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il musicalista
il personaggio del mese: NOVEMBRE 2014
gaetano donizetti

IL PERSONAGGIO

A differenza della maggior parte dei grandi musicisti, che hanno quasi sempre genitori in un modo o nell'altro interessati alla musica, magari semplici appassionati d'opera, suonatori di seconda fila o pianisti dilettanti, nessuno nell'umile famiglia che il 29 novembre 1797 diede i natali a Domenico Gaetano Maria Donizetti pensava, sia pur lontanamente, alla musica.

Il padre Andrea era portiere al Banco dei Pegni di Bergamo, mentre la madre contribuiva al magro bilancio della famiglia, composta da altri cinque tra fratelli e sorelle, lavorando come operaia in una filanda: vivevano in una casuccia di Bergamo alta che Donizetti ebbe in seguito a definire "triste tugurio ov'ombra di luce non mai penetrò".

Con simili premesse, riesce difficile immaginare per Donizetti la luminosa carriera che fece di lui il massimo esponente della tradizione operistica italiana nella prima metà del XIX secolo, ma il giovane Gaetano, benché di umili origini, aveva dalla sua due carte importanti: una gran voglia di lavorare (arriverà a comporre anche quattro opere liriche in un anno) e la rara dote dell'orecchio assoluto, che lo rendeva capace di riconoscere infallibilmente l'altezza dei suoni.

Il caso volle inoltre che proprio in quegli anni il musicista tedesco Giovanni Simone Mayr, reduce da decenni di successi in tutta Europa, decidesse di abbandonare i teatri rifugiandosi a Bergamo, dove mise in piedi una iniziativa molto particolare: le Lezioni caritatevoli di musica, concepite per dare ai ragazzi delle classi sociali meno abbienti un'istruzione e quindi un mezzo di sostentamento.

Donizetti vi fu ammesso nel 1806 e da quel momento Mayr, intuite le notevoli possibilità di quel giovane allievo, sarà suo maestro e mentore, incoraggiandolo negli studi, indirizzandolo via via verso nuovi maestri anche fuori Bergamo, e procurandogli la scrittura al Teatro San Luca di Venezia, dove nel 1818 andò per la prima volta in scena una sua opera. l'Enrico di Borgogna.

Nei tre anni successivi, tra Venezia e Bergamo, Donizetti compose altre quattro opere, per poi trasferirsi a Roma dove all'inizio del 1822 debuttò la Zoraida di Granata. Nonostante il successo ottenuto al Torre Argentina fosse andato al di là di ogni più rosea aspettativa, il compositore non volle restare a Roma, dove pure aveva incontrato la futura moglie Virginia, e già dopo pochi mesi si spostò a Napoli.

Ai piedi del Vesuvio, e sempre con lo zampino di Mayr, la carriera di Donizetti conobbe la svolta destinata a consacrarne la fama. Lo spostamento a Napoli era dettato infatti dalla necessità di sovrintendere all'esecuzione di un'opera di Mayr al teatro San Carlo, del quale era direttore artistico Gioacchino Rossini. La fuga d'amore di quest'ultimo con il soprano spagnolo Isabella Colbran costrinse però l'impresario Barbaja ad assumere Donizetti, che il San Carlo diresse fino al 1838.

A Napoli raggiunse la maturità artistica e il successo mondiale; a Napoli compose la maggior parte delle sue opere, e segnatamente quelle ritenute dalla critica le meglio riuscite, come Lucia di Lammermoor, L'elisir d'amore, Lucrezia Borgia, Anna Bolena e Pia de' Tolomei; a Napoli a tal punto si immedesimò nella cultura locale da musicare anche numerose canzoni napoletane, come la celeberrima Te voglio bene assaje, che secondo molti critici musicali rappresenta l'atto di nascita della canzone d'autore moderna o comunque il passaggio dalla musica popolare alla canzone d'autore.

A tanto successo artistico non corrispose però la felicità nella vita privata, e tra il 1835 e il 1837 Donizetti subì la perdita del padre, della madre, della seconda e della terza figlia, e infine della moglie. Si aggiunga a questo che il clima politico era cambiato, costringendolo nonostante la sua fama a scontrarsi con la censura borbonica. Prima della fine del 1838 il compositore si trasferì così a Parigi, dove continuò a lavorare alacremente. Opere particolarmente significative di questo periodo sono La fille du regiment e il Don Pasquale, scritta nel 1843.

Ma la malattia della quale soffriva, sifilide meningovascolare, già minava il suo corpo e il suo spirito, e il progressivo aggravarsi delle sue condizioni portò nel febbraio del 1846 al ricovero nell'ospedale psichiatrico di Ivry, dove tra momenti di totale delirio e sprazzi di lucidità e disperazione, rimase per un anno e mezzo.

Dopo la dimissione fece ritorno nella sua Bergamo, dove si spense l'8 aprile del 1848. La sua salma riposa accanto a quella del suo padre musicale, Giovanni Simone Mayr, nel monumento realizzato nella basilica bergamasca di Santa Maria Maggiore

LA MELODIA

Benché abbia al suo attivo, oltre alle canzoni napoletane, numerose composizioni di musica da camera e sacra (tra cui una Messa da Requiem scritta in occasione della morte di Vincenzo Bellini), Donizetti fu essenzialmente un compositore di musica operistica: oltre 70 sono le opere liriche da lui composte in 25 anni di attività.

Ci piace ricordarlo con una delle più celebri arie di una sua opera comica, L'elisir d'amore, intonata dal protagonista Nemorino nell'ottava scena del secondo atto, quando scorge una Furtiva lagrima spuntar dagli occhi dell'amata Adina.


IL FRANCOBOLLO

Emesso dall'Italia
l'8 aprile 1998
nel 150° anniversario della morte

Yvert 2289
Dentellato 14 x 13 ¼