francobollo non dentellato con l’effigie dell’imperatore Napoleone III, è stata impostata a Marsiglia il 17 settembre 1861 ed indirizzata a La Rochère, piccola città nel dipartimento della Haute-Saône:
Un particolare ha però acceso il nostro interesse: il timbro professionale del mittente Louis Bolognese & CIE, in alto a sinistra della soprascritta, registra l’indirizzo personale … Naples… Napoli!
Come leggiamo all’interno della missiva, la lettera è stata scritta, nella città partenopea, il 14 dicembre… esattamente proprio il giorno di partenza da Napoli del Thabor, vapore della compagnia francese delle Messaggerie Imperiali. Il piroscafo a quell’epoca assicurava il servizio della Ligne directe d’Italie, cioè Napoli – Civitavecchia – Marsiglia, in solo 2 giorni di navigazione (la nave spesso giungeva a Marsiglia nella mattina del 3° giorno), come documenta questa tabella pubblicata da A.J. Du Pays nel suo Itinéraire de l’Italie et de la Sicile (edizione 1859):
In assenza di timbro di forwarder (1), possiamo ipotizzare che la nostra lettera sia stata dunque affidata ad un viaggiatore o ad un addetto che doveva recarsi in Francia. Possiamo anche supporre che la lettera fosse già stata affrancata dal mittente stesso, provvisto di francobolli francesi, per assolvere la tariffa interna di 20 centimes. LA FORZA DELL’ABITUDINE! Troveremmo così la giustificazione di questa infrazione alla privativa postale nell’ammontare, non trascurabile, dell’affrancatura prevista dalla convenzione postale firmata fra Due-Sicilie e Francia. Dal 1° gennaio 1854, una lettera indirizzata in porto pagato a Marsiglia la si affrancava per 29 grana o per 35 grana, se diretta ad una destinazione oltre questa città francese di sbarco. Nella stessa logica, una lettera francese per Napoli o Messina veniva affrancata per 1,30 franc e per 1,50 franc se per un’altra destinazione duosiciliana. Nel loro libro, Letter Mail from and to the Old Italian States, Mario Mentaschi e Thomas Mathà presentano qualche riproduzione di lettera illustrando questa tariffa. Ne proponiamo due:
Gli autori rammentano che, nel primo mese d'uso dei francobolli napoletani, le vignette, talvolta, non venivano annullate sulle lettere per l’estero.
A decorrere dal 1° ottobre 1861, la normativa postale sardo-italiana fu applicata anche nelle provincie napoletane e la tariffa della convenzione franco-sarda di 40 centesimi (pari a 10 grana) sostituì le tariffe borboniche di 29 o 35 grana. Il mittente della nostra lettera avrebbe dunque potuto affrancare la sua missiva ad un costo meno oneroso, come testimonia questa nostra lettera impostata il 20 novembre 1861 ed indirizzata a Parigi: ma… 10 grana dovevano per lui risultare sicuramente ancora troppo gravosi e così ha scelto di utilizzare i suoi francobolli francesi di 20 centimes (pari a circa 5 grana)! EPILOGO Non crocifiggiamo però, questo commerciante napoletano…
Il 12 giugno 1859, il signor Pain impostava questa lettera commerciale presso l’ufficio postale della sua città Troyes. Malgrado la destinazione, Napoli, decide lo stesso di affrancarla per solo 20 centimes invece di 1,30 franc! Pretendendo quindi di condividere le spese postali con il destinatario!! Così, lui pagava il porto interno francese e… incombenza del destinatario era assolvere ai 29 grana del tratto marittimo! Il n’y a pas de petites économies come diciamo in francese! Dobbiamo rilevare però che l’Amministrazione postale francese non gradì e non ritenne corretto questo modus operandi: il timbro AFFRANCHISSEMENT INSUFFISANT (affrancatura insufficiente) fu apposto (poco leggibile). La lettera fu successivamente imbarcata a bordo del Thabor (!) salpando quindi da Marsiglia il 13 giugno. Arrivata a Napoli, il 16 giugno, l’Amministrazione postale napoletana ritenne comunque di accettare i 20 centimes già pagati e perciò tassò la missiva soltanto per 29 grana (come se provenisse da Marsiglia) anziché dei 35 dovuti dato che la provenienza risultava essere da Troyes, diversa altra località: fece, verosimilmente, lo stesso calcolo del mittente che voleva risparmiare… qualche decimo.
NOTE: 1) - Si veda qua la definizione dall’Accademia Italiana di Filatelia e Storia postale: http://www.accademiadiposta.it/it/dizionario-postale-e-filatelico-italiano/lettera-f.html |
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