Il bastone di Asclepio
a cura di Sergio De Benedictis [sergio.debene(at)gmail(dot)com]
Dai Flying Doctors ai medici nello spazio

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Che rapporto intercorre tra scienze mediche ed attività connesse con lo spostamento e la permanenza dell'uomo nello spazio aereo e a grandi altezze ?

L'Accademia Internazionale di Medicina Aeronautica e Spaziale, fondata nel 1955, e di cui qui mostriamo l’annullo relativo al XIII Congresso Internazionale del 1964, nasce con l'obiettivo di promuovere le conoscenze mediche in ambito aerospaziale. La Medicina Aerospaziale è un campo della Medicina che si occupa della salute , sicurezza ed efficienza di coloro i quali sono coinvolti in attività aerospaziali.
Sin dalle prime ascensioni in mongolfiera medici o cultori di scienze affini si sono occupati dei problemi della patologia derivante dal volo. Analogamente a quanto si è verificato ai giorni nostri per i primi lanci in orbita in cui si utilizzarono specie animali, il 19 settembre del 1783 un montone, un gallo e un'anatra vengono issati a bordo della mongolfiera "Le Reveillon" e mostrano di sopportare molto bene il battesimo dell'aria. Nasce con quella ascensione la medicina aeronautica.

Come spesso avviene in campo medico, anche la medicina areospaziale utilizza cavie per osservare gli effetti della permanenza nello spazio. La più famosa, la cagnolina Kudrjavka, comunemente nota come Laika, che era invece il nome convenzionale russo della razza. A bordo del secondo satellite artificiale russo, lo Sputnik 2, lanciato il 3 novembre 1957, restò in orbita per 162 giorni rientrando in atmosfera il 14 aprile 1958.

Successivamente varcarono l'atmosfera con i successivi Sputnik Strelka, Chernushka, Zvezdochka e Belka, qui ritratti tutti insieme in questo bollo bulgaro. Zvezdochka (piccola stella) precede di pochi giorni a bordo dello Sputnik 10 Yury Gagarin .
I cuccioli Verterok e Ugolyok sono invece detentori del record di permanenza nello spazio ( su volo orbitale ).

Già nel 1590 il padre gesuita Josè de Acosta (1559-1600) dà una prima testimonianza del danno da rarefazione di ossigeno a grandi altezze. Viaggiando sulle Ande peruviane e cilene egli descrive il "soroche" come è chiamato presso gli Indios il "mal di montagna". Le sue testimonianze trovano una similitudine in quelle evidenziate nel corso dei primi viaggi in pallone.
Nel 1804 i francesi Louis Joseph Gay-Lussac (1788-1850), chimico e Jan Baptiste Biot (1774-1862), astronomo, effettuano una ascensione in mongolfiera fino a 7.016 metri e descrivono i disturbi dovuti alla ipossia.

Già qualche anno prima però il medico Jan Francis Pilatre de Rozier (1756-1785) studia il fenomeno e cerca di porvi rimedio. Dopo aver condotto studi nel campo delle Scienze Naturali approda alla Medicina e diventa un valente chirurgo. Amante dell'avventura e affascinato dalle esperienze dei fratelli Montgolfier, fa la sua prima ascensione aerea nell'ottobre del 1783.

Due anni dopo porta con sè a bordo una borsa piena di ossigeno alla quale collega un tubo che termina con una sorta di mascherina da applicare al viso.

Il dispositivo, primo esempio di autorespiratore, sarebbe dovuto servire a preservarlo dai disturbi d'alta quota; egli trova invece la morte per lo scoppio del pallone.

Con il progredire degli studi vengono proposti i primi sistemi per ovviare agli inconvenienti riscontrati alle alte quote. Abbiamo così la campana di pressurizzazione di Paul Bert e la maschera respiratoria di Herman von Schorotte.


