Marco Armellini ha scritto: "Sono un collezionista di tutto ciò che parla del mio paese Falerone in provincia di Fermo ma, precedentemente, in provincia di Ascoli Piceno.
Stavo facendo una ricerca sulla successione dei timbri postali a Falerone e sono venuto a conoscenza del numerale a punti.
Così ho trovato voi e letto il vostro bellissimo articolo sul numerale che tutti dicono rettangolare ma nel caso di Falerone sembrerebbe quasi ovale con il numero 1005 come identificativo della località in abbinamento ad un bollo doppio rotondo. Potete dirmi qualcosa al proposito? Che cosa vuol dire ufficio postale di terza classe? Grazie per il tempo che vorrete dedicarmi.
Cordiali saluti"
risponde Franco Filanci:
Egregio signor Armellini,
complimenti per la sua idea di collezione, a cui la storia postale (soprattutto se intesa in senso complessivo) può offrire molto materiale.
Quanto agli uffici sono da sempre suddivisi a seconda della rendita, ovvero dell'importo di corrispondenze, vaglia e altro trattati in un anno. Le distribuzioni, come da fine Ottocento le collettorie e poi le ricevitorie, erano affidate a gestori di solito nominati dai comuni, mentre le Direzioni, gli uffici primari e secondari, quelli ambulanti e natanti, avevano un titolare di nomina reale o ministeriale.
Per quanto riguarda Falerone, al 1º marzo 1861 disponeva di una Distribuzione di 2º classe dipendente dalla Direzione compartimentale di Bologna. Passato alle dipendenze di quella di Ancona dal 1º luglio 1863, dal 1º marzo 1865 fu elevato alla 1ª classe e dal 1º ottobre 1865 a ufficio postale di 3 classe. Passato sotto la Direzione di Chieti il 1º gennaio 1866, il 5 marzo seguente ebbe in dotazione il numerale a punti 1005, sostituito nel 1877 da quello a sbarre con lo stesso numero.
L'immagine da lei fornita conferma che è un normale annullo a punti del tipo a farfalla ed ha sempre una forma reattangolare, dove i punti d'angolo risultano di solito mancanti (ogni bollo era inciso praticamente a sè, molto artigianalmente: cose da tempi in cui la manodopera costava poco) e l'effetto "ovale" è accentuato dal taglio che rende incompleto l'angolo superiore sinistro. Anche se artigianali, pure i bolli dovevano mantenere le caratteristiche previste, per non sembrare falsi, dato che allora avevano un forte valore testimoniale, e non solo di "data certa" come ancora oggi.
Fino a tutto l'Ottocento, anche per ragioni di analfabetismo e di scarsa circolazione di libri e giornali, la grafia era spesso variabile: sui Bollettini postali si trova usato contemporaneamente "ufizio", "uffizio" e "ufficio" mentre sulle lettere di servizio continua a vedersi "d'officio". In pratica la correzione da FALLERONE in FALERONE, come precisa il Gallenga, si ebbe solo con l'arrivo del nuovo bollo datario a un cerchio grande, nel 1878.
Nel volume del Gallenga I bolli delle Marche dalle origini alla fine del XIX secolo è segnalato e ne viene data la valutazione 2 su una scala di 15, cioè di scarso pregio, nella pubblicazione di Stefano Ricci e Paolo Vaccari Il catalogo degli annulli numerali italiani 1866 - 1889 è valutato 3 punti su una scala di 12.
Sperando di averla soddisfatta,
sinceramente
Franco Filanci
La storia postale (soprattutto se intesa in senso complessivo) può offrire molto materiale.
Un collezionista di storia postale locale, in questo caso del comune di Falerone, mi ha posto alcune domande a cui ho il piacere di rispondere.
Il numerale di cui ha inviato l'immagine è un normale annullo a punti del tipo a farfalla, dove i punti d'angolo risultano di solito mancanti (ogni bollo era inciso praticamente a sè, molto artigianalmente: cose da tempi in cui la manodopera costava poco) e l'effetto "ovale" è accentuato dal taglio che rende incompleto l'angolo superiore sinistro. Anche se artigianali, pure i bolli dovevano mantenere le caratteristiche previste, per non sembrare falsi, dato che allora avevano un forte valore testimoniale, e non solo di "data certa" come ancora oggi.
Quanto al FALLERONE era proprio così, come illustrato nella catalogazione del Gallenga.
La correzione in FALERONE, come precisa il Gallenga, si ebbe solo con l'arrivo del nuovo bollo datario a un cerchio grande, nel 1878.
Gli uffici sono da sempre suddivisi a seconda della rendita, ovvero dell'importo di corrispondenze, vaglia e altro trattati in un anno. Le distribuzioni, come da fine Ottocento le collettorie e poi le ricevitorie, erano affidate a gestori di solito nominati dai comuni, mentre le Direzioni, gli uffici primari e secondari, quelli ambulanti e natanti, avevano un titolare di nomina reale o ministeriale.
Per quanto riguarda Falerone, al 1º marzo 1861 disponeva di una Distribuzione di 2º classe dipendente dalla Direzione compartimentale di Bologna. Passato alle dipendenze di quella di Ancona dal 1º luglio 1863, dal 1º marzo 1865 fu elevato alla 1ª classe e dal 1º ottobre 1865 a ufficio postale di 3 classe. Passato sotto la Direzione di Chieti il 1º gennaio 1866, il 5 marzo seguente ebbe in dotazione il numerale a punti 1005, sostituito nel 1877 da quello a sbarre con lo stesso numero.
Stranamente i cataloghi di annullamenti numerali del Carozzi e del Vaccari non danno valutazione dell'annullo a punti, che comunque ha sempre una forma rettangolare, inizialmente con punti piccoli e grossi disposti in modo da ricordare una farfalla: Nel volume del Gallenga "I bolli delle Marche dalle origini alla fine del XIX secolo" è invece segnalato e ne viene data la valutazione 2 su una scala di 15, cioè di scarso pregio. |