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AUSTRALIA: QUANDO LA POSTA SFIDAVA
I QUARANTA RUGGENTI…

prima parte

erra ignorata dai più ed inesplorata fino all’approdo di James Cook nel 1770. Subito rivendicata quale possedimento britannico ed identificata quindi come utile insediamento da colonizzare, l’Australia divenne, entro un tempo relativamente breve, luogo di colonizzazione e di detenzione: dal 1788 al 1868, anno di conclusione della deportazione, giunsero in Australia 160.000 detenuti, tra cui uomini e donne, spediti direttamente dall’Inghilterra, ma nei primi anni, anche dall’America del Nord, terra ribellatasi al potere della Corona britannica. Dalla fine del ‘700 cominciarono a sistemarsi, in modo stanziale e definitivo, migliaia di coloni che dovettero sì affrontare e superare difficili condizioni di vita, che però nulla erano a fronte di quelle causate da loro agli Aborigeni, i quali, improvvisamente senza giustificazioni, se non l’assurda prepotenza dell’invasore, si trovarono ad affrontare la loro più immane tragedia in quanto espropriati della loro terra, posseduta dai loro Avi fin dalla notte dei tempi, colpiti ed infestati da malattie importate dagli Europei, ma a loro sconosciute e quindi causa di morte sicura, ed infine… annientati ed annullati in quanto non considerati ESSERI UMANI perché ritenuti non provvisti di ANIMA, qualità riservata invece agli INVASORI!. Nel primo quarto del secolo seguente, giunsero sempre più avventurosi emigranti, soprattutto inglesi, attratti dai racconti su quest’Australia, dove la terra costava poco e abbondava il lavoro…

Fig. 1 – L’Australia (Atlante Johnson, edizione 1865)
Abbiamo localizzato gli Stati di Victoria (1) e di Nuova Galles del Sud (2)

Dal 1851 tutta una parte dell’Australia divenne preda dei conquistatori infiammati dalla febbre dell’oro : il prezioso metallo fu scoperto nei territori di Nuovo Galles del Sud e anche del Victoria (fig.1), attirando centinaia di migliaia di avventurieri da tutte le colonie australiane, ma anche dall’Europa e dall’Asia, indotti da speranze e stimolati dal raggiungimento di una possibile ricchezza, anche se conquistata con inaudita ed inumana VIOLENZA! (fig.2) Nel tempo di dieci anni, 600.000 immigranti si sistemarono in Australia.

Fig.2 – Forest Creek, un villaggio di cercatori d’oro, dipinto di Samuel Thomas Gill (1852)

“E LA NAVE VA…”

Si comprende bene perché l’amministrazione inglese si sforzò di stabilire un collegamento postale marittimo efficiente fra la madre patria e le sei colonie australiane. Finora il servizio postale, lento ed irregolare, era stato assicurato dai bastimenti di commercio o dalle navi da guerra della Royal Navy. Nel 1844, un primo contratto postale era stato firmato con la compagnia marittima dei fratelli Toulmin: ogni mese, con una partenza dal porto inglese di Gravesend, stabilirono fino al 1849 il primo collegamento postale regolare con l’Australia. Il percorso era effettuato a mezzo velieri, via Capo di Buona Speranza, aveva una durata media di 125 giorni. Cessato, per scadenza, il contratto, l’amministrazione postale britannica preferì, nel suo nuovo appalto, ricorrere alla navigazione a vapore e combinare due rotte con il servizio alternato di due compagnie marittime (fig.3).


Fig.3 – Il servizio postale a vapore dell’Australia fra il 1852 ed il 1854 (Atlante Colton, 1856)

