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armi e metodi contro un quaderno di appunti di Franco Moscadelli |
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False impronte … falsi punzoni, cerchiamo di
individuarli (prima parte)
Premessa: le foto delle impronte falsificate sono in parte
ritrovate dal sottoscritto, da vari collezionisti specializzati e
riprodotte anche quelle rintracciate e già rese pubbliche dal nucleo
carabinieri TPC e sequestrate dopo denuncia, anche dopo l’introduzione
dell’osservatorio antifalsificazioni da me auspicato già da molto tempo.
Una delle falsificazioni più usata ultimamente è quella delle impronte in plastica fotosensibile (fotopolimero) riprodotte attraverso un negativo fotografico dalla foto di un originale ripreso da una busta od altro documento. Per esempio sono state ritrovate buste annullate, anche degli ultimi anni, con guller in plastica:
Questo sopra è un particolare di una foto “della stella” del guller delle poste, falsificata. La plastica rilascia l’inchiostro sulla carta in un modo diverso dal punzone in metallo originale. Il componente polimero non si inchiostra bene come il metallo e lascia quasi sempre un alone di battitura come si evidenzia bene dalla foto.
Riproduzione falsa “ritagliata” in fotopolimero di plastica bianca
dell’impronta di “Posta Militare-Comando 3^ Armata”. Anche qui si nota,
con una attenta osservazione, la mancanza dei particolari più piccoli
(presenti nell’originale). P.S. Da notare che la foto è speculare.
Questo guller falso della “Direzione Posta Militare 1^ Armata – (2)9 Dic
17” è riprodotto con incisione in ottone. Anche qui comunque è
riscontrabile un certo disallineamento delle lettere e delle parti in
nero. Appare anche una scalpellatura della prima cifra della data. Va
ricordato che un “timbro” simile riproduce sempre quella impronta e sempre
quella data ed è facile o quasi, rintracciarne più di uno. Controllare
eventualmente i documenti e l’impronta con le sue piccole differenze delle
lettere e della battuta nel suo complesso. P.S. Anche qui la foto è
speculare.
Lettera da “Avola” falsificata in ovale e falso anche l’ovale “assicurata”. Anche queste falsificazioni palesi in plastica possono essere pericolose per tutti i collezionisti, specialmente alle prime armi, attenzione.
No, non si tratta di un nuovo pianeta … è un particolare ingrandito della lettera “a” di una impronta in corsivo, per far notare il certo “rilievo” dell’inchiostro rimasto sulla carta. Controlliamone uno effettuato con un punzone falsificato in gomma e timbrato su documento:
Trattasi di una lettera da “Auditore” del dipartimento del Metauro. L’impronta non presenta ossidazioni ed è molto piatta. A mio parere l’inchiostro usato è semplicemente inchiostro di china color seppia. Ho rintracciato anche altre impronte del sopra citato dipartimento, alcune addirittura di fantasia, sempre postume su documenti comunali e postali, quali: Apecchio, Urbino, Fratte, S. Lorenzo, Saltara, Montebello, Piobbico ed altre.
Ecco “Piobbico” falsificato e riprodotto con inchiostro pigmentato, che presenta una marcata riflessione alla radiazione infrarossa. Franco
Moscadelli
(continua) |
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