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Franchigie | ||||||||||||||
Franchigia postale. Esenzione dal pagamento delle tasse postali. Il privilegio della franchigia è un classico delle antiche poste, che solo la Francia dopo la Rivoluzione iniziò a regolamentare, mediante precisi elenchi degli aventi diritto, l’uso di contrassegni di tipo particolare e obblighi come quello della consegna delle corrispondenze all’ufficio postale per i necessari controlli. Un tempo, quando non si usava affrancare le lettere, la franchigia consisteva soprattutto nel non pagare le tasse delle lettere in arrivo: e tale rimase in pratica in Italia sino al 1874, tanto che il Re godeva della franchigia illimitata, cioè su qualsiasi tipo di corrispondenza inoltratagli da ogni parte del regno, ma se voleva affrancare una lettera doveva usare i francobolli. Solo dal 1875 anche il Re e poi l’intera famiglia reale (e in seguito il Presidente della Repubblica) venne dotato di appositi bolli per rendere in franchigia il carteggio reale. Per gli uffici pubblici e gli enti ammessi alla franchigia, talvolta limitata a particolari oggetti e servizi o con determinati uffici, l’Italia ha mantenuto i contrassegni ovali introdotti in Piemonte nel 1826, rimasti in uso per tutto il Novecento anche se non più intestati R.POSTE, pur prevedendo anche contrassegni di altro tipo. La franchigia è stata concessa fin dal 1896 anche ai militari in zona di operazioni, sia mediante contrassegni di reparto o l’inoltro tramite gli uffici di posta militare, sia tramite apposite cartoline postali in franchigia. Eccezionalmente la franchigia è stata estesa anche ai civili, in caso di gravi calamità naturali, dal terremoto di Messina del 1908 (ma solo perché mancavano i francobolli!) all’alluvione del Polesine del 1951 fino ai terremoti del Belice nel 1968, del Friuli nel 1976 e dell’Irpinia nel 1980. La franchigia postale è sempre limitata al servizio interno, tranne per le comunicazioni fra Amministrazioni postali e per le corrispondenze dei prigionieri di guerra. (dal Dizionario Postale e Filatelico Italiano del'Accademia Italiana di Filatelia e Storia Postale) gli articoli pubblicati
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