il rotocalco, la donna nell'arte e le
contraffazioni fisiche... (quinta parte)
Ritorno un attimo su di un altro sistema di stampa,
molto usato per i francobolli: il rotocalco.
Sopra una macchina per rotocalcografia
Per effettuare i cilindri di stampa sono impiegate due metodologie:
1) tramite il controllo di un computer si incide
direttamente il cilindro con l’immagine voluta. Gli scarti metallici della
“tornitura” sono aspirati da una pompa a vuoto. Nell’incavo formatosi
entrerà l’inchiostro e la stampa risulterà con la pressione adeguata.
Schema di macchina rotativa calcografica a
foglio singolo. |
Schema di macchina rotativa
calcografica a bobina |
2) l’altro sistema di incisione del cilindro è detto
“fotocalco”, poiché il disegno del francobollo è moltiplicato mediante la
fotografia. Il master negativo viene proiettato su un “cilindro
fotografico” .
Una gelatina siliconata sensibile alla luce ultravioletta viene colata e
quando è asciutta si bagna per cui la parte che ha “preso luce” si
polimerizza e non si scioglie, per contro la parte non esposta dal
negativo si scioglie lasciando l’incavo. In questo caso la stampa non ha
il bel rilievo tradizionale ed il risultato è meno nitido. Una via di
mezzo tra la stampa litografica (offset) e la tipografia. I fotopolimeri
sensibili sono in commercio ed è facile acquistarli anche da privati. Un
esempio di tale stampa, che molti di voi senz’altro non conoscevano, lo ha
dato ultimamente il 45 centesimi falso della “donna nell’arte” (denominato
falso di Roma) che da alcuni è stato anche “scambiato” per una diversa
emissione della serie omonima. Vediamone i particolari.
Blocco usato su busta del falso 45 centesimi |
Abbiamo una stampa meno nitida, colore diverso
dell’immagine della donna e dell’ornato floreale, carta scadente e
dentellatura non uniforme.
Per accentuare l’effetto del rilievo calcografico il falsario, in questo
caso, è stato molto intuitivo ed ha inserito nella stampa dei tratti in
nero vicino ai particolari della faccia, creando l’illusione visiva di uno
pseudo rilievo.
Qui ingrandita l’immagine al microscopio:
si vede benissimo quello che vi ho esposto sopra |
Questa invece è l’immagine
monocolore del francobollo
originale da 45 centesimi donna nell’arte |
Da notare nel falso
fotocalco la diversità del tratteggio di stampa, molto più spezzettato e
mancante in parte degli intrecci dell’incisione per formare i tratti più
scuri.
Alcuni periti, compreso il sottoscritto, sono giunti alla conclusione che
anche un altro “francobollo”, molto discusso ultimamente, sia stato
stampato con lo stesso sistema di cui sopra e non in rotocalcografia come
descritto in letteratura. Si tratta del 900 lire cosiddetto “uomo
nell’arte”, descritto come “progetto di francobollo” o non emesso. E’
anche sbagliato, in quanto vi è raffigurata una figura maschile anziché
femminile. Il citato “francobollo” presenta affinità a questo tipo di
stampa ed è privo della retinatura classica del rotocalco ed è stato
stampato con colori separati (non a registro ed in più tempi). Anche il
poligrafico progetta ed effettua delle prove con la stampa in fotocalco
perché meno costosa e più veloce. Le bozze non approvate, escluse o errate
vengono normalmente inviate al macero per la distruzione.
Al centro la parola Roma del
900 lire a confronto con altre
di emissioni rotocalcografiche standard
|
Usciamo un attimo dalle tecniche di stampa e vediamo
una contraffazione “fisica” effettuata su di un francobollo di “servizio
di stato” del 1875 soprastampato poi nel 1878.
Si tratta di un esemplare con soprastampa capovolta, firmato e corredato
di certificato peritale che lo garantisce senza difetti.
A prima vista sembrerebbe tutto a posto, anche se
non perfettamente centrato; annullo leggero e dentellatura un po’
irregolare come di norma in questa emissione, causa la scadente qualità
della carta, un buon valore di catalogo.
Guardandolo un po’ più da vicino vi troviamo il difetto fisico, come l’ho
chiamato all’inizio:
Un bel dentello angolare
“riparato” …..
|
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…. anzi due! Ecco che il francobollo con il suo
datato certificato ha avuto in questo caso, un notevole abbassamento del
prezzo venale, anche se trattasi di un valore di media rarità. Mi sono
capitati diversi esemplari corredati da certificati, per così dire,
“errati” e dispiace quando qualcuno si accorge, dopo qualche anno
dall’acquisto, che il suo francobollo ha un difetto “dietro l’angolo” non
menzionato sulla carta descrittiva che lo accompagna. Controllare sempre
bene tutto!.
(continua)
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