Il bastone di Asclepio
a cura di Sergio De Benedictis [sergio.debene(at)gmail(dot)com]
La Croce di Lorena

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Un simbolo, per chi ne possiede la chiave di lettura per comprenderlo, è qualcosa che immediatamente comunica alla mente il suo significato.

Dovendo comunicare qualcosa è giusto che un simbolo sia il più esplicito possibile, immediatamente riconoscibile ed associabile univocamente a ciò che rappresenta. Come ad esempio la cometa da sempre associata alla nascita del Cristo, successivamente identificata dall’astronomo Halley o i simboli fatti con le mani nel linguaggio dei sordi.

 


Ma esiste anche una simbologia lasciata volutamente oscura e non spiegata ai più ma nota solo agli adepti, come l’utilizzo di particolari simboli per indicare i luoghi segreti di incontro, nel periodo paleocristiano.

 

In campo medico la simbologia è stata sempre molto utilizzata e al pari la troviamo riprodotta in campo filatelico. Il classico simbolo della scienza medica è il bastone di Asclepio, dio della salute nel Pantheon greco. Il serpente attorcigliato simboleggia la rinascita e la fertilità; il bastone assume la funzionalità di stampella; viene spesso confuso con il “caduceo alato” simbolo del commercio. In campo farmacologico abbiamo il simbolo della coppa con la quale si dispensa la cura, mentre il granchio simboleggia la ben nota patologia.

 

L’adozione del simbolo della Croce di Lorena risale a vent’anni dopo la scoperta da parte di Robert Koch del bacterio della tubercolosi.
Nel corso della I Conferenza Internazionale sulla Tubercolosi, che si svolse a Berlino nel 1902, il medico parigino G. Sersiron propose di adottare la Croce di Lorena come simbolo della “crociata” contro il male, a ricordo di Goffredo di Buglione che la adottò come simbolo nel suo stendardo nel corso della 1° Crociata (1096-1099).

La croce, così chiamata dal nome della regione di cui Goffredo era duca, la Lorena, deriva direttamente dalla croce nota come “patriarcale” variante a sua volta della croce cristiana.
La croce patriarcale è tuttora croce ufficiale della Chiesa Greca-Ortodossa.
La raccomandazione di Sersiron fu adottata e da allora in tutto il mondo la Croce di Lorena è diventata il simbolo della lotta alla tubercolosi.

 


Il Belgio è sin dall’inizio presente con emissioni provviste di sovraprezzo e con particolari annulli. In particolari paesi come la Spagna, l’utilizzo di tali emissioni era reso obbligatorio in determinati periodi dell’anno, al posto di quelle in vigore.
Le emissioni a favore della lotta alla tubercolosi con il simbolo della Croce di Lorena si sono succedute negli anni da parte di innumerevoli Amministrazioni sia con nuove emissioni che utilizzando sovrastampe su emissioni precedenti. Interessanti sono inoltre gli slogan su annulli a targhetta creati appositamente.

Da sempre simbolo della resistenza del popolo francese contro l’invasore, la Croce di Lorena ritornò sul campo di battaglia nel giugno 1940 come emblema della Francia Libera del generale de Gaulle.
La ritroviamo anche a Colombey-les-deux-Eglise effigiata nel monumento in onore del defunto generale, posto vicino alla sua tomba. La Croce di Lorena è anche stata utilizzata come simbolo della Slovacchia libera.


Anche se non emessi dalle amministrazioni postali, hanno avuto innumerevoli emissioni allo scopo di raccogliere fondi per la lotta alla malattia : stiamo parlando dei bolli erinnofili per le campagne antitubercolari. Molto utilizzati negli Stati Uniti e Canada come “ Christmas Seals “ hanno avuto corso anche da noi in un periodo che va dalla 1° Campagna del 1931 all’ultima del 2000.
Si racconta che in una notte di dicembre del 1903 un impiegato delle poste danesi, Einar Holboel, ebbe l’idea di utilizzare dei bolli aggiuntivi per raccogliere fondi per i bambini bisognosi; in occasione delle successive feste natalizie l’idea, sponsorizzata dall’allora sovrano danese Cristiano IX, portò alla stampa di un bollo riportante in vignetta l’immagine della regina Luisa, molto popolare tra i sudditi. Questi bolli vengono spesso ritrovati sulla normale corrispondenza o come semplici chiudilettera o in aggiunta alla normale affrancatura, a volte anche in completa sostituzione, ravvisando in tal caso una vera e propria frode fiscale.