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il musicalista
il personaggio del mese: AGOSTO 2014
Umberto giordano

IL PERSONAGGIO

Umberto Menotti Maria Giordano nelle intenzioni del padre Ludovico, farmacista a Foggia, sarebbe dovuto diventare un maestro di scherma, attività per la quale fin da bambino aveva mostrato una discreta attitudine.

Ma intorno ai dieci anni di età Umberto, che era nato il 28 agosto del 1867, iniziò a sviluppare un forte interesse per la musica, grazie a un amico di famiglia che gli impartì i primi rudimenti del pianoforte. Costui non era certo un professionista, ma fu comunque in grado di rendersi conto che quel ragazzino aveva doti musicali largamente superiori alla media, convincendo così il padre ad affidarlo alle cure di due maestri foggiani: Gissi e Signorelli.

Sotto la loro guida Umberto studiò con l'intento di ottenere l'ammissione al conservatorio cittadino, ma quandò si presentò all'esame, nel 1881, fu respinto. Questo evento però non condizionò negativamente la sua futura crescita artistica, perché i saggi di composizione da lui presentati per l'occasione impressionarono a tal punto Paolo Serrao da indurlo a dargli gratuitamente le lezioni che gli sarebbero servite a superare, l'anno successivo, la prova di ammissione al conservatorio di Napoli.

Nel 1888, ancora studente, compose Marina, opera destinata al concorso Sonzogno. Ancora una volta, il successo non gli arrise al primo colpo, in parte a causa di un libretto non all'altezza della partitura, ma soprattutto perché vincitrice risultò La cavalleria rusticana, di un certo Pietro Mascagni. Tuttavia anche in questa occasione Giordano impressionò favorevolmente la giuria, e Filippo Marchetti lo fece mettere sotto contratto dalla casa editrice per la composizione di una nuova opera.

Nacque così Mala vita, ispirata alle Scene popolari napoletane scritte da Salvatore Di Giacomo, che ottenne un lusinghiero successo e si segnalò per aver rappresentato una delle più interessanti espressioni del nascente verismo operistico. L'opera, narrando storie di gente umile e prostitute suscitò polemica e scandalo, ma anche ammirazione ed entusiasmo tra gli amanti della musica.

Dopo il mezzo fiasco di Regina Diaz, opera più tradizionalmente romantica, Giordano si trasferì definitivamente a Milano e tornò ad abbracciare la corrente artistica del verismo componendo opere come Andrea Chénier, Fedora, Siberia, Mese mariano, Madame Sans Gêne, La cena delle beffe e Il re, che gli valsero un successo duraturo e la nomina, nel 1929, ad Accademico d'Italia.

Oltre alle opere liriche, Umberto Giordano compose anche un buon numero di brani vocali, mottetti, pezzi per pianoforte, musiche di scena, pezzi sinfonici e musica sacra.

Morì a Milano il 12 novembre del 1848. Foggia, sua città natia, gli ha dedicato il teatro comunale, una piazza dove una sua statua è circondata da altre statue raffiguranti i personaggi delle sue opere e, ironia della sorte, quello stesso conservatorio che gli aveva negato l'ammissione nel 1881.

LA MELODIA

Ispirata alla vita del poeta francese André Chénier, vissuto all'epoca della Rivoluzione Francese, l'omonima opera di Umberto Giordano è un "dramma di ambiente storico in quattro quadri" composto su libretto di Luigi Illica, la cui prima andò in scena alla Scala di Milano il 28 marzo 1896.

Tenori del calibro di Mario del Monaco, Beniamino Gigli, Placido Domingo e Luciano Pavarotti ne hanno fatto uno dei loro cavalli di battaglia.

Noi vi proponiamo la melodia Un dì all'azzurro spazio, che Andrea canta nel primo quadro.


IL FRANCOBOLLO

Emesso dall'Italia
il 28 agosto 1967
per il centenario della nascita

Yvert 984
Dentellato 14×14¼