Il bastone di Asclepio | ||||
a cura di Sergio De Benedictis [sergio.debene(at)gmail(dot)com] |
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Lezione di anatomia | ||||
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L'utilizzo di macchinari tecnologicamente avanzati e l'applicazione di tecniche diagnostiche di laboratorio sempre più sofisticate, portano oggigiorno a considerare la medicina una mera applicazione di protocolli già scritti ed incontrovertibili. Ma la medicina è sempre stata “arte della cura” nell'accezione greca del termine τεχνη (tekhnê), che tradotto come arte, indica più propriamente l'abilità manuale ed artigianale. Tutto ciò per introdurre un tema che, toccato in questo articolo nello specifico, ci proponiamo di sviluppare maggiormente in seguito : “La Medicina nell'Arte”. Ma se per Arte intendiamo la rappresentazione del bello, come possiamo pensare di raffigurare infermi, derelitti e persino cadaveri ? Ed infatti agli inizi l'arte dovette limitarsi a raffigurazioni celesti e gli artisti trovarono ispirazione nell'Olimpo e successivamente nel Paradiso cristiano. Poi si pensò anche di raffigurare la vita quotidiana e l'umanità che la popola e anche la Medicina fu quindi ispiratrice di dipinti e sculture. Tra i dipinti a tema medico, uno dei più famosi è sicuramente Dopo un breve periodo percorso a Leida, dove frequentò anche la locale Università, il pittore si trasferì ad Amsterdam sotto la protezione dello statista e poeta Constantin Huygens, padre del più famoso Christiaan. Diventato famoso come ritrattista, accettò la sfida del dottor Nicolaes Tulp, decano dei chirurghi della città, che lo incaricò non di ritrarre un singolo soggetto, ma un gruppo di medici alle prese con una autopsia. Sappiamo che il titolo al dipinto fu dato successivamente e quindi non possiamo considerarlo incentrato sulla figura di Tulp, ma piuttosto raffigura un gruppo di professionisti al lavoro, di cui conosciamo anche i nomi, riportati sul foglietto tenuto in mano dall'assistente. Se dal loro atteggiamento traspare un'ansia di imparare, essi erano in realtà valenti medici al pari di Tulp; avevano essi stessi commissionato l'opera al fine di esporla sulla parete del loro studio. Ma quindi chi per noi, e per lo stesso Rembrandt, è l'autentico personaggio della scena : il povero Adriaen Adriaenszoon, ladruncolo da strapazzo, che, arrestato solo per aver tentato di rubare il mantello di un uomo, viene imprigionato e successivamente impiccato. Ad ulteriore condanna, come si era soliti fare in quel periodo, viene consegnato alle autorità mediche per i loro studi, pensando in tal modo di togliere ai familiari ogni speranza di resurrezione cristiana. La prospettiva adottata da Rembrandt ci fa apparire il corpo del condannato, illuminato dall'alto, basso e tozzo, comunque forte e muscoloso in contrasto con le esili figure dei medici. Il sapiente uso delle tinte rende la scena altamente realistica mettendo in contrapposizione il colorito sano e roseo dei chirurghi con la carne pallida e grigio-verde del cadavere; come ebbe ad esclamare il pittore Joshua Raynolds :
“il colore della carne morta ha una verosimiglianza incredibile”
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