<Per abbreviare le operazioni di accettazione delle corrispondenze Raccomandate gli utenti che sono soliti spedire giornalmente un numero considerevole di invii della specie (Istruzioni Servizio Corrispondenze art. 225; Bollettino Ufficiale 30/1972 parte seconda paragrafo 137) possono accompagnarli con una “DISTINTA” Mod. 287 in doppia copia ed hanno inoltre la facoltà di presentarli già affrancati (Nota DCPS/1/1/23548/172/88 del 12/2/1988; B.U. 4/88 parte seconda paragrafo 21). Gli Uffici Postali accettanti possono consentire che gli utenti predispongano proprie distinte “compilate a macchina” purchè sulle medesime siano riportati i dati previsti nel citato Mod. 287 (Istruzioni Servizio Corrispondenze art. 226; B.U. 30/1977 parte seconda paragrafo 137), ma è vietato scrivere promiscuamente sullo stesso Mod. 287 corrispondenze Raccomandate e Assicurate (Istruzioni servizio Corrispondenze art. 227). Gli Uffici Postali cui siano presentati oggetti inseriti su Mod. 287 devono anzitutto confrontare questo con gli oggetti, fare la ricognizione per accertare la regolarità dell’eventuale francatura, nonché il confezionamento ed il peso preciso di ciascun oggetto e l’adempimento di tutte le altre prescrizioni stabilite (Istruzioni Servizio Corrispondenze art. 227). Gli Uffici Postali forniti del Mod. 22/L staccano da questo tanti cartellini quanti sono gli oggetti presentati, scrivono sulla matrice corrispondente ai cartellini staccati <Dal numero……al numerio……vedi distinta annessa del mittente……..> (Istruzioni Servizio Corrispondenze art. art. 227; B.U. 30/1977 parte seconda paragrafo 137); gli Uffici non provveduti del registro Mod. 22/L adoperano invece il Mod. 22/E nel quale debbono lasciare in bianco tante caselle quanti sono gli oggetti accettati e vi scrivono trasversalmente la sopra descritta annotazione. I numeri che contraddistinguono il primo e l’ultimo oggetto descritto sulla Distinta Mod. 287 vengono annotati a tergo della distinta stessa, dopo di che una copia del Mod. 287 debitamente firmata per ricevuta e munita del bollo del giorno è consegnata al mittente mentre l‘altra è unita al registro di accettazione.>
Ho riportato succintamente ed in carattere corsivo la normativa dell’epoca prevista per la spedizione “in distinta” di Raccomandate (e Assicurate) e, volutamente, ho omesso di riportare le piccole modifiche introdotte nella normativa a seguito a) della affrancatura di privati mediante Macchine Affrancatrici prive di numeratore (quelle con le quali non fosse possibile la postalizzazione diretta); b) dell’accettazione mediante timbro metallico numeratore in cartella a tre scatti; c) dell’accettazione di Raccomandate già affrancate mediante Macchina Affrancatrice, usando la M.A. dell’U.P. solo come “accettante” e non tassante (Hasler, Citis, Sysco, Pitney, etc.) o col sistema “Tracking & Trsacing” (con etichette autoadesive) o con le nuove affrancatrici Olivetti, TP Label, etc., perché il “senso” della normativa non muta affatto.
Premetto che col servizio di raccomandazione ho spedito quasi esclusivamente lettere, Cartoline postali di Stato e Biglietti postali (in distinta), mai altre cose se non dopo il 2010 e cioè alcune stampe raccomandate; in distinta non ho mai spedito Assicurate o oggetti in contrassegno.
Ed allora perché questa memoria ?
E’ presto detto: perché di spedizioni in distinta ne ho sempre fatte tantissime, ma della maggior parte delle relative –distinte- (si trattava di Storia Postale, avevano il bollo degli Uffici accettanti…..) non ho più nulla perché sono finite in mano al cliente interessato, pagante e per il quale feci le spedizioni.
Però qualcosa mi è restata in mano e posso mostrarla.
Preciso che non sono mai riuscito ad acquistare agli sportelli postali un Mod. 287 che, oltretutto, costava pochissimo (£. 1.200) perché nei primi anni ’80, quando iniziai a cercarlo, a Roma Centro (Piazza San Silvestro) e a Roma Belsito quel modello era inesistente, o esaurito o proprio mai avuto per la vendita al pubblico; avrei dovuto acquistarlo facendo il relativo versamento con bollettino di conto corrente postale Mod. CHB/quater, ma senza avere la certezza di quando l’Amministrazione Postale me lo avrebbe spedito; così come si dice, “tagliai la testa al toro” ed un blocchetto di 100 modelli (doppi, madre/figlia) per distinta lo acquistai in cartoleria; è il Modello Buffetti 6595/C che più avanti mostro; è fabbricato con carta autoricalcante (il primo foglio al verso è impregnato di una sostanza chimica “trasmittente” e l’altro ha una sostanza “ricevente” al recto; ed il fabbricante romano ha perfino predisposto un cartoncino da mettere sotto l’originale e la copia, così da impedire di scrivere improvvidamente chissà quanti altri fogli sottostanti) (1); chiaramente su codesti modelli Buffetti è obbligatorio scrivere con penna a sfera tipo Biro e calcare bene (2), altrimenti la copia viene malissimo, tanto che per alcune distinte mi sono “imbarcato alla grande” e la copia l’ho fatta, l’ho realizzata con carta copiativa blu a mano e non con la carta “carbone” d’una volta, quella che s’usava per le “veline” degli atti giudiziari che venivano scritti con la macchina da scrivere Olivetti (ottima la elettromeccanica sulla quale poteva modificarsi la pressione dei “martelletti” a seconda della necessità, delle coèie!). (3)
Io supposi che i blocchetti di distinte “copiate” dal Mod. 287 delle Poste, come il tipo Buffetti, ebbero una buona diffusione dato che sulle ricevutine Mod. 22-E gli impiegati postali non erano mica dei calligrafi, non stavano mica a perdere tempo e ciò che manoscrivevano spesso aveva del “vergognoso”, mentre i mittenti, sulle distinte da essi preparate, scrivevano bene o benissimo.
Insomma il fascicoletto Buffetti eccolo (con copertina e rilegato sul lato sinistro su di un cartone pesante con punti metallici e colla: è di cm. 30 x 23 ma qui ridotto come tutto il resto che mostrerò a 2/3 <66%>, sennò non entra nel foglio A4) e chissà quanti altri, uguali o analoghi, li avranno usati come me:
Antonio Rufini
28-08-2023
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