Il 3 ottobre 2015 è sorto ad Arezzo un museo a tutti gli effetti unico nel suo genere: il MUNACS, Museo Nazionale del Collezionismo Storico ovvero la casa di tutti coloro che, appassionati di storia, cercano di approfondirne la conoscenza attraverso qualunque oggetto giuntoci dal passato. Il museo quindi, nato come luogo espositivo stabile di alcune collezioni private aretine, peraltro in costante crescita numerica, si rivolge però a tutti i collezionisti italiani, offrendosi come riferimento per tutti coloro che considerano la propria attività di collezionisti come una forma di custodia della storia e desiderino condividerne i frutti con altri appassionati, esperti o semplici curiosi.
Il museo è stato fortemente voluto ed è ora gestito dall’Associazione Culturale Collezionisti Storici Aretini che ne è stata una vera e propria incubatrice nel senso di fondere in un unico crogiuolo le diverse forme della comune passione per la storia. Il MUNACS in fondo opera nello stesso modo permettendo anche a visitatori non preparati di conoscere aspetti della storia altrimenti sconosciuti, che diventano particolarmente interessanti proprio perché concretizzati negli oggetti in mostra.
Il MUNACS è nato ad Arezzo perché oggettivamente la nostra città ha un legame ed una vocazione tutta particolare verso il collezionismo e ciò grazie alle oltre cinquecento edizioni della Fiera Antiquaria che, mese dopo mese, dal 1968 ad oggi, hanno lasciato un’enorme eredità di collezionisti.
Il MUNACS ha la fortuna e l’onore di essere ospitato in un luogo magnifico ovvero la ex chiesa di San Sebastiano risalente al 1600. Situata nel centro storico di Arezzo, a due passi dal Comune e dal Duomo ed all’interno del percorso occupato mensilmente dalla Fiera Antiquaria
L’interno è stato poi impreziosito e decorato con la linea del tempo più lunga del mondo (16 metri di lunghezza) in cui è raccontata la storia dell’umanità dal punto di vista del collezionismo mostrando come importanti personaggi storici da Tuthankamon in avanti) siano stati dei collezionisti e come i moderni grandi musei del mondo, siano tutti nati da singole collezioni private.
Periodicamente gli oggetti ed i temi narrati nelle vetrine cambiano permettendo ai visitatori di tornare e scoprire nuove storie arricchendo continuamente il proprio bagaglio culturale.
Al momento sono in mostra sezioni di ventidue collezioni diverse: dalla cronaca metallica della Rivoluzione francese nelle medaglie commemorative di tutta Europa alle Memorie Storiche d’Italia nei canti del Ventennio e della Resistenza negli spartiti musicali, dai ferri da stiro a piastra al progresso elettrico nel settore dell’anti intrusione, dalle rare registrazioni d'epoca con la voce di personaggi che hanno fatto la storia alle bambole Bonomi, dal teatro nella Massoneria alla patente di nobiltà del Granducato di Toscana, dalle testimonianze della civiltà contadina nella valle dell'Archiano alle maioliche di Cortona, dalle Spycamera usate nello spionaggio al Liquore Strega e alle sue contraffazioni. E’ poi presente una sezione dedicata al turismo religioso con i Biglietti d'ingresso a luoghi sacri di tutto il mondo così come la nuovissima e unica sezione “Costume” in cui si illustra la moda femminile a cavallo fra due secoli ('800-'900) attraverso i vestiti di corte di due dame di compagnia.
Il Museo Nazionale del Collezionismo Storico partecipa inoltre
al progetto “Nel nome di Maria” esponendo
due delle più importanti collezioni italiane di
oggetti di devozione popolare: medagliette devozionali,
insegne pellegrine, medaglie giubilari, gettoni
e medaglie ricordo di importanti luoghi di culto.
Una selezione di oltre duecento pezzi fra cui rarissimi
conii utilizzati alla fine del ‘700 per produrre ad
Arezzo le prime immagini portatili della Madonna
del Conforto. La collezione Droandi, unica per la
sua estrema specializzazione nel culto della Protettrice
degli aretini e la Collezione Pitotto, proveniente
da Torino, celebre per la rilevanza numerica degli
esemplari (oltre duemila pezzi), sono un perfetto
strumento con il quale il Munacs ha l’ambizione di
mostrare come la storia possa essere narrata anche
da oggetti semplici e privi apparentemente di
un particolare valore.
L’allestimento curato dalla Dott.ssa Franca Maria
Vanni, numismatica di fama e competenza conclamate,
ha lo scopo di illustrare al visitatore come, da
sempre, i credenti abbiano cercato di assicurarsi la
divina protezione indossando le immagini benedette
a loro più care.
Una sezione della medaglistica assai suggestiva
per la simbologia che presenta è quella delle medaglie
di pietà destinate ad essere portate addosso
come forma di devozione.
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