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Memorie di un anziano collezionista di storia postale (LXXXV parte): MAIL ART |
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Antonio Rufini | ||||||||||||||
§ 4 – Seguito con questo paragrafo a mostrare le Mail Art (create su Modelli 23-I), in parte prodotte “per associazione di idee” e con curiosissimi ritagli di stampa ed in parte realizzate anche senza vera associazione di idee tra francobolli incollati e ritagli vari a fianco incollati. Si tratta di tutti “collages”, di Mod. 23-I realizzati, come di dice oggi, mediante “decoupage”; mi ripeto: non ho vergogna di affermare che possa trattarsi di arte povera; ma è la verità, niente pastelli colorati, niente acquarelli, niente colori ad olio, niente tempere, solo carta ritagliata e incollata, per fine ludico…….. Ho già mostrato ai lettori de IL POSTALISTA altre mie opere simili nei tre precedenti paragrafi e col presente replico “sul tema”; proprio col presente supero abbondantemente i 100 documenti mostrati; a dire il vero di cosine simili ne ho altre e quelle che vado a mostrare hanno ormai 20 anni di vita, di vera circolazione nei canali delle Poste. Domina un tema, “la femminilità” nelle sue svariate faccettature e gli sconfinamenti dal tema sono sporadici (ma ci sono). Si tratta però di tutti invii molto particolari, forse unici; nel web di oggetti simili non se ne vedono affatto, a meno che coloro che ne detengano, che ne abbiano realizzati di simili o analoghi, abbiano un po’ di pudore, di vergogna a metterli in circolazione. Tanti anni or sono ero aiutato da un amico pugliese che poi m’è mancato quasi all’improvviso e che aveva sia tempo a disposizione sia, in materia, molta anzi moltissima fantasia: giudichino i lettori se “si” o “no” e buona visione. Inizio con tre varianti sul medesimo “tema” cioè giovani donne parzialmente denudate con vicino il “top” di costume creato da D. & G., contenuto nel valore facente parte del foglietto Design Italiano Alta Moda, anno 2002 (+ francobolli integrativi) Non ho pudore a ripetermi: alcuni miei invii di oltre venti anni fa con cotante Mail Art furono scandalosamente provocanti, chiaramente per i maschi, specialmente i giovani o giovanissimi ai quali, se già non “rodati” dal permissivismo che da allora iniziava ad essere dominante, potrebbero aver provocato qualche piccola tempesta ormonale, ma senza esagerare. Non so proprio se codeste Mail Art oggi potrebbero passare indenni, anche negli Uffici Postali, da critiche selvagge dato che il femminismo postmoderno attuale combatte rabbiosamente qualsiasi manifestazione di pensiero, anche in parte creativo, come se certe allusioni al corpo femminile, anche ingenue, fossero peccaminose verso una non so quale “religione”; in somma quasi bollate di “blasfemia”. Ma tant’è! Oggi nelle Poste non si bolla più quasi nulla; ma se potesse bollarsi qualcosa non mi sentirei più sicuro di creare, di far creare altre cosette simili a quelle sopra mostrate, per autentico mio personale “timore” di essere “rovinato” nel web. In somma oggigiorno può proporsi la “droga libera”, legalizzata o meno o l’odio razziale o politico ed altre cose similari e tutte “sante”, ma accennare ad argomenti che sfiorino, anche solo per la tangente, che accennino all’”eterno femminino” è di fatto interdetto. Mi sono autolimitato con l’allegare solo 30 scansioni, per il mio solito, noto timore di annoiare. Ma non finisce qui.
Antonio Rufini | ||||||||||||||
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