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il musicalista
il personaggio del mese: LUGLIO 2007
CHRISTOPH GLUCK

IL PERSONAGGIO

Christoph Willibald Ritter von Gluck, nacque il 2 luglio 1714 ad Erasbach, in Baviera (l’attuale Berching, nel Palatinato). Il padre era il sovrintendente alle foreste e ai pedaggi della cittadina e di alcuni possedimenti monastici.

Dell'infanzia del compositore si hanno poche notizie; si presume che abbia imparato a suonare il violino e il violoncell e ricevuto lezioni di organo o clavicembalo presso il collegio dei Gesuiti di Komatau, frequentato da uno dei suoi fratelli.

È certo invece che, per poter seguire le sue inclinazioni musicali avversate dal genitore, fu costretto a fuggire di casa e a guadagnarsi da vivere esibendosi nelle chiese e nelle piazze come cantore e suonatore ambulante e che, dopo la riconciliazione col padre, visse per alcuni anni a Praga dove proseguì gli studi musicali e frequentando la Facoltà di Filosofia dell'Università, dove seguì corsi di logica, fisica e metafisica.

In quella città Gluck entrò in contatto con le opere italiane di Adolfo Hasse, basate sul modello metastasiano. Un modello che trionfò in tutta Europa e che il compositore tedesco ebbe modo di conoscere ancora meglio quando a Vienna, nel 1735, lavorò come "musico di camera" presso il principe Lobkowitz.

In seguito, lasciata la capitale austriaca, si trasferì a Milano presso un suo amico, il nobile Antonio Maria Melzi. Egli lo affidò agli insegnamenti del maestro Giovanni Battista Sammartini e, grazie a questo incontro, fu in grado di scrivere le sei sonate in trio, pubblicate più tardi, a Londra, nel 1746.

Il teatro rimase sempre al centro dei suoi interessi. Il 26 dicembre 1741 la sua prima opera lirica, Artaserse, su testo di Metastasio, fu accolta con favore dal pubblico del Regio Ducal Teatro di Milano. A questo fortunato esordio fecero seguito una decina di lavori scritti per i teatri di Milano, Venezia e Torino, che gli procurarono una notevole fama.

Nel 1745 si trasferì a Londra e esordì al King’s Theatre con “La caduta dei Giganti”, ma con scarso successo. Un anno dopo lasciò l'Inghilterra e, con una società d'opera italiana, viaggiò per l'Europa: Dresda, Amburgo, Vienna, Copenaghen e altre città.

Si stabilì a Vienna nel 1750, ricevendo onori e richieste di lavori anche dall’estero. Una delle composizioni più notevoli “La clemenza di Tito” servirà anche a Mozart nel 1791. Fu decorato da papa Clemente XIII, che nel 1756 lo nominò “Cavaliere dello Speron d’oro”.

Grazie al successo di “Antigono”, Gluck si interessò al vaudeville francese e si dedicò ad alcune composizioni come “L'ubriacone corretto” (1760), “La riunione imprevista" (1764), “Alceste” (1767), “Paride ed Elena” (1770). Si recò a Parigi ove ottenne l'appoggio di Maria Antonietta, quale ex professore di musica. La sua “Ifigenia in Aulide” fu presentata all'Opéra di Parigi il 18 aprile 1774 e fu un trionfo che continuerà pure con “Orfeo ed Euridice”.

Poi la sorte cambiò e venne (24 settembre 1779) l’insuccesso di “Echo et Narcisse”. Amareggiato e sconfortato, ritornò nella capitale austriaca ove, dopo alcuni anni, morì il 15 novembre del 1787.

Come molti altri famosi artisti, fu sepolto nel Matzleinsdorfer Friedhof e quando, nel 1923, questo cimitero venne trasformato in un parco, i suoi resti furono trasferiti allo Zentralfriedhof (cimitero centrale) di Vienna.

LA MELODIA

"Orfeo e Euridice" (Vienna, 1772; Parigi, 1776) oltre ad essere l'opera più nota e rappresentata di Gluck, costituisce un punto di arrivo per la cosiddetta "riforma gluckiana".

All'inizio del terzo atto Orfeo, che precede Euridice verso la luce, si volta per guardarla e la perde per sempre. Nell'aria "Che farò senza Euridice" esprime tutto il suo dolore.

IL FRANCOBOLLO



Emesso dalla Germania
il 6 novembre 1987
nel 200° anniversario della morte

Dentellato 14
Yvert 1175