Il bastone di Asclepio
a cura di Sergio De Benedictis [sergio.debene(at)gmail(dot)com]
Dal mito di psiche alla moderna psichiatria

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Il nome e successivamente il termine derivano dal greco “psyché” di difficile traduzione ma che potremmo semplicisticamente associare alla parola “anima”.
Il mito vuole la giovinetta, che Apuleio nella sua favola descrive come fanciulla di rara bellezza, priva di pretendenti e il padre, su consiglio del solito oracolo, la porta su un monte dove un mostro sarebbe venuta a prenderla. Rapita, viene trasportata in un meraviglioso palazzo, dove ogni notte viene visitata dallo sposo misterioso, che però le proibisce di guardarlo in faccia.
Ma come sappiamo “la curiosità è donna” e Psiche cade in tentazione; volendo conoscere le fattezze del suo sposo, ne rischiara il volto con una lampada ad olio mentre giace addormentato al suo fianco; ma facendo inavvertitamente cadere una goccia di olio bollente sul braccio del suo amato lo sveglia e costui, che altri non è che il Dio Eros, Cupido per i romani, la scaccia e solo la successiva intercessione di Giove potrà calmare le ire del Dio.

Pertanto quando si volle dare un nome a quella branca della medicina che aveva come obiettivo “la cura dell’anima” si coniò il termine di psichiatria.


Nel periodo antico e per tutto il medioevo, sia la medicina ufficiale che la credenza popolare attribuirono le turbe mentali a forze demoniache che dall’esterno prendevano possesso del corpo del malato, anche se Ippocrate e lo stesso Galeno parlavano di “lesioni” alla facoltà dominante del cervello. Col diffondersi del Cristianesimo troviamo le figure dei Santi guaritori, la cui pratica verrà fatta propria dalle successive figure religiose degli esorcisti.
Tra tutti ricordiamo San Vito il cui omonimo “ballo” caratterizzava le movenze di coloro i quali oggi la medicina riconosce come malati affetti da epilessia.

Il medico nella cura si avvale di indagini conoscitive e di un successivo trattamento farmacologico; in passato note erano le proprietà allucinogene delle solonacee velenose e le virtù euforiche del papavero da oppio. Melampo, veggente greco, usa l’elleboro e l’aconito diluiti in latte di vacca per rinsavire le figlie del re Preto.

Ma a buon diritto possiamo indicare come fondatore della moderna psichiatria il neurologo francese Philippe Pinel (1745-1826) che, rischiando anche la vita, riconsidererà il malato di mente come un essere umano da curare all’interno di una struttura ospedaliera.

Precursore di Pinel è l’olandese Johannes Wier (1515-1588) medico alla corte del duca Guglielmo III di Julich che rifiuta le credenze in fatto di stregoneria ed esorcismi nei confronti dei malati mentali. Seguendo gli insegnamenti di Pinel, l’anatomico e psichiatra J.C. Schroeder van der Kolk ( 1797-1862) riesce a far diventare un obbligo di legge ( Lunacy Act del 1841 ) le ispezioni negli “Asylum” come allora venivano chiamati gli ambienti di ricovero dei malati mentali.

Oltreoceano ricordiamo Benjamin Rush (1745-1813) che oltre a produrre il primo testo americano sulla disciplina, fu politicamente impegnato nel partito repubblicano e contribuì alla stesura della Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America.

Da questo momento il cammino della psichiatria si fa più organico e segue di pari passo le nuove conoscenze cliniche e anatomiche delle malattie del sistema nervoso.


Insospettate connessioni con la psichiatria ha invece un gigante della storia della scienza e della medicina : Charles Robert Darwin (1809-1882). Il naturalista inglese è certamente più famoso per la sua opera monumentale sull’origine della specie; ma il suo saggio “L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali” rimane ancora oggi un messaggio valido sul valore e sul significato dell’inconscio.

Figura minore è Paul Ferdinand Gachet (1828-1909), il quale pittore anch’egli, ebbe tra i suoi pazienti Vincent van Ghogh. Passando attraverso studi di entomologia, approda alla psichiatria Henri Forel (1848-1931) e si distingue oltre che per la sua attività professionale anche per il suo impegno sociale e politico, che lo portano a chiedere la modifica del codice penale con riflessi anche sul malato mentale.

Ricordiamo anche il russo Grigory Nicolajewitsch Minch (1866-1936) che individua nella zona prerolandica del cervello la sede dello scatenamento dell’attacco epilettico.

Si affaccia ora sulla scena la controversa figura di Sigmund Freud (1856-1939) fondatore della psicanalisi; nei suoi studi si oppone criticamente al concetto di una diretta localizzazione cerebrale dei fenomeni psichici. Perseguitato dalle leggi antirazziali lascia l’Austria nel 1938, morirà a Londra all’età di 83 anni.

Continua la sua opera l’allievo Carl Jung (1875-1961) il quale formatosi in un ambiente familiare religioso e con una madre dal carattere fortemente superstizioso, abbraccia gli studi medici e si laurea con una tesi sui fenomeni paranormali. Ammiratore e seguace in un primo tempo di Freud, fonda successivamente una sua scuola di Psicologia Analitica. Nel 1908 organizza a Salisburgo il primo Congresso Internazionale della disciplina.