Il bastone di Asclepio | ||||
a cura di Sergio De Benedictis [sergio.debene(at)gmail(dot)com] |
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Interpellato il paziente non risponde | ||||
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Abbiamo più volte ricordato quanto sia importante che il medico ascolti il suo paziente e svolga la sua preliminare diagnosi basandosi su quanto egli ha da dirgli e su quanto lui riesca a capire visitandolo accuratamente.
Perché questi pazienti non solo non ci risponderanno ma non potremo nemmeno palparli perchè sono solo personaggi inanimati dipinti su di una tela; ci muoveremo nei corridoi di un museo come se ci muovessimo tra le corsie di un ospedale. Il nostro primo illustre paziente non può che essere il quadro per eccellenza, quello che dopo secoli è ancora circondato da un’aurea di mistero: la Gioconda del nostro Leonardo.
Ipnotizzati dal suo sguardo non siamo soliti soffermarci ad osservare il resto della figura ed in particolare il margine superiore della mano destra di Monna Lisa, alla base dell’area fra pollice e indice.
Al più in un secondo consulto si potrebbe arrivare a diagnosticare una cisti tendinea, formazione comunque benigna e forse causata dalle troppe ore passate a ricamare al tombolo. Spostiamoci ora alla corte di Federico da Montefeltro, duca d’Urbino, un grande mecenate del periodo rinascimentale e grande amico di Piero della Francesca. A quest’ultimo aveva commissionato un suo dipinto, di profilo, una posizione non certo felice ma su cui nessuno al suo cospetto aveva niente da dire. Ma a quadro ancora incompiuto gli accadimenti portarono alla morte della sua seconda consorte, Battista Sforza, figlia di Alessandro Signore di Pesaro. Il nostro Federico decise allora di trasformare l’opera in un dittico in cui il suo volto si opponeva a quello di Battista.
Cosa avrà quindi provocato questa prematura dipartita? Affidiamoci anche ora alle, anche qui, non casuali pennellate dell’artista. Può dirci qualcosa quella curiosa tumefazione, quella macchia sulla tempia destra che spicca sulla sua cute color avorio e le lievi e sottilissime pennellate bluastre? Un bravo medico non può che scorgere in tutto questo una arterite, infiammazione in questo caso dell’arteria temporale, che comporta forti mal di testa e problemi alla vista, uniti a dolori al cuoio capelluto quando ci si pettina. Questo giustificherebbe anche l’insolita acconciatura a scapito dei capelli liberi e sciolti. In ultimo facciamo un salto temporale nel XVII secolo quando in Francia operava il pittore Georges de La Tour e vediamo quali indizi riusciamo a tirar fuori dalla sua tela “Uomo anziano con cappello” anche conosciuta come “Il suonatore di gironda”, antico strumento musicale a corde poste in vibrazione dallo sfregamento di una rotellina azionata per mezzo di una manovella.
Endemica al giorno d’oggi nel territorio indiano e in gran parte del continente africano, era un tempo presente anche nel nostro continente a causa delle scarse condizioni igieniche e incurabile per l’assenza di una terapia antibiotica che potesse stanare il batterio.
Le prossime volte che guardiamo un dipinto ricordiamoci anche di considerare la vicenda sanitaria del personaggio lì illustrato! Rif. “Nascoste nella tela” di Paolo Zamboni, Edizioni Mondadori Sergio De Benedictis
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