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CHi SBAGLIA PAGA...
di Aniello Veneri
Nell’immediato dopoguerra le gravi condizioni in cui riversa il nostro ben amato paese si riflettono inevitabilmente sugli usi e costumi di un popolo affamato e sconvolto… non ne risultano immuni nemmeno le poste ed i relativi servizi. Spesso, pertanto, per ignoranza o per tentare di risparmiare qualche centesimo o lira si spedivano documenti postali in difetto di affrancatura che, oggi ai nostri occhi, possono presentare (non sempre) dei segnatasse a manifestare l’errore commesso dal mittente e indicano la somma che bisogna corrispondere per poter ricevere la missiva.

Tale pratica riguarda specialmente documenti come lettere, cartoline o manoscritti che venivano direttamente imbucati nelle cassette postali, quindi senza servizi complementari, come il diritto di raccomandazione, che, invece, richiedevano un preventivo controllo dell’esatta tariffa da parte dell’impiegato postale o la diretta applicazione da parte di questi.

Ma un impiegato postale è pur sempre un essere umano e da ciò deriva che anche questi può talvolta commettere degli errori!!!

L’ignoranza e la disattenzione sono mali molto comuni…

Credo lo stesso sia capitato all’impiegato dell’ufficio postale di Lignano Bagni (Udine) il 28 Febbraio 1947 quando, all’atto di ricevere una raccomandata per Milano, non si accorge che pesa più di 15 gr. e considera idonei ad assolvere l’affrancatura di 14 lire (4 per il primo porto lettera e 10 per il diritto di raccomandazione) i tre esemplari da 4 lire e due da 1 lira, tutti della serie Democratica.

Tale errore non sfugge al Verificatore di Udine Ferrovia che nota tale irregolarità ed integra l’affrancatura per le mancanti 4 lire con un altro esemplare da 4 lire Democratica (in genere mai con segnatasse) annullandolo con il proprio bollo “Udine Ferrovia-Verificatore” il 1 Marzo e molto probabilmente apre un procedimento verso l’impiegato “distratto” al quale viene inflitta un’ammenda.

La lettera giunge tranquillamente al destinatario a Milano il 3 Marzo successivo.

Concludendo: qualora l’errore viene commesso dal mittente è il destinatario che è tenuto al pagamento del doppio del difetto (difetto di 1 lira ne paga 2); quando, invece, a sbagliare sono le Poste il difetto, se scoperto, è a carico delle stesse…senza alcuna maggiorazione…ovviamente!!!




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