Cartolina Postale dell'Amministrazione Francese da Auxerre città natale di Paul Bert

Il fisiologo francese Charles Robert Richet (1850-1935) , oltre ad essere insieme a Portier lo scopritore dell'anafilassi, va ricordato come il primo ad aver condotto studi sui danni psicologici derivanti dall'attività aeronautica. Richet e Portier qui ritratti insieme al principe Alberto di Monaco, loro mecenate.

"Egli fornì un mantello di sicurezza a luoghi selvaggi ed isolati"

L'epitaffio, scolpito nel granito di un blocco sepolcrale eretto in Alice Springs, si riferisce al reverendo presbiteriano John Flynn, fondatore del corpo volontario dei "flying doctors" istituito il 15 maggio 1928.

A quel tempo dall'outback australiano, territorio vasto come l'Europa, arrivavano spesso notizie di morti dovute ad incidenti che non potevano essere ben affrontati causa mancanza di personale medico.
Attraverso gli sforzi di John Flynn nacque l'Australian Inland Mission, che attraverso le cure verso i malati si proponeva anche di diffondere il messaggio cristiano tra le popolazioni isolate nell'entroterra.

Fin dall'inizio apparve subito importante, oltre al corpo medico e all'aereo, l'utilizzo di una radio; serviva un apparecchio economico, affidabile in condizioni estreme ma soprattutto alimentabile in assenza di energia elettrica. Dall'incontro con Alfred Traeger, qui ritratto mentre mostra una foto giovanile che lo vede alle prese con la sua invenzione, nacque una radio alimentata a “pedale”, che lasciava l'operatore con le mani libere per attivare l'apparecchio Morse.


Fu acquistato dalla compagnia aerea QANTAS un apparecchio monoelica De Havilland 50, sufficiente a trasportare una barella, un membro di equipaggio e quattro passeggeri incluso il paziente.

Nei primi mesi dell'anno 1927, non ancora organizzati, effettuarono il primo soccorso presso le miniere di Mt Isa; dalla base di Cloncurry partirono il dottore George Simpson e il pilota Norman Evans.

Successivamente furono assunti a tempo pieno il dottor K. St Vincent Welch e il pilota A. Affleck. Il primo volo ufficiale risale al 15 maggio del 1928; nel primo anno il servizio compì 50 voli, curando 255 pazienti e salvando da morte sicura almeno 10 persone. Il sogno di padre Flynn era ormai una realtà; la sua originaria “missione” era diventata la Royal Flying Doctor Service of Australia. Le basi di partenza si moltiplicarono velocemente : Port Hedland, Wyndham, Broken Hill, Kalgoorlie e Alice Springs.

Un analogo corpo di "Flying Doctors" fu istituito in Labrador nell'ambito della missione fondata da Wilfred Grenfell, medico missionario, visionario e fanatico ma tenace sino allo spasimo;

cercò di fornire supporto morale e materiale alle povere popolazioni esquimesi di quel luogo, fondando scuole e ospedali.

E quando si inizia a guardare allo spazio come nuova frontiera di conquista, tra gli uomini che ne fanno la storia riscontriamo la presenza di alcuni medici.
Ricordiamo il primo medico in assoluto, Boris Yegorov (1937-1994), che nel 1964 prende parte alla missione della Voskhod I, settimo lancio sovietico con equipaggio. Yegorov studiò le reazioni dei suoi compagni alla microgravità e prelevò campioni di sangue.

Vasily G. Lazarev (1928-1990) va in orbita due volte; la prima nel 1973 come comandante della Soyuz 12, che segue al lancio tragico della Soyuz 11, insieme al compagno O.G. Makarov, restando in orbita 2 giorni.

Tra gli americani ricordiamo Joseph Kerwin nato nel 1932 a Oak Park nell'Ilinois, il quale rimane per 28 giorni a bordo della stazione orbitante Skylab 2, dal 25 maggio al 22 giugno 1973, insieme con Charlie Conrad e Paul Weitz.

Possiamo quindi dire che i medici sono in volo da piu' di 200 anni.