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Il bastone di Asclepio | ![]() |
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a cura di Sergio De Benedictis [sergio.debene(at)gmail(dot)com] |
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Severo Ochoa: l’uomo dietro l’RNA | ||||
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Vista la necessità di una necessaria capillarità che questo piano vaccinale ha il dovere di raggiungere rispetto ad altre campagne vaccinali del passato come quelle condotte per debellare il vaiolo, la poliomielite, il tetano, l’epatite nelle sue varianti, la meningite e tante altre, la Scienza e il suo braccio destro operativo, le grosse Case Farmaceutiche, hanno messo in campo tutte le loro forze per dapprima studiare questo nuovo virus, ormai da tutti conosciuto come SARS-CoV-2, e poi per cercarne l’opportuno vaccino. Tralasciamo in questa sede i problemi politici e gli interessi economici che hanno caratterizzato questi ultimi mesi: il dato di fatto è che alla fine i vari governi si sono ritrovati a dover scegliere tra più vaccini che si sono resi disponibili sul mercato.
E da allora tutti i successivi vaccini funzionarono allo stesso modo, attraverso l’inoculazione di una forma modificata, meno virulenta, del virus stesso, non provocando la malattia ma “insegnando” al nostro sistema immunitario a rispondere agli attacchi. Il sistema immunitario riconosce l’’intruso’ e produce gli anticorpi che utilizzerà quando incontra il vero nemico. Ma la Scienza avanza e da quando nell’ormai lontano 1953 J. D. Watson e F. Crick scoprirono la struttura del DNA, la branca della Genetica la fa da padrone e qualsiasi ricercatore deve fare i conti con quella strana struttura nota come doppia elica. Ma più che il DNA a noi interessa l’RNA, anche lui un acido nucleico, e in particolar modo l’mRNA, dove quella piccola “m” fa la differenza e sta ad indicare la funzione di messaggero dell’acido stesso.
Ed ecco quindi come, grazie a questa intuizione, sono stati prodotti accanto ai classici vaccini, anche quelli a mRNA.
Ultimo di sette figli, nacque a Luarca il 24 settembre 1905. La prematura scomparsa del padre, avvocato e uomo d’affari, costrinse la famiglia a trasferirsi a Malaga; vissuta in condizioni disagiate, l’esperienza di quegli anni formò il suo carattere e la passione per gli studi. Il suo interesse per la biologia fu stimolato dai lavori sulla struttura del sistema nervoso del premio Nobel Santiago Ramon y Cajal, che non riuscì ad incontrare pur frequentando la facoltà di medicina a Madrid.
Ancora studente si fece notare per il suo talento e riuscì già in così giovane età a pubblicare diversi lavori su prestigiose riviste scientifiche. In quegli anni frequentò un ambiente molto stimolante a contatto di personaggi quali il pittore Salvator Dalì e il poeta Federico Garcia Lorca. Potè inoltre assistere a seminari tenuti da grandi scienziati dell’epoca come Marie Curie e Albert Einstein.
Questi studi gli valsero il Premio Nobel nel 1959, riconoscimento che divise con il biochimico americano Arthur Kornberg. Nel 1942 Ochoa emigrò negli Stati Uniti e nel 1956 ottenne la cittadinanza. Continuò i suoi studi sugli enzimi, isolandone molti, e si dedicò anche allo studio delle funzioni della vitamina B1.
Ritiratosi dall’Università all’età di 69 anni, continuò il suo lavoro presso il Roche Institute of Molecular Biology; ormai ottantenne decise di rientrare in Spagna dove poi morì il 1 novembre 1993. Sergio De Benedictis
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