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Il bastone di Asclepio | ![]() |
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a cura di Sergio De Benedictis [sergio.debene(at)gmail(dot)com] |
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Hamilton Naki: un brillante mancato chirurgo! | ||||
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Nacque il 26 giugno 1926 a Kentani, nel Transkei, regione del Sud Africa che fu nel periodo dell'apartheid uno dei bantustan assegnati dal governo bianco al popolo xhosa.
Nel 1954 il chirurgo Robert Goetz lo fece entrare nel suo istituto dove venivano compiuti esperimenti sugli animali; aveva incominciato dando da mangiare alle cavie, pulendo le gabbie, praticando le anestesie. Infine aveva preso in mano il bisturi, Tutto quello che sapeva di anatomia lo aveva imparato un po' da Goetz e molto da sé, operando gli animali.
Tutto era ormai pronto per l’esecuzione del primo intervento allo Groote Schuur Hospital di Cape Town: equipe medica e paziente da sottoporre al trapianto, un lituano di 54 anni, Louis Washkansky, che soffriva di diabete e di un inguaribile problema cardiaco. Mancava solo il donatore.
Chiesto da Barnard l’assenso ai familiari per l’espianto, il lungo intervento ebbe inizio e si concluse felicemente facendo diventare il chirurgo sudafricano la star del momento. Ma per capire il legame con il nostro Hamilton Naki, dobbiamo riavvolgere il nastro al momento dell’arrivo della povera Denise in sala operatoria. Una seconda equipe chirurgica, non meno importante della prima, era stata approntata per l’espianto e Barnard aveva voluto al suo fianco come assistente Naki, che nel frattempo si era guadagnato la fiducia di medici e studenti all’interno dell’ospedale.
Peccato che eravamo in pieno regime di apartheid e la legge non gli permetteva di mettere le “Ti sto permettendo di operare ma ricordati che sei un “nero” e questo è sangue di un “bianco” per cui nessuno saprà mai ciò che hai fatto”.
Diventato protagonista della scena mondana dopo aver abbandonato quella scientifica, Barnard non ebbe mai parole di critica né di condanna verso il feroce sistema di segregazione razziale vigente all' epoca in Sudafrica. Solo nel 1993, quando l'apartheid era ormai crollata da tempo, ebbe un tardivo ravvedimento e portò alla luce i fatti di quella sera del 3 dicembre 1967. Ebbe anche a dire: “Le capacità di Mr. Naki erano superiori alle mie; se avesse avuto le giuste opportunità sarebbe sicuramente diventato un brillante chirurgo”. E invece Hamilton Naki, pur continuando il suo lavoro di assistente in tante altre operazioni di trapianto di cuore, fegato e rene e pur essendo considerato un maestro da chirurghi e allievi, rimase nell’ombra. Si prodigò affinché la sua comunità in Kentani avesse scuole e un ospedale da campo raccogliendo fondi tra le sue conoscenze mediche. Qualcosa alla fine della sua esistenza gli fu riconosciuto: l’Università gli riconobbe un diploma MMe (Master of Medicine) mentre il presidente Thabo Mvuyelwa Mbeki gli conferì la massima onorificenza sudafricana, la medaglia dell’Ordine di Mapungubwe, per “lo straordinario contributo alla scienza medica”. Morì il 29 maggio del 2005 a Langa all’età di 78 anni. Di lui ci rimane il sorriso: la cosa importante, sembrava dire con la sua mitezza, era ottenere giustizia e quella almeno, anche se imperdonabilmente tardi, l'ha avuta. Sergio De Benedictis
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