Il bastone di Asclepio | ||||
a cura di Sergio De Benedictis [sergio.debene(at)gmail(dot)com] |
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L'Istituto Ortopedico di Napoli | ||||
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La storia dell’Istituto si intreccia agli inizi con la storia di chi, come filantropa, volle fortemente la sua costruzione. Nel ricordo della educatrice e scrittrice Adelaide Pignatelli, così viene tratteggiata la figura di Teresa Filangieri Ravaschieri Fieschi: “Schiava del tempo in cui visse, del paese in cui nacque, degli impegni e dei preconcetti fra cui svolse la sua vita domestica, seppe aggirare tutti questi ostacoli per giungere ai purissimi suoi fini. La schiavitù aguzza l'ingegno, v'insegna a tacere, a fortemente aspettare; a negoziarvi la libertà di parola contro la molto più importante libertà d'azione.” Nata a Napoli nel 1826, figlia del generale Carlo Filangieri e nipote del grande illuminista Gaetano, Teresa sposa nel 1847 il duca Vincenzo Ravaschieri Fieschi. La sua attività filantropica ha inizio a metà secolo, quando la giovane aristocratica frequenta i più prestigiosi salotti nobiliari della capitale borbonica. In una prima fase, l'attività caritativa si unisce alla passione per il teatro amatoriale: il ricavo degli spettacoli allestiti viene destinato alla beneficenza. Anche i rapporti con i domestici e con le classi povere sono improntati al patronage: Teresa raccoglie dalla strada ragazzi e ragazze cui insegna a leggere e a scrivere, li educa nella propria casa come domestici (pratica ricorrente nelle élite ottocentesche). Dopo l'Unità, la filantropia di Teresa esce dai salotti e dalla sfera delle relazioni private per imporsi sulla scena cittadina e istituzionale. Nel 1879 inizia a lavorare al suo progetto più ambizioso, nel quale, col consenso del marito, impiega parte della sua dote: l'ospedale per malattie infantili intitolato al nome della figlia Lina scomparsa, appena adolescente, nel 1861. L'ospedale viene inaugurato nel 1880, grazie a finanziatori illustri, tra cui la coppia reale. Nacque così l’ospedale “Lina Ravaschieri”. L’inaugurazione dell’ospedale ebbe luogo con gran concorso di popolo e di autorità. Fu commovente e solenne a giudicare dagli echi suscitati nella stampa cittadina e dai favori che incontrò fin dai primi giorni dì esercizio. A Bologna l’istituto Rizzoli stentava a decollare quanto invece a Napoli il “Ravaschieri”( o come in città si usava chiamarlo al genere femminile“ La Ravaschieri”) faceva parlare di se con vasto consenso. Negli anni la struttura si è evoluta e modernizzata ed ancor oggi ha sede a Napoli, in Riviera di Chiaia, tra i luoghi più suggestivi della città partenopea, accanto alla struttura dell’ospedale Santobono. Fonte: http://www.ortopedicaospedaliera.it/
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