Il bastone di Asclepio
a cura di Sergio De Benedictis [sergio.debene(at)gmail(dot)com]
Guardare dentro il corpo umano:
la tomografia computerizzata

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Nei secoli passati i medici hanno fatto largo dei cinque sensi: tatto, olfatto, vista, gusto e udito, usandoli come una vera e propria strumentazione diagnostica.



Nella pratica medica la ricerca ha cercato successivamente di amplificarli; ad esempio per l’udito ha ideato lo stetoscopio che aiuta nella auscultazione del paziente.
Il primo stetoscopio, strumento che, nella sua concezione moderna, potete facilmente vedere al collo o nelle tasche del camice di qualsiasi medico in corsia, fu inventato da René Laennec (1781-1826).


 

Ma ancora precedentemente si voleva “vedere” ciò che era normalmente nascosto, osservare al di sotto della pelle; per studiare il corpo umano Andrea Vesalio (1514-1564) ricorse alle prime dissezioni.

 

 


Nel 1895 Wilhelm Roenteng (1845-1923) scoprì i raggi X che gli fruttò il Nobel nel 1901; finalmente si poteva penetrare all’interno del corpo di un essere vivente.

 

Ma si sa gli scienziati sono esigenti, non si fermano e vanno oltre: si voleva giungere ad una visione tridimensionale dei tessuti, specialmente di quelli molli, per non essere ad esempio limitati nella diagnosi dei tumori.

Chi propose la soluzione non fu un medico ma un fisico: Allan MacLeod Cormack, nato a Johannesburg Sudafrica il 23 febbraio 1924. Da ragazzo mostrò una evidente passione verso l’astronomia, ma poi all’università scelse dapprima la Facoltà di Ingegneria Elettronica presso Città del Capo e poi definitivamente quella di Fisica specializzandosi in cristallografia.

Dal 1947 al 1949 si trasferì nel Regno Unito dove fu inserito come ricercatore presso il Cavendish Laboratory del St. John’s College a Cambridge; qui conobbe la sua futura moglie Barbara Seavey. Per ragioni economiche rientrò in Sudafrica dove però si trovò isolato nelle sue ricerche non potendo disporre di laboratori attrezzati.

 

Ma nel 1956 fece il suo ingresso nell’ambiente ospedaliero, iniziando a frequentare il Dipartimento di Radiologia del Groote Schuur a Città del Capo, ospedale che nel 1967 divenne famoso per il primo celebre trapianto di cuore ad opera di Christian Barnard.

 


 

Si occupò della supervisione dei macchinari a radioisotopi e del controllo all’esposizione delle radiazioni dei suoi colleghi.

Rimasto colpito dalle potenzialità di una diagnostica per immagini, iniziò a sperimentare varie possibilità al fine di ottenere immagini radiologiche tridimensionali, risultati pubblicati poi in vari articoli rimasti ignorati dalla comunità scientifica e che contenevano “in nuce” i primi fondamenti teorici della scannerizzazione dei tessuti umani attraverso la tomografia computerizzata assiale (CAT).

La voglia di progredire lo fece migrare negli Stati Uniti, a Boston, dove nei laboratori della locale università continuò i suoi studi ed insegnamenti nella fisica delle particelle. Agli inizi degli anni ’70 ritornò l’interesse verso la diagnostica per immagini e Cormack si dedicò nuovamente a perfezionare il suo strumento (CAT): una serie di immagini radiografiche sezionali, processate al computer, ne generavano una tridimensionale dell’oggetto.

 

Questa importante realizzazione gli valse il Premio Nobel nel 1979 insieme all’ingegnere britannico Godfrey Hounsfield. Una accoppiata di tecnici al servizio della medicina e non solo, visto che la loro scoperta oltre a generare altre diagnostiche come la PET (tomografia ad emissione di positroni) e la SPECT (tomografia ad emissione di singolo fotone) ha avuto largo uso anche nell’analisi dei materiali e dei manufatti archeologici.

Oltre al riconoscimento del Nobel, fu insignito di altre onoreficenze fra cui in ultimo la National Medal of Science, assegnata dal Presidente degli Stati Uniti a personaggi che abbiano apportato importanti contributi all'avanzamento della conoscenza nelle scienze comportamentali e sociali, nella biologia, nella chimica, nell’ingegneria, nella matematica e nella fisica.

Ritiratosi nelle campagne del New Hampshire, sulle rive del lago Winnipesaukee, morì il 7 maggio 1998 all’età di 74 anni.


Sergio De Benedictis
http://www.esculapiofilatelico.it/
23-09-2021