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ELYSÉE 1848, l’ufficio postale della Presidenza della Repubblica |
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Il 10 dicembre 1848, per la prima volta nella storia della Francia, si svolse una consultazione elettorale particolare... Pochi mesi prima, una rivoluzione aveva cacciato il re Louis-Philippe da Parigi. Proclamata la Repubblica ed eletti i nuovi deputati dell’Assemblée Nationale, il processo politico fu ultimato con la designazione al suffragio universale maschile dell’uomo che, per 4 anni, avrebbe diretto il paese. PROLOGO Tra i cinque candidati, si trovava Luigi-Napoleone Bonaparte: era il figlio di Luigi, uno dei fratelli di Napoleone I. Dopo anni di esilio in Svizzera, iniziati nel 1815 con la sconfitta dello zio, Louis-Napoléon si era sistemato a Londra. Rientrato in Francia nel 1848 fu eletto deputato, successivamente decise di presentare la sua candidatura anche all’elezione per la designazione, nel giorno 10 dicembre, del Presidente della Repubblica (fig.1). Con più di 5 milioni di suffragi fu eletto e divenne così il primo presidente della Repubblica francese. Gli altri candidati avevano conquistato fra 17.000 (il poeta Lamartine) e 1,5 milioni di voti (il generale Cavaignac).
Il 20 dicembre 1848, il nuovo Presidente prestò giuramento davanti ai deputati e si sistemò ufficialmente nel Palazzo dell’Elysée…
UN PALAZZO PER IL PRESIDENTE L’articolo 9 della legge 12 dicembre 1848, “relativa al modo di proclamazione del capo dello Stato”, aveva previsto di alloggiare il nuovo presidente nel palazzo parigino dell’Eliseo. Venduto dal re Luigi XVI a sua cugina la duchessa di Borbone, il palazzo (annesso 1) aveva vissuto vari passaggi durante il periodo rivoluzionario prima di diventare, nel corso della prima metà dell’800, la residenza dei monarchi e delle personalità ospitati a Parigi dai successivi sovrani francesi: Luigi XVIII fino al 1824, Carlo X fino al 1830 e, ultimamente, Luigi-Filippo. Alla rivoluzione del 1848, l’Eliseo fu dichiarato “proprietà della Nazione” e battezzato Elysée national. Al momento dell’elezione presidenziale, numerosissimi muratori, tappezzieri ed altri artigiani si attivarono per rendere il luogo (piuttosto trascurato nel corso degli ultimi anni) abitabile per il primo personaggio dello Stato (fig.2).
Abbiamo rinvenuto, nel libro “Choses vues” di Victor Hugo, famoso scrittore e poeta francese, una testimonianza circa la sistemazione del presidente nella sua nuova dimora. Il sabato 23 dicembre 1848, il poeta è invitato ad uno dei primissimi dîners présidentiels, cioè una cena serale, organizzata all’Eliseo, senza tropo fasto e con un numero limitato di ospiti: uomini e donne del mondo politico, letterario, ecc. ecco riportate le sue parole: “il presidente si alzò allorquando entravo. Andavo verso lui e ci stringemmo le mani. “Ho improvvisato questa cena, mi disse, con soltanto pochi amici cari e ho sperato che fosse stato dei nostri (…).” Il pranzo era mediocre, ed il Principe aveva ragione di scusarsi. Il vasellame era di porcellana bianca comunissima, e l’argenteria borghese, usata e grossolana”. Certo siamo a livello dell’aneddoto, ma queste linee illustrano bene l’ambito frettoloso ed improvvisato nel quale era stato deciso l’alloggiamento del presidente all’Eliseo…
ORA UN UFFICIO POSTALE PER IL PRESIDENTE Un ufficio postale fu istituito, alla fine del mese di dicembre 1848, in un’ala del palazzo. Non era aperto al pubblico, ma riservato ai soli servizi della presidenza della Repubblica. Il testo ufficiale che l’istituì non è mai stato ritrovato, abbiamo soltanto il testo del decreto di chiusura dell’ufficio (annesso 2): si tratta della decisione 95 della Divisione postale di Parigi, pubblicata il 5 giugno 1850 ed esecutiva il giorno 10 giugno. Il testo di questo decreto ci permette di conoscere il modus operandi postale scelto per la posta dell’Eliseo: l’ufficio riceveva dall’Ufficio postale centrale di Parigi il plico destinato al presidente ed ai suoi servizi amministrativi e, dopo apertura, ne assicurava la distribuzione ai destinatari nel palazzo. Nell’altro senso, l’ufficio raccoglieva la corrispondenza del presidente, del gabinetto e del servizio degli attendenti: ci apponeva un contrassegno amministrativo per giustificare la franchigia, timbrava le buste con un bollo datario a doppio cerchio (BUREAU DE POSTE / (data) / PRÉSIDENCE), e trasmetteva poi la posta all’Ufficio centrale di Parigi per inoltro nella rete postale. L’Ufficio centrale timbrava anch’esso la posta, con un datario rosso a doppio cerchio e la precisazione FRANCHISE, cioè franchigia (fig.3).
Dopo un anno e mezzo di funzionamento, quest’ufficio, l’abbiamo riferito, venne chiuso. Il decreto del 5 giugno ci fornisce una spiegazione: il volume della corrispondenza smistata e distribuita, era troppo limitato per giustificare l’esistenza di un vero e proprio ufficio postale nel palazzo, dotato di un addetto principale, monsieur Courdeau, e non meno di 4 porta-lettere! Ci sembra anche che talvolta, o spesso, il personale della Presidenza preferisse portare la propria posta direttamente all’Ufficio centrale della capitale, o, qualora fosse indirizzata in città, facendola consegnare da un attendente! Ormai, la posta sarebbe stata trasmessa dall’Eliseo all’Ufficio centrale (fig.4) da un attendente e da un porta-lettere dell’Ufficio centrale all’Eliseo.
EPILOGO… Il nuovo presidente, che voleva prorogare il suo mandato oltre il 1852, entrò presto in conflitto col Parlamento perché questo prolungamento non era consentito dalla Costituzione. Il giorno 2 dicembre 1851, Louis-Napoléon organizzò un colpo di Stato (pari a quello dello zio nel 1799!) per farsi attribuire un nuovo mandato per 10 anni, con i pieni poteri per ammendare la costituzione ed anche il titolo di Prince- Président, Principe-Presidente. La logica conclusione del processo fu la proclamazione del Secondo Impero il 2 dicembre 1852… Louis-Napoléon abbandonò quindi l’Elysée per sistemarsi nel palazzo reale delle Tuileries (annesso 3), nel quale non fu mai istituito un ufficio postale proprio: la corrispondenza dell’imperatore e della corte transitava direttamente dall’Ufficio centrale di Parigi col consueto datario rosso di franchigia (fig.5).
Fonti Documenti postali: collezione dell’autore. Studio di referenza sui contrassegni e timbri di franchigia dell’800: Jean SENECHAL, Bureaux spéciaux, franchises et contreseings, volume 2 : 1848 – 1900, edizioni B. Sinais, 1999. Annesso Arrêté n° 95 du 5 juin 1850. L’autore ringrazia Bruno Chabrolin per la comunicazione del testo.
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