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il musicalista | |||||||
il personaggio del mese: AGOSTO 2013 | ||||||||
adriaan willaert | ||||||||
IL PERSONAGGIO Sulla nascita di Adriaan Willaert le notizie sono poche e frammentarie. Ritenuto per molto tempo nativo di Bruges, secondo ricerche più recenti avrebbe invece visto la luce a Rumbeke, al giorno d'oggi piccolo paesino della municipalità di Roulaers, nel Belgio fiammingo. Anche la data, fissata inizialmente intorno al 1490, è stata anticipata di almeno due anni (addirittura cinque, secondo alcuni), mentre la più assoluta incertezza regna a proposito del giorno esatto, anche se alcuni indizi lascerebbero pensare ai primi giorni di agosto. La prima notizia certa sulla sua vita la troviamo nell'opera del suo allievo Gioseffo Zarlino, che nel suo monumentale trattato Le institutioni harmoniche (Venezia, 1588) riferisce che intorno al 1511 Willaert, trasferitosi a Parigi, per studiare giurisprudenza alla Sorbona, conobbe nella capitale francese Jean Mouton, compositore della Cappella Reale francese. Dopo questo incontro, il giovane Adriaan mutò i suoi orientamenti, e decise di dedicarsi alla musica. Per quattro anni rimase a Parigi, entrando probabilmente in contatto anche con Josquin des Prez, uno dei massimi esponenti della scuola polifonica franco-fiamminga, considerato il princeps musicorum dell'epoca. I progressi compiuti da Willaert in questi anni di studio sono esemplificati da un aneddoto (sempre riferito da Zarlino) relativo al viaggio romano del 1515: pare infatti che in questa occasione Willaert abbia avuto la sorpresa di assistere all'esecuzione di uno dei suoi primi mottetti, il Verbum bonum et suave, che però i cantori della Cappella Papale, apprezzandone la perfezione, attribuivano al maestro Josquin des Prez. Sempre nel 1515 Willaert conobbe il cardinale Ippolito I d'Este, che lo volle alla sua corte ferrarese, dove divenne noto col nome di Adriano Cantore. Da allora le sorti di Adriaan rimasero in qualche modo sempre legate agli Estensi: dopo avere seguito Ippolito I nei suoi numerosi viaggi (che gli permisero tra l'altro di stabilire fruttuosi contatti con molti dei migliori musicisti dell'epoca), passò alla sua morte al servizio di Alfonso d'Este e successivamente seguì Ippolito II d'Este, nominato arcivescovo di Milano. Qui entrò in contatto con la famiglia Sforza, e forse proprio grazie a questi contatti, finì con l'assumere nel 1527 l'incarico che lo rese definitivamente celebre: maestro di cappella della Basilica di San Marco, a Venezia. A Venezia Willaert rimase fino alla morte, avvenuta nel 1562, e in quei 35 anni compositori e cantori di ogni parte d'Europa studiarono con lui, perché era molto bravo sia nel canto che nella composizione, e nel corso degli anni aveva sempre coltivato uno straordinario interesse per lo studio teorico della musica e per l'insegnamento. La cosiddetta "scuola veneziana", della quale è considerato il fondatore, ebbe infatti un'importanza fondamentale nella nascita del barocco, e la sua influenza si fece sentire su diverse generazioni di musicisti, tra i quali anche il giovane Giovanni Pierluigi da Palestrina e Bach. |
LA MELODIA Adriaan Willaert ha lasciato un gran numero di composizioni: 8 messe, più di 50 salmi, circa 60 chanson, una settantina di madrigali e diversi ricercare strumentali (il ricercare -o ricercata- era una forma compositiva, per certi versi simile alla fuga, molto in auge nel periodo del tardo rinascimento e del primo barocco). |
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IL FRANCOBOLLO Emesso dal Belgio |