In Toscana la mancanza di un "testo unico" di notificazioni e di regolamenti è una delle cause che alcune volte ha reso difficile lo studio di lettere o la comprensione di qualche tariffa granducale.
L'ufficiale di posta toscano può operare erroneamente, ma i suoi errori, non sono mai reiterati, perché per essi lui paga pegno ovvero rischia richiami, ammende e sanzioni, fino anche ad arrivare, a fronte di massima gravità d'errore, al licenziamento.
Prendendo atto del contesto generale nel quale agisce l'ufficiale di posta toscano acquisiamo la certezza che laddove si riscontrino ripetutamente un agire difforme dalla regola, questa deroga non deriva da casualità, ma trova origine in un regolamento o in una circolare esplicativa nota all'epoca, anche se da noi non ancora rintracciata e catalogata.
E' il caso di lettere come quella sotto riprodotta dove sono presenti, contemporaneamente al recto, il bollo dell'ufficio postale di partenza ed il datario che indica il giorno di partenza della missiva.
L'utilizzo del datario in partenza può essere definito inusuale, perché non sono molte le lettere che presentano i due bolli abbinati, eppure, ciascuno di noi collezionisti di prefilatelia toscana, ha nella propria collezione esemplari di queste lettere, che interessano un sostanzioso periodo e uffici postali diversi.
La circolare del 27 giugno 1844, a firma Pistoj, ordinava che dal primo agosto 1844 si facesse uso di nuovi bolli completi di luogo e data, da usare sia nell'ufficio d'impostazione che in quello di arrivo e distribuzione. La medesima circolare imponeva, per gli uffici che ancora non disponevano del nuovo bollo, l'utilizzo congiunto dei vecchi bolli: datario e nominativo.
La circolare, già da tempo conosciuta, fornisce la soluzione all'interrogativo generato dall'utilizzo congiunto dei due bolli sul frontespizio delle lettere dal 1° agosto 1844 fino all'uso di un unico bollo circolare comprensivo di datario e del nome dell'ufficio, ma non aiuta a comprendere il perché dell'utilizzo dei due bolli già negli anni precedenti alla direttiva in questione.
E' possibile pensare che già dal ricevimento della circolare qualche solerte ufficiale di posta abbia voluto anticipare l'ordinanza, ma allora, come spiegare che solo alcune fra le lettere inviate dal medesimo ufficio postale, nello stesso periodo, presentano i due bolli abbinati?
Un'ipotesi la si sarebbe potuta formulare anche basandosi sull'osservazione di un certo numero di queste lettere constatandone che erano tutte dirette al Granduca o alle Segreterie di Stato ecc.
Il 23 agosto 1828 una circolare firmata Humboldt infatti disponeva che:
"... ferme restando le misure già adottate per apporre sulle sopraccarte delle Lettere la data dell'Arrivo, è stato determinato che le corrispondenze provenienti dall'I.R. Segreteria di Gabinetto e dalle II. RR. Segreterie di Stato, Finanze, e Guerra, e Affari Esteri, come pure le Corrispondenze indirizzate a detti Dicasteri Supremi, dovranno presentare nei loro inviluppi sotto la indicazione del nome della Città donde partono anche quella del giorno della partenza."
Non volendosi richiamare alle: Istruzioni sommarie per gli impiegati addetti al Dipartimento Generale delle II. e RR. Poste di Toscana del 1839, dove all'art. 49, "bolli da apporsi alle lettere in partenza", si dispone che: "Le lettere dirette a S. A. I. e R. il GRANDUCA, ed alle II. e RR. Segreterie intima, di Stato, di Finanze, di Guerra, e degli Affari Esteri dovranno essere marcate, oltre al bollo suddetto, di quello del giorno mese ed anno in cui sono state portate agli Uffizj postali".
Le "Istruzioni sommarie per..." sono da tempo pubblicate nel mio sito. Devo precisare, per onestà delle fonti, che è stato il Dott. Giuseppe Pallini a dare notizia del loro rinvenimento, comunicandolo a tutti durante una delle consuete riunioni di Studio Aspot.
Preciso inoltre che il "Catalogo Aggiornato dei bolli postali toscani dal periodo prefilatelico fino al 1851", curato dall'Aspot, riporta finanche la valutazione di questi bolli abbinati dopo aver evidenziato, nell'introduzione: "una importante novità di questa catalogazione è l'inserimento, dove conosciute, delle doppie bollature (ufficio + datario), realizzate nel rispetto delle circolari della Sovrintendenza delle Poste".
Ecco così chiarito un altro enigma della storia postale Toscana dapprima liquidato come utilizzo saltuario del bollo datario in lettere in partenza.
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