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il musicalista
il personaggio del mese: FEBBRAIO 2007
GIOACCHINO ROSSINI

IL PERSONAGGIO

Gioacchino Rossini nacque a Pesaro, in una famiglia d’artisti, il 29 febbraio del 1792. Il padre Giuseppe, originario di Lugo, era un direttore d’orchestra e la madre, Anna Guidarini, una cantante lirica, di discreta bravura, nativa d’Urbino.

S’iscrisse, quando aveva quattordici anni, al Conservatorio di Bologna e, allievo del maestro Mattei, studiò particolarmente le opere di Cimarosa, Haydn e Mozart. A venti anni compose opere “buffe e serie" per vari teatri italiani, mostrando sorprendente freschezza e vitalità.

A quel tempo la suddivisione fra questi due generi era molto rigida. L'opera “seria” consisteva sempre in tre atti (con molte arie) che escludevano le scene allegre. Quella “buffa”, invece, era musicale e basata sulla "Commedia dell'arte".

La sua ascesa inizia dopo il successo di "Tancredi" e de "L'italiana in Algeri" e divenne subito popolare grazie all'irresistibile vivacità dei suoi ritmi, alla bellezza delle melodie e all'irrefrenabile vena e vigore teatrale che circola nelle sue composizioni.

Dal 1816 al 1822 è scritturato dall’impresario teatrale Domenico Barbaja, per il San Carlo di Napoli. Avente un teatro tutto suo, una buona orchestra e d’ottimi cantanti, compose la "Semiramide". Nella città partenopea iniziarono le basi della sua fortuna finanziaria ed il matrimonio con il contralto Isabella Colbran, contribuì al successo delle sue opere.

Nel 1816, in meno di tre settimane, Rossini scrisse "Il barbiere di Siviglia" per il teatro Argentina di Roma. I tempi stretti portarono inevitabilmente ad un fiasco della “prima”. Le rappresentazioni successive confermarono il valore della composizione, che otterrà il plauso di Verdi: "Non posso che credere 'Il Barbiere di Siviglia', per abbondanza di idee, per verve comica e per verità di declamazione, la più bella opera buffa che esista".

Dopo i soggiorni di Vienna e di Londra, dove furono allestiti due festival dedicati alle sue opere, nel 1824 Rossini si reca a Parigi, come direttore del Théâtre Italien. Nella capitale francese ottenne di rappresentare le sue opere migliori revisionandole e adattandole ai gusti della società locale.

Con il “Guglielmo Tell”, poi, affrontò un nuovo soggetto romantico: fondendo gli elementi dello stile italiano e francese, aprendo così la strada al "grand-opera", tipo di spettacolo dal soggetto storico, ricco d’effetti scenici, balletti e masse corali.

Nel 1836 fa ritorno a Bologna e poi si sposta a Firenze e nel 1855 ritorna a Parigi ove riprende a comporre brevi pezzi da camera

Muore a Passy il 13 novembre 1868. Vent'anni dopo la sua salma è traslata nella chiesa di Santa Croce in Firenze

LA MELODIA

Ascoltiamo l'Ouverture del "Barbiere di Siviglia".

Opera lirica in tre atti su libretto di Cesare Sterbini (tratto dalla commedia omonima di Beaumarchais)  era stata messa in scena, nel 1782, anche da Giovanni Paisiello.

Secondo alcuni, il fiasco della prima fu dovuto anche alle contestazioni di un gruppo di melomani seguaci, appunto, di Paisiello.

IL FRANCOBOLLO



Emesso dal'Italia
il 23 novembre 1942

Yvert 450
Dentellato 14