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Il bastone di Asclepio | ![]() |
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a cura di Sergio De Benedictis [sergio.debene(at)gmail(dot)com] |
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Guardare dentro il corpo umano: la tomografia computerizzata |
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Nei secoli passati i medici hanno fatto largo dei cinque sensi: tatto, olfatto, vista, gusto e udito, usandoli come una vera e propria strumentazione diagnostica.
Ma ancora precedentemente si voleva “vedere” ciò che era normalmente nascosto, osservare al di sotto della pelle; per studiare il corpo umano Andrea Vesalio (1514-1564) ricorse alle prime dissezioni.
Ma si sa gli scienziati sono esigenti, non si fermano e vanno oltre: si voleva giungere ad una visione tridimensionale dei tessuti, specialmente di quelli molli, per non essere ad esempio limitati nella diagnosi dei tumori.
Dal 1947 al 1949 si trasferì nel Regno Unito dove fu inserito come ricercatore presso il Cavendish Laboratory del St. John’s College a Cambridge; qui conobbe la sua futura moglie Barbara Seavey. Per ragioni economiche rientrò in Sudafrica dove però si trovò isolato nelle sue ricerche non potendo disporre di laboratori attrezzati.
Si occupò della supervisione dei macchinari a radioisotopi e del controllo all’esposizione delle radiazioni dei suoi colleghi. Rimasto colpito dalle potenzialità di una diagnostica per immagini, iniziò a sperimentare varie possibilità al fine di ottenere immagini radiologiche tridimensionali, risultati pubblicati poi in vari articoli rimasti ignorati dalla comunità scientifica e che contenevano “in nuce” i primi fondamenti teorici della scannerizzazione dei tessuti umani attraverso la tomografia computerizzata assiale (CAT). La voglia di progredire lo fece migrare negli Stati Uniti, a Boston, dove nei laboratori della locale università continuò i suoi studi ed insegnamenti nella fisica delle particelle. Agli inizi degli anni ’70 ritornò l’interesse verso la diagnostica per immagini e Cormack si dedicò nuovamente a perfezionare il suo strumento (CAT): una serie di immagini radiografiche sezionali, processate al computer, ne generavano una tridimensionale dell’oggetto.
Ritiratosi nelle campagne del New Hampshire, sulle rive del lago Winnipesaukee, morì il 7 maggio 1998 all’età di 74 anni.
Sergio De Benedictis
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