pagina iniziale le rubriche storia postale filatelia siti filatelici indice per autori

torna al musicalista
il musicalista
il personaggio del mese: MAGGIO 2007
GIOVANNI PAISIELLO

IL PERSONAGGIO

Giovanni Paisiello o Paesiello, figlio di un veterinario, nacque a Taranto il 9 maggio 1740.

A quindici anni s'iscrisse al Conservatorio di Sant'Onofrio a Napoli ( 8 giugno 1854). Dimostrò subito le sue doti musicali, scrivendo alcuni intermezzi molto apprezzati dal pubblico partenopeo, ma non solo. Insofferente alla disciplina, il 5 luglio 1763 abbandonò il Conservatorio per trasferirsi a Bologna al seguito di don Giuseppe Carafa che lo volle direttore musicale del locale teatro Marsigli-Rossi.

A Bologna e Modena rappresentò con gran successo "La Pupilla", "Il Mondo a Rovescio" e "Il Marchese di Tidipano". La fama, ottenuta anche a Parma e a Venezia, gli valse l'invito a rientrare a Napoli dove compose opere per i cittadini, per il Teatro Nuovo e il San Carlo. Nel 1764 iniziò l'attività teatrale, adottando libretti di Metastasio e di Goldoni.

Nonostante la popolarità di Nicola Piccinni, Domenico Cimarosa e Pietro Guglielmi, dei cui trionfi, si diceva fosse amaramente geloso, produsse opere di successo, una delle quali, "L'Idolo Cinese", provocò grande scalpore presso il pubblico napoletano. Nel 1772, dopo aver passato qualche giorno in prigione, essendosi rifiutato di mantenere la promessa di matrimonio, fu costretto a sposare la vedova Cecilia Pallini. Il matrimonio si concluse e durò a lungo.

Nel 1775 fu chiamato a Pietroburgo da Caterina II di Russia, gran protettrice delle arti e amante dell'opera italiana, per sostituire il maestro di cappella Tommaso Michele Francesco Saverio Traetta, che si era licenziato per motivi di salute. Fu in quell'occasione che compose la "Serva padrona" rappresentata nella Residenza Estiva della Corte a Tsarkoc Selo nel settembre del 1781, su libretto di G.A. Federico, cinquanta anni dopo quella musicata da Pergolesi nel 1733. Alla corte russa, ove Paisiello rimase sino al 1784, scrisse "Nitteti", "Achille in Sciro" e "Demetrio", ma divenne pure famoso musicando libretti di grande effetto comico quali "Gli Astrologi Immaginari" di Giovanni Bertati, "Il Mondo della Luna", di Carlo Goldoni, "Il Barbiere di Siviglia" di Petroschini e tratto da Beaumarchais.

Tornando a Napoli nel 1785, transitò, riverito ospite, per Varsavia e rimase a Vienna per scrivere "Il Re Teodoro in Venezia", su commissione di Giuseppe II. Nel 1789 rappresentò, alla reggia di Caserta, "Nina pazza per amore", una delle sue opere più belle e sicuramente quella ancor oggi più rappresentata. Dal 1802 al 1804 visse in Francia ove compose la "Messa solenne" e il "Te Deum" per l'incoronazione di Napoleone ad Imperatore dei Francesi.

Tenuto in massima considerazione da Bonaparte, che lo volle direttore della musica di corte alle Tuileries, era malvisto dal pubblico parigino, che accolse freddamente la sua "Proserpina". Deluso dei parigini, nel 1803, richiese il permesso di ritornare in Italia.

A Napoli, dove tramontata l'era napoleonica, egli perse tutti i suoi privilegi e fu dai Borboni privato d'ogni carica musicale, Giovanni Paisiello morì il 5 giugno 1816.

LA MELODIA

Le opere di Paisiello (se ne conoscono 94) abbondano di melodie, ancora oggi apprezzate, la più conosciuta tra le sue arie è "Nel cor più" dalla "Molinara", immortalata anche nelle variazioni di Beethoven.

La musica sacra da lui composta fu notevole, comprendendo 8 messe, oltre a numerosi lavori minori. Produsse anche 51 composizioni strumentali e svariati pezzi separati. Manoscritti delle partiture di molte sue opere (donate da Domenico Dragonetti) si trovano nella biblioteca del British Museum.

Presso quella dei Girolamini a Napoli esiste un'interessante raccolta di manoscritti che registrano le opinioni di Paisiello sui compositori a lui contemporanei e lo mostrano come un critico spesso severo, soprattutto del lavoro di Pergolesi.

Ci è gradito presentare ai nostri amici una sua opera poco conosciuta: "L'Inno delle Due Sicilie".

IL FRANCOBOLLO



Emesso da Poste Italiane
il 9 maggio 1990
in occasione del 250° anniversario della nascita

Yvert 1884
Dentellato 13¼×14