Il bastone di Asclepio | ||||||||
a cura di Sergio De Benedictis [sergio.debene(at)gmail(dot)com] |
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Galileo Galilei e il metodo sperimentale | ||||||||
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Se la natura è scritta in lettere matematiche, i suoi fenomeni, in qualsiasi campo si esplichino, sono risultati di leggi matematiche, onde scoperta la legge che regola il fenomeno stesso, questo può essere riprodotto seguendo la legge. Nato a Pisa nel 1564, nel 1581 si iscrisse alla facoltà degli artisti (medicina e filosofia naturale) ove si attirò l’animosità degli insegnanti per il suo atteggiamento polemico ed insofferente alle imposizioni dogmatiche. Nel 1583 fece la celebre osservazione dell’oscillazione della lampada nel duomo di Pisa. Nel 1589 occupò la cattedra di matematica a Padova e fu il periodo più proficuo. Nel 1606 riprodusse il cannocchiale scoperto da un olandese, Hans Lippershey (1570-1619) ed eseguì le più importanti scoperte che pubblicò nel 1610 nel “Nuncius Sidereus”. L’opera suscitò le ire dei peripatetici, cioè coloro che si rifacevano alla scuola di Aristotele, ma di contro ebbe il plauso di Keplero, che propugnava il modello eliocentrico. Il Granduca Cosimo di Toscana lo nominò primario matematico a Pisa.
Il nostro scienziato frequentando le lezioni del matematico Ostilio Ricci (1540-1603) assertore di una matematica come scienza pratica e non meramente astratta, indispensabile alla risoluzione dei problemi, si convinse a lasciare gli studi di medicina del Collegio Pisano. Pertanto poco si è scritto su ciò che Galileo avrebbe elaborato in materia medica nel proseguo dei suoi studi ma sicuramente non possiamo trascurare le sue interessanti osservazioni in campo acustico e fonetico: rilevando i segni lasciati su di una lastra di ottone da uno scalpello strisciato su di essa, si accorse che quando lo strumento, in questo sfregamento, produceva un suono, lasciava sulla superficie del metallo una serie di segni regolarissimi e perfettamente paralleli e che questi segni erano tanto più fitti quanto più acuto era il suono. Poco ci è rimasto sugli studi che fece sul moto degli animali, mentre geniali rimangano le sue osservazioni sui rapporti tra dimensione e morfologia delle ossa e della loro funzione statica; da questi studi scaturiscono importanti postulati sulla forma, resistenza e dimensioni delle ossa stesse. Le grandi scoperte che Galileo fece nel campo dell’astronomia ebbero necessariamente una certa influenza sulle leggi che governavano a quel tempo l’astrologia e dell’influsso degli astri sulle cose umane in genere e, nel nostro caso, sulle malattie. Fu però sempre molto cauto nell’evitare di dar noia alle leggi astrologiche, dimostrando quanto potente fosse la fede nell’astrologia al suo tempo; è del resto noto che elaborasse oroscopi su commissione. In ultimo volendo entrare nel campo della biologia, resta una sua dissertazione fatta per negare l’esistenza di abitanti sulla Luna, negazione poggiata appunto su ragioni di indole biologica.
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