Un mese sarebbe partito da Southampton un vapore di una prima compagnia via Suez, il mese successivo un vapore della seconda compagnia, via Capo di Buona Speranza. Per la via di Suez (tratto azzurro sulla cartina), la compagnia scelta fu, senza sorpresa, la potente Peninsular & Oriental: dal 1845 aveva già stabilito una linea di piroscafi postali fra Suez e Hong-Kong, estesa fino a Shanghai nel 1850, quindi per risolvere il problema… risultava essere sufficiente aggiungere un servizio complementare fra Singapore e l’Australia. Adottata questa soluzione, già nel corso dell’anno 1853, per esempio, i tragitti Inghilterra / Australia furono percorsi impiegando da 61 a 77 giorni. Per quanto riguarda la seconda rotta dal Capo di Buona Speranza (tratto rosso), si susseguirono due compagnie: l’Australian Royal Mail Steam Navigation Company fino al 1853, poi la General Screw Steam Shipping Company dal 1854, con tempi di percorso compresi fra 63 e 95 giorni. Questo servizio postale che potremmo qualificare “celere”, paragonandolo alla linea postale dei velieri dei fratelli Toulmin, ebbe fine però nel mese di dicembre 1854. La guerra di Crimea stava allora mobilitando un numero crescente di navi da trasporto per soldati e materiale verso il Mar Nero, dove Inglesi, Francesi, Ottomani e Piemontesi affrontavano l’impero russo: la P&O e la General Screw, utilizzate a contribuzione per questi trasporti militari, abbandonarono il servizio marittimo dell’Australia.

Fig.4 – Il famoso clipper “Champion of the seas” fu varato nel 1854. Con 77 metri di lunghezza e 5.200 m2 di velatura, compì il suo viaggio inaugurale Liverpool – Melbourne in 75 giorni, poi regolarmente in 83 a 90 giorni.

Si ristabilì allora, fra il 1855 ed il 1857, un servizio postale assicurato da grandi velieri veloci: i cosiddetti clippers (fig.4) che percorrevano la rotta di Capo di Buona Speranza senza scalo: due compagnie si distinsero notevolmente, la Black Ball Line e la White Star Line (fig.5).

Fig.5 – Bandiera della Black Ball Line e della White Star Line

 

IL VENTO SEMBRA PIÙ FORTE DEL VAPORE…

Il contesto tecnico e storico rende dunque particolarmente interessante la ricerca e lo studio delle corrispondenze inoltrate fra Europa ed Australia negli anni 1850. Vogliamo, per iniziare questo nuovo anno, proporre ai nostri lettori due lettere che rivestono un carattere particolare… Il mittente di questa lettera (fig.6), spedita da Bordeaux il 5 dicembre 1854, aveva previsto di fare inoltrare la sua missiva dalla Peninsular & Oriental via Suez. Ma nel mese di dicembre, niente partenza della P&O perché era il mese di partenza della rotta del capo di Buona Speranza! La lettera rimase perciò in giacenza per poter essere poi instradata verso Londra dove arrivò il 3 gennaio 1855.

Fig.6 – Le lettere spedite dalla Francia per l’Australia dovevano essere affrancate
a 1,60 franc per la via di Suez (P&O), o a 1,50 franc per la via del Capo (General Screw).

Purtroppo, con la cessazione del collegamento a vapore, per le ragioni che abbiamo illustrato, la partenza non risultava essere più possibile. Tuttavia, per non interrompere il servizio postale, l’amministrazione inglese aveva sostituito il contratto con la P&O, con un nuovo contratto con la Black Ball Line: così, il giorno 6 gennaio 1855, il clipper Lightning (fig.7) salpò da Liverpool e, dopo 73 giorni di navigazione, raggiunse Melbourne il 20 marzo.

Fig.7 – Il Lightning, litografia di M. e N. Hanhart, Royal Museum of Greenwich

Un bel tempo di percorso che testimonia la grande efficienza di questi collegamenti marittimi assicurati dai clippers. Il loro successo era in gran parte dovuto all’utilizzazione ottimale della forza del vento: molti alberi con un’imponente velatura abbiamo visto, ma fondamentale anche la scelta di una rotta che, fra i 40 ruggenti e i 50 urlanti ed i loro violenti e temuti venti, permetteva di raggiungere una velocità veramente alta. Il libro di bordo del Lightning per questo viaggio è stato parzialmente pubblicato nel 1921 da Basil Lubbock (si veda la bibliografia alla fine della seconda parte). I dati forniti ci hanno permesso di ricostruire e di rappresentare (fig.8) con una grande esattezza il suo percorso.

Fig.8 – Il percorso del Lightning

Si deve allora riconoscere che il nostro Lightning, come tanti altri clippers, dimostrò una efficienza del tutto paragonabile a quella dei vapori della P&O e che il suo capitano, nonché i suoi passeggeri, diedero prova di un ardimentoso coraggio nel percorrere una zona, ancora oggi, temuta da tanti marinai…

https://www.youtube.com/watch?v=DMr8a9Whu2c

Ma dov’È passato il clipper Tiptree?