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trucchi & falsificazioni

un quaderno di appunti

di

Franco Moscadelli


 

 

False impronte … falsi punzoni, cerchiamo di individuarli (prima parte)
 

Premessa: le foto delle impronte falsificate sono in parte ritrovate dal sottoscritto, da vari collezionisti specializzati e riprodotte anche quelle rintracciate e già rese pubbliche dal nucleo carabinieri TPC e sequestrate dopo denuncia, anche dopo l’introduzione dell’osservatorio antifalsificazioni da me auspicato già da molto tempo.
Oltre ad aver già illustrato precedentemente i vari procedimenti spettrografici di indagine nel campo filatelico, come promesso, sono ora ad intervenire sulla falsificazioni di impronte (timbri in gomma ed altro) e punzoni (guller metallici ed altro). La presente elencazione, da farsi naturalmente in più articoli, costituirà per il collezionista di storia postale, militare od altro, un altro utilissimo quaderno di appunti dove poter controllare direttamente i suoi personali documenti con le “impronte falsificate” riprodotte elencate di seguito, sperando di NON trovarne alcune in suo possesso. (Naturalmente un controllo incrociato dell’originale è sempre raccomandato, specialmente in presenza di documenti con certificato e/o perizia).

:-) :-) :-) :-)

 

Una delle falsificazioni più usata ultimamente è quella delle impronte in plastica fotosensibile (fotopolimero) riprodotte attraverso un negativo fotografico dalla foto di un originale ripreso da una busta od altro documento. Per esempio sono state ritrovate buste annullate, anche degli ultimi anni, con guller in plastica:

 

 

 

Questo sopra è un particolare di una foto “della stella” del guller delle poste, falsificata. La plastica rilascia l’inchiostro sulla carta in un modo diverso dal punzone in metallo originale. Il componente polimero non si inchiostra bene come il metallo e lascia quasi sempre un alone di battitura come si evidenzia bene dalla foto.

 

 


Ecco invece come si presenta “la stella” in una battuta del guller metallico originale. Con il forte ingrandimento notiamo bene la precisione della incisione del punzone stesso, a scapito di quello in plastica.

Un altro esempio:
 

 

Riproduzione falsa “ritagliata” in fotopolimero di plastica bianca dell’impronta di “Posta Militare-Comando 3^ Armata”. Anche qui si nota, con una attenta osservazione, la mancanza dei particolari più piccoli (presenti nell’originale). P.S. Da notare che la foto è speculare.
Un altro tipo di riproduzione insidiosa per il filatelista è quella metallica. Penso che venga usata maggiormente per falsificare oggetti di più alto valore venale, in quanto la riproduzione di punzoni metallici in ottone, magnesio, acciaio od altro è molto più costosa di quella in polimeri o clichè tipografici.
 

Questo guller falso della “Direzione Posta Militare 1^ Armata – (2)9 Dic 17” è riprodotto con incisione in ottone. Anche qui comunque è riscontrabile un certo disallineamento delle lettere e delle parti in nero. Appare anche una scalpellatura della prima cifra della data. Va ricordato che un “timbro” simile riproduce sempre quella impronta e sempre quella data ed è facile o quasi, rintracciarne più di uno. Controllare eventualmente i documenti e l’impronta con le sue piccole differenze delle lettere e della battuta nel suo complesso. P.S. Anche qui la foto è speculare.

Un altro esempio:


 

Lettera da “Avola” falsificata in ovale e falso anche l’ovale “assicurata”. Anche queste falsificazioni palesi in plastica possono essere pericolose per tutti i collezionisti, specialmente alle prime armi, attenzione.

 

No, non si tratta di un nuovo pianeta … è un particolare ingrandito della lettera “a” di una impronta in corsivo, per far notare il certo “rilievo” dell’inchiostro rimasto sulla carta. Controlliamone uno effettuato con un punzone falsificato in gomma e timbrato su documento:

Trattasi di una lettera da “Auditore” del dipartimento del Metauro. L’impronta non presenta ossidazioni ed è molto piatta. A mio parere l’inchiostro usato è semplicemente inchiostro di china color seppia. Ho rintracciato anche altre impronte del sopra citato dipartimento, alcune addirittura di fantasia, sempre postume su documenti comunali e postali, quali: Apecchio, Urbino, Fratte, S. Lorenzo, Saltara, Montebello, Piobbico ed altre.

Ecco “Piobbico” falsificato e riprodotto con inchiostro pigmentato, che presenta una marcata riflessione alla radiazione infrarossa.

Franco Moscadelli
www.francomoscadelli.it

 

 

(continua)


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