§ 2) Le Poste hanno emesso quantitativi smisurati di Cartoline Postali e per elencarle con immagini anche al 20% dell’originale, occorrerebbe editare un Catalogo spesso per lo meno la metà di un catalogo di F.D.C.. Le edizioni di cartoline sono state eseguite sia con distribuzione gratuita (come, per esempio, quelle pubblicitarie dell’Azienda edite nel 1996 e di cui al precedente paragrafo) e sia a pagamento, magari anche a richiesta di Enti e Comitati terzi.
Non voglio mischiare con le Cartoline Postali gratuite (POSTCARD) quelle <simili> ma prodotte per altri scopi: mi riferisco in particolare alle “CARTOLINE FILATELICHE” la cui messa in commercio iniziò il 5/1/1999 (due cartoline della “Civiltà Contadina”!) e poi seguitò con cartoline riguardanti anche l’emissione di francobolli, tutte a pagamento. Ne mostro una a caso:
Non voglio nemmeno immischiare le cartoline “commemorative” a pagamento per Manifestazioni nazionali ed estere (le prime del 2/8/1958 dette “Cavallino” con la scritta “GIORNO DI EMISSIONE” e poi quelle di sessanta anni fa per il CINQUANTENARIO DELLE POSTE ITALIANE con in alto a sinistra il disegno di una diligenza postale, un treno ed un aereo <tutte prodotte dall’I.P.S.> o di quelle commemorative di località italiane corrispondenti alla apertura di altrettanti Sportelli Filatelici. Mostro una “100° delle Poste” ed una a caso di “Manifestazione” (entrambe a pagamento).
Questa puntata è dedicata principalmente alle cartoline “gratuite” emesse per altri scopi promozionali dell’Azienda Postale, ed è dedicata anche alle POSTCARD emesse per permettere all’utenza la richiesta di un qualche “servizio” (questo sì a pagamento); in questo numero sono ricomprese anche le poche POSTCARD emesse per altri scopi (ma sempre gratuite) nelle quali però, al recto o al verso, compaia la denominazione o il Logo sociale e che comunque siano state elaborate e stampate da Poste Italiane.
Tanto premesso ci sarebbe da domandarsi il perché dell’emissione di POSTCARD gratuite da parte delle Poste, rettangoli di cartone colorato che solo per progettarli e produrli debbono aver avuto un “certo” costo che, anche se modesto, moltiplicato per centinaia di migliaia di pezzi deve aver avuto un “certo” impatto economico, non era mica come un paio di pieni di benzina per una Fiat Panda destinata al portalettere o allo svuotamento delle buche di impostazione; e sorvolo sui costi di distribuzione perché anche se le Poste provvedevano in proprio al trasporto, trattandosi di quintali e quintali di cartone, qualche aggravio di spesa di viaggio lo avranno pure avuto!
Sempre tanto premesso, come fare a distinguere una POSTCARD delle Poste da altre stampe di dimensioni simili o analoghe e distribuite sempre gratuitamente? E’ semplicissimo! Al verso la POSTCARD può sembrare una Cartolina Postale di Stato ma senza stampa del francobollo: sono predisposte per la spedizione postale, c’è lo spazio per i dati del destinatario a destra e a sinistra lo spazio per convenevoli, data, firma etc. Le altre cartoline a stampa senza tali spazi al verso non sono POSTCARD. Sono importanti anche le dimensioni, circa 15 x 10,5 centimetri, poco più o poco meno; se molto di più si sconfina nelle MAXIMUM, se molto meno si sconfina nel cartoncino/biglietto da visita.
Detto quanto sopra, le POSTCARD sono state e sono l’alternativa dei “Depliants” anch’essi in distribuzione gratuita generalizzata negli Uffici (tanti: Servizi Postali, Servizi a Denaro, Servizi per la Pubblica Amministrazione, Servizi Finanziari, Assicurazione, Poste-Shop ed altro). Il rapporto tra Depliant emessi e POSTCARD emesse è grandemente favorevole ai Depliant; così, ad occhio potrei ipotizzate circa 25/1 (venticinque Depliant distribuiti per ogni POSTCARD). Il perché è ignoto e deve trattarsi di segreto aziendale.
Sicuramente le Poste debbono aver avuto una ricaduta per le POSTCARD distribuite gratuitamente, “ricaduta” sia economica che di immagine a breve o a lungo periodo.
Le cartoline hanno fatto l’en plein (unitamente ai depliant) assieme a tutti gli altri mezzi di pubblicità a disposizione e sono state una rilevante parte del settimo veicolo pubblicitario possibile, dopo Cinema, Televisione, Radio, Cartelloni/Manifesti, Stampa quotidiana/periodica e Internet.
Perché tanta importanza a codesta pubblicità a mezzo delle POSTCARD la quale a prima vista sembrerebbe una pubblicità “marginale”? La risposta la hanno fornita le agenzie e società che hanno effettuato ricerche anche commerciali tra gli utenti e i consumatori, in somma le società di ricerche di mercato delle quali, noi non addetti ai lavori, scopriamo l’esistenza in TV allorquando vengono incaricate di indagini varie (a campione) o ricerche in materia elettorale, prima delle elezioni e alla conclusione di esse con gli “exit poll”.
