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armi e metodi contro un quaderno di appunti di Franco Moscadelli |
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Una premessa è d’obbligo, prima di iniziare la descrizione con foto esaustive di alcune falsificazioni, va rammentato che nella fotografia all’infrarosso, tecnica non invasiva di ricerca, è possibile rendere visibili cose che per l’occhio umano risulterebbero invisibili.
Foto “spettroscopica” di un semplice riflesso di luce dove notiamo tutti i colori dell’iride, altro non sono che i colori delle radiazioni visibili di lunghezza d’onda più brevi, che si trovano fra l’ultravioletto e l’infrarosso.
Come da tabella sopra esposta le onde che possono essere percepite dall’occhio umano, sottoforma di colore detto “spettro visibile“, sono comprese tra le lunghezze di 380 e 750 nm (nanometri). Sotto i 380 abbiamo l’ultravioletto e sopra i 750 abbiamo l’infrarosso. Per limitare la sensibilità delle pellicole trattate per l’infrarosso è necessario l’uso di appropriati filtri che hanno il compito di assorbire tutte le altre lunghezze d’onda, per cui useremo filtri rosso rubino o meglio il filtro nero.
Una precisazione: si ricorda per chi fotografa
all’infrarosso che esiste una variazione del piano focale, cioè l’immagine
si forma un po’ più indietro, circa 1/200 della lunghezza focale
dell’obbiettivo.
Qui vediamo la
falsificazione di un timbro postale con inchiostro vegetale da penna
stilografica. L’inganno non era visibile ad occhio nudo. Sopra foto
normale, sotto foto all’infrarosso. (continua) |
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