I progressi in medicina sono spesso caratterizzati da personaggi che decidono di dedicare la propria vita alla causa medica, a volte sino al sacrificio finale.
Non è chiara la sua origine: Africa Occidentale o Sud America; certamente nota l'incidenza delle morti nei secoli scorsi; ha sempre colpito l'immaginazione popolare e ispirato scrittori e poeti.
Ricordiamo la leggenda e l'opera "L'olandese volante" e la sua nave colpita dall'epidemia, che continuò a veleggiare come un fantasma nelle acque intorno al Capo di Buona Speranza portando sfortuna a quanti la incontravano.
La medicina incominciò ad occuparsi delle cause solo verso la fine del XVIII secolo attribuendole inizialmente ai terreni malsani e all'aria infetta; Benjamin Rush riteneva che si generasse dai chicchi di caffè lasciati ad essiccare.
Ma l'idea che gli insetti potessero trasmettere le malattie non era nuova. Josiah Clark Nott (1804-1873) fu il primo ad ipotizzare che le zanzare avessero a che fare con la diffusione della febbre gialla.
Ma fu Carlos Juan Finlay (1833-1915) a scoprire quale genere di zanzara fosse coinvolta. Padre medico scozzese e madre francese, Finlay emigrò bambino con i suoi genitori a Cuba; laureatosi presso il Jefferson Medical College in Philadelfia, iniziò la sua pratica a l'Havana, interessandosi subito allo studio di diverse zanzare ma in particolare alla varietà Culex, sulla quale condussse diverse sperimentazioni, sino a quella di provare su se stesso la modalità di trasmissione.
Dimostrò quindi come una zanzara dopo aver succhiato il sangue di un soggetto infetto da pochi giorni, era in grado di trasmettere la malattia verso altri soggetti. Dimostrò anche che una percentuale intorno al 18% di pazienti, dopo aver subito un blando attacco della malattia, sviluppava una certa immunità.
Ma quando presentò i suoi lavori alla comunità medica, lo irrisero e ignorarono le sue considerazioni, mentre in tanti continuavano a morire.
Tra i tanti anche i soldati americani impegnati nella guerra ispano-americana rendendo necessaria l'istituzione di una commissione presieduta dal medico militare Walter Reed (1851-1902) il quale sposò la teoria di Finlay e condusse varie sperimentazioni, anche su volontari, tra i quali si distinse l'infermiera Clara Maass (1876-1901) la cui abnegazione la portò alla morte.
Una volta stabilito il vettore nella zanzara infetta, Reed portò avanti diverse sperimentazioni facendo soggiornare i pazienti alternativamente in ambienti non disinfettati, dove comunque non contraevano la malattia e ambienti asettici dove comunque si ammalavano; dimostrò in tal modo come la pratica di disinfettare non era un fattore determinante.
Fu poi William Crawford Gorgas (1854-1920), nato in Alabama e laureatosi in Medicina a New York, a portare avanti gli studi, quando fu inviato a l'Havana come ufficiale sanitario. Si adoprò nel miglioramento delle condizioni sanitarie e del servizio fognario, lasciando ben sperare in una recrudescenza del male.
Ma al termine della guerra Ispano-Americana, l'arrivo di migranti dalla Spagna fece nuovamente salire il numero di decessi.
Gli studi di Reed portarono Gorgas ad intraprendere una vera crociata contro la zanzara del tipo “Aedes Egypti”; le sue iniziative si concentrarono sul potenziamento dei controlli sanitari presso ogni casa o fattoria e sul costante screening dei malati. Nel giro di poco tempo le morti diminuirono e in tre anni scomparvero del tutto.
Gorgags fu anche attore principale nell'ambito della costruzione del Canale di Panama iniziata nel 1881; anche qui le condizioni ambientali avevano fatto progredire la malattia a causa delle zanzare. Condusse azioni drastiche bruciando la vegetazione intorno alle abitazioni e distruggendo le cisterne d'acqua dove si pensava si annidassero le larve degli insetti. Tutto ciò permise la conclusione delle opere e l'inaugurazione del canale nel 1914.
Ma se la zanzara era il vettore, qual'era l'agente eziologico?
Inizialmente molti batteri furono considerati come potenziali candidati. Con i suoi studi condotti in Ecuador il ricercatore giapponese Hideyo Noguchi (1876-1928) pensò di aver scoperto il colpevole; sfortunatamente il microrganismo da lui osservato, chiamato leptospira icteroides, era causa della malattia di Weil o chiamata appunto anche Leptospirosi. Noguchi morì in seguito in Africa Occidentale colpito dalla febbre gialla.
Ma nel frattempo l'irlandese Adrian Stokes (1887-1927), membro della Commissione Rockfeller sulla Febbre Gialla, riuscì a trasmettere la malattia per via sperimentale in alcune scimmie e dimostrando quindi la presenza di un virus. Morì anche lui, a Lagos, a causa della febbre gialla.
Scoperto il virus, scoperta la cura cioè il vaccino, grazie al sudafricano Max Theiler (1899-1972) che dopo esser riuscito a far crescere il virus in cultura produsse nel 1937 il vaccino., subito adoperato su larga scala per sconfiggere la malattia. Suo fu il Nobel in Medicina e Fisiologia nel 1951.
Certamente dobbiamo sentirci in debito con i tanti ricercatori e personale sanitario che persero la propria vita nell'investigare i misteri della febbre gialla.
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