Codeste indagini di mercato sulle POSTCARD in genere (cartoline che, detto per inciso, vengono preparate, usate e distribuite da migliaia di Ditte ed Imprenditori ormai da decenni, da più di tre decenni), hanno accertato, come segue, cosa accade dopo la distribuzione, o più correttamente dopo che i consumatori le abbiano prelevate dagli appositi espositori (1):
- il 21% dei “raccoglitori” le appende (sono le POSTCARD “trofeo”)
- il 23% del pubblico le spedisce (fine per il quale, astrattamente, vennero prodotte)
- il 55% del pubblico “raccoglitore” le conserva (POSTCARD tesaurizzate)
- l’80% dei “prelevatori” dai dispenser memorizza almeno un’immagine presente nelle POSTCARD (è il fine veramente “pubblicitario” al quale sono destinate).
Parrebbe un risultato, se confermato al corrente (anni 20 del XXI Secolo) sorprendente e ci sarebbe da chiedersi se qualcuno, nella Direzione Comunicazioni e Relazioni Esterne di Poste Italiane S.p.A., sia ovvero sia stato al corrente con i dati statistici che ho riportato, quanto meno per confrontare i risultati pubblicitari tra Depliant e POSTCARD fatti stampare e distribuiti gratuitamente. Per dirla in maniera “brutale” almeno il 50% delle POSTCARD gratuite viene conservato, non è che succede quello che invece capita ai Depliant che vengono bellamente letti superficialmente e poi cestinati, e basta!
Ci sarebbe, da ultimo ma non per ultimo argomento, da rispondere alla domanda pregiudiziale “PERCHE’ COLLEZIONARE LE POSTCARD di Poste Italiane?”. La risposta è semplice e per darla occorre usare quattro mezzi di indagine:
- a) i CATALOGHI; le cartoline POSTCARD vengono catalogate e valutate, come i Francobolli, gli Interi Postali, le Buste Primo Giorno, la Posta Aerea, le Maximum, le Affrancature Meccaniche sia delle Poste che dei Privati, la Posta Militare, la Storia Postale Generale, etc.; i Cataloghi sono sia a stampa ed in vendita in tutta Italia (editoria), sia artigianali, fatti per un ristretto numero di appassionati, quasi sempre stampati, spesso in formato PDF da scaricarsi da Internet; sulle catalogazioni non voglio pronunciarmi, quasi sempre lavori precisi realizzati da ultra specializzati o da grandissimi appassionati del settore specifico; sulle valutazioni ho in generale qualche riserva, già espressa su precedenti puntate de IL POSTALISTA;
- b) i listini (a stampa o digitali spediti per Posta e messi in rete per gli appassionati) di vendite a prezzo fisso o all’asta, listini realizzati al 75% da venditori professionali (quelli con Partita IVA); e nei vari listini compaiono le POSTCARD delle Poste, sia nuove che circolate; anche sui listini non intendo pronunciarmi; in generale fatti bene, alcuni semplicemente perfetti (realizzati su carta patinata e a colori, etc.); sulle valutazioni, sui prezzi richiesti, avrei qualche riserva sulle valutazioni spesso troppo alte, ma si tratta di un’opinione personale: la mia;
- c) le POSTCARD compaiono in vendita in Internet; ci sono su eBay e in Delcampe, tanto per citarne due (i due che visiono più spesso, forse i più accreditati); e in tali siti di vendite si offrono POSTACARD (nuove e circolate) sia da venditori professionali che da semplici privati (collezionisti, accaparratori, opportunisti); è il “nuovo” entrato nel collezionismo da più di 20 anni; non intendo prendere posizione sulle vendite fatte in “rete” dato che è un mondo a parte nel quale, navigando, si più pescare sia il buono che il cattivo; sui prezzi ho qualche riserva: alcuni da “svendita” altri con prezzi talmente alti che danno da pensare sulla sanità mentale di certi venditori;
- d) se fanno parte della Storia Postale anche i calendarietti a stampa, quelli che, temporibus illis, in città venivano offerti al pubblico dai portalettere e dai fattorini telegrammi, in sede di auguri (Natale e Pasqua) porta a porta; se Franco Filanci, una vera autorità nazionale non solo a livello tecnico e storico ma anche “morale”, sul tema specifico afferma che tale oggettini (i calendarietti) fanno parte di diritto della Storia Postale (2); allora anche le POSTCARD delle Poste ne fanno parte e possono, debbono essere collezionate e a maggior ragione, trattandosi di prodotti a stampa che da esse Poste provengono, al pari di tutti gli altri “moduli di servizio”.
Termino qui il preambolo e passo a mostrare le mie POSTCARD, cioè quelle che ho raccolto, quasi tutte nuove o circolate o con annullo filatelico oppure affrancate per auto prestazione; nelle singole descrizioni ho metto le annotazioni del singolo caso e mi sono autolimitato alle POSTCARD che abbiano un minimo di venti anni (dalla distribuzione), che abbiano, cioè, un minimum di patina storica:
Antonio Rufini
16-02-2022
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