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Tutti sappiamo che il grande Linneo (1707-1778) ha il merito di aver stabilito un criterio universale per la classificazione della flora terrestre; ma al di là del criterio da dove deriva l’etimologia dei nomi, a volte strambi delle piante.
In passato per esempio i Romani assegnavano alcuni nomi in funzione della somiglianza a qualche animale : il genere Pelargonium ha un seme che ricorda il becco di una cicogna, “pelargos” in greco.
Successivamente durante la grande epoca dei viaggi e delle scoperte scientifiche si iniziò ad adoperare i nomi di personaggi illustri, come scienziati, politici, viaggiatori o semplici giardinieri.
Tra i primi ricordiamo il medico e botanico bavarese Leonhard Fuchs (1501-1566) autore della “Historia Stirpium” testo di botanica riccamente illustrato; fu la sua figura che ispirò Charles Plumier, missionario in centroamerica, a far derivare il nome della pianta di Fuchsia durante una sua permanenza a Santo Domingo nel 1693.
Linneo, già ricordato prima, nei suoi studi di classificazione dedica nomi a molti studiosi ed amici.
Tra questi ricordiamo il medico anatomista tedesco Johann Gottfried Zinn (1727-1759), professore all'Università di Gottinga, ispiratore del genere Zinnia.
Uno dei più bei esemplari della nostra flora, la gardenia, è legata al nome del medico e naturalista nordamericano Alexander Garden (1730-1791) mentre il genere Hosta, della famiglia delle agavacee e che comprende piante adatte all’ornamento di aiuole e bordure, venne dedicato all'austriaco Nicolaus Thomas Host (1771-1834), medico personale dell’imperatore Francesco II.
E non mancano all’appello anche medici italiani. Vogliamo ricordare Pier Andrea Mattioli (1501-1578) senese di nascita e poi medico imperiale a Vienna e a Praga, autore di un celebre trattato di erboristeria "Commentari in sex libris Pedacei Dioscoridis" illustrato con 562 incisioni in legno, dove si firmava in latino Matthiolus, e da qui il nome del genere Matthiola, famiglia delle Cruciferae. E poi Francesco Zantedeschi (1797-1873), botanico e medico italiano, a cui fu dedicato il genere Zantedeschia, pianta meglio conosciuta da molti con il nome di Calla.
Vogliamo concludere con due piante, quella di Vallisneri e quella di Alpini, che danno anche loro lustro a due scienziati italiani.
Antonio Vallisneri nasce il 3 maggio 1661 in provincia di Modena. Intraprende gli studi medici a Bologna sotto la guida di Malpighi e si laurea nel 1685. I suoi studi trattano di Anatomia, Botanica e Storia Naturale. Viene chiamato nel 1700 presso l'Università di Padova come professore straordinario di medicina ma ben presto si trova in disaccordo con i colleghi anziani a causa del suo innovativo metodo di insegnamento dell'anatomia. Declina diversi incarichi importanti tra cui quello di Archiatra papale e di titolare della disciplina anatomica a Torino. Muore all'età di 69 anni per una forma atipica di pleurite. A questo punto ci aspetteremmo che la nostra pianta faccia parte della numerosa famiglia delle piante medicinali, ma così non è. Il botanico Pierantonio Micheli per onorare la figura di Vallisneri dà, ad un genere di piante acquatiche da lui individuate e studiate, il nome di Vallisneria Spiralis e Vallisneria Gigantea. La pianta la vediamo ritratta su un francobollo della Romania del 1966, facente parte di una serie dedicata alle piante acquatiche. Cresce in acque lente e stagnanti; ha foglie nastriformi e minuti fiori. I fiori femminili quando sono pronti per la impollinazione raggiungono la superficie sorretti da un lungo peduncolo e galleggiano finchè non vengono in contatto con quelli maschili. Terminata l'operazione la pianta ritorna sott'acqua.
La specie “Alpinia" come flora spontanea è diffusa dalla Polinesia al Giappone fino alle Indie occidentali e orientali.
Viene anche coltivata per il suo bel fogliame decorativo e per il fiore variopinto; ma ricordiamo anche che un tempo la "radice di Galanga", nome col quale è anche nota, veniva usata nel mondo greco e successivamente arabo come stimolante e come aromatizzante. La radice ha un odore vivace e aromatico e sapore alquanto amaro, pungente come il pepe e lo zenzero. La vediamo qui raffigurata in un francobollo delle isole Samoa emesso nel 1969.
Fu il naturalista Linneo che nel 1737 ne fece dedica all'italiano Prospero Alpini, medico esploratore e botanico vissuto tra il 1553 e il 1617.
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