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Memorie di un anziano collezionista di storia postale (XLIV parte): Interi postali usati per emergenza come avvisi di ricevimento |
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Antonio Rufini | ||||||||||||||
Nel corso degli anni mi sono capitati, in massima parte regalati, alcuni Interi Postali (tutte Cartoline Postali di Stato, mai Biglietti Postali di Stato) usati per emergenza come Avvisi di Ricevimento. Durante la contestazione post 1968 e gli scioperi che per un decennio hanno malmesso tutta l’Italia, deve essersi verificata, ancora, se non una mancanza di Modelli stampati, forse una mancanza di distribuzione degli Avvisi agli Uffici Postali, ma la cosa credo sia stata passeggera. Difatti l’ultimo intero trovato in giro, usato come Mod. 23-I è del 1979. Da quel tempo, per quanto io abbia potuto controllare, gli stampati di Avvisi usati sono stati sempre quelli stampati dall’I.P.S. (poi I.P.Z.S.) e anche da tipografie private, ma su diretto conferimento di stampa delle Poste che hanno appaltato diversi quantitativi per motivi di urgenza, credo (1). Ricordo ai lettori che spesso l’intero postale usato come Avviso fu di dimensioni ben maggiori dell’Avviso rosso distribuito gratuitamente; ma la cosa non deve aver disturbato più di tanto dato che gli interi usati per emergenza venivano “spillati” sulla Raccomandata o Assicurata con le quali viaggiavano (non comuni gli Avvisi con Pacco Postale); posso solo ricordare che spesso l’Intero/Avviso era più grande della busta alla quale veniva spillato, perché fino a tutti gli anni ’60 o poco dopo per le buste da lettera predominava il formato 9 x 14 che era (ed è) in formato busto metro, quindi “normalizzato” o anche formato più piccolo (ma io non ho mai visto Raccomandate nel formato “biglietto da visita”); anche se Raccomandate e Assicurate non venivano “trattate” dagli Uffici (poi dai C.M.P.) assieme alla posta ordinaria, né l’Avviso/Intero né la spillatura portavano perdita di tempo o disagio più del dovuto. Spesso la Cartolina Postale allo stato di “usata” (circolata), anche integrata di francobolli per adeguamento tariffario, ha valore bassissimo il minimo “commerciale” (quello in astratta ipotesi ipotizzato dai Cataloghi); quando la stessa Cartolina Postale venne usata come Avviso di Ricevimento, beh allora vale un pochino di più. Ma solo un pochino e tranne casi particolari per affrancature aggiunte, per bolli o luoghi di origine. Occorre infatti ricordare che da una certa data (15/6/1953) il numero delle Cartoline Postali emesse dal Poligrafico (tiratura) è stato prima di un milione di esemplari, poi di due, per scendere poi a 300.000, 700.000 e 800.000, quindi quantitativi giganteschi; occorre anche considerare che è più facile conservare, tesaurizzare, collezionare una Cartolina Postale che un francobollo incollato su busta o sciolto (usato e scollato) e quindi di una “tiratura” anche dei tempi passati è normale che ce ne siano in circolazione anche migliaia di pezzi. Però l’uso emergenziale come Avviso di Ricevimento rappresenta un “quid plus”. Ho conservato qualcosa, non molto di più, anche se avrei voluto mettere in album, per ogni emissione di Cartolina Postale, almeno un esemplare usato come Avviso; mi è stato impossibile. Mostro qualcosa di ciò che ho raccolto e senza esagerare col numero delle immagini (mi è successo, mi è successo qualche mese or sono e, rivedendo la mia memorietta posso dire di esserne “pentito”; le guarentigie ci saranno anche per un “pentito” di Storia Postale, non sono state inventate mica solo per i “collaboratori di giustizia” !) (2) Alcuni interi sono stati integrati; altri no. C’è da aggiungere, però, che la tassazione degli Avvisi di Ricevimento ha comportato cambiamenti nel tempo; per i primi 5 anni della Repubblica l’Avviso è stato assimilato (“imparentato”, come dicono certi tecnici) alla lettera di primo porto (aperta), per 23 anni successivi la tassa è stata pari a quella della Cartolina Postale di Stato, poi per 8 anni a quella delle partecipazioni a stampa e cartoline illustrate, di seguito per un anno è stata pari alla tassa per la fattura commerciale aperta, per i 2 anni successivi pari a quella della Cartolina Postale di Stato e dal 1996 pari alla lettera (aperta) di primo porto con tutti gli aumenti tariffarti verificatisi in questi ultimi 25 anni circa.
Di quelli sopra mostrati, tranne due, gli altri sono “massacrati dalla ruggine dei punti metallici coi quali vennero uniti alle buste delle Raccomandate ma, come spesso ho affermato e qui confermo. “……questo ha passato il Convento……”. NOTE: 1) Molte Società (Banche ed Assicurazioni), Enti Statali (anche Uffici Giudiziari e Finanziari) ed Enti del cosiddetto “Parastato” (es.: I.N.A.I.L. ed I.N.P.S.) ed altri, rammento, si fecero autorizzare dall’Azienda Postale alla stampa in proprio dei Mod. 23-I, senza usare gli stampati dell’I.P.S.. Antonio Rufini | ||||||||||||||
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