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il musicalista | |||||||
il personaggio del mese: AGOSTO 2015 | ||||||||
robert stolz | ||||||||
IL PERSONAGGIO Robert Stolz nacque a Graz il 25 agosto del 1880 da una famiglia dove la musica era di casa. Era infatti pronipote del soprano Teresa Stolz, interprete dei primi grandi successi operistici di Giuseppe Verdi; sua madre era una apprezzata pianista, mentre il padre aveva una discreta fama come direttore d'orchestra. Già dall'età di sette anni Robert prese a seguire le orme materne, con una tournée europea nella quale si mise in evidenza per le sue esecuzioni di Mozart, ma dopo aver completato gli studi al Conservatorio di Vienna sembrò propendere verso la carriera del padre. Nel primo decennio del '900 infatti fu direttore dapprima a Maribor, poi a Salisburgo e a Brno, e infine al Teatro di Vienna, dove succedette a Artur Bodanzky. Pur avendo incontrato un notevole successo, non era tuttavia quella della conduzione la sua strada. E infatti già nel 1907 Stolz iniziò a cimentarsi con la composizione di canzoni e operette, e nel 1910 abbandonò la direzione del Teatro di Vienna per abbracciare la nuova carriera di compositore. Il successo fu immediato, e dopo la parentesi bellica della Prima Guerra Mondiale, Stolz si spostò a Berlino, dove divenne rapidamente il più acclamato autore di musica per cabaret. La sua attività principale rimase però sempre quella di compositore di operette (sono di questi anni successi come La danza della felicità e La locanda del cavallino bianco) e di canzoni. Con l'avvento del nazismo, Robert Stolz preferì spostare la sua residenza di nuovo in Austria, pur continuando a viaggiare spesso tra Vienna e Berlino per ragioni di lavoro. A partire dal 1933 approfittò del capiente vano bagagli della sua lussuosa limousine per favorire la fuga di ebrei dalla Germania, ma quando nel 1938 ci fu l'annessione dell'Austria al Reich questa attività non fu più possibile, e Stolz si trovò costretto a riparare all'estero: prima Zurigo, poi Parigi, e infine New York. Oltreoceano il successo gli arrise inizialmente con i concerti di musica viennese che facevano registrare il tutto esaurito nella prestigiosa Carnegie Hall, ma ben presto la sua opera fu richiestissima anche per musiche di scena e colonne sonore, tanto che in quegli anni ottenne ben due nomination per l'Academy Award. Tornato in Europa nel 1946, si stabilì nuovamente a Vienna, dedicandosi nuovamente alla conduzione, soprattutto delle operette più celebri di Kálmán, Lehár e Strauss, ma un nuovo interesse lo riportò alla composizione. Nel 1952 la Wiener Eisrevue lo incaricò infatti di comporre la musica dell'annuale operetta su ghiaccio: Stolz dedicò la sua opera alla campionessa di pattinaggio Eva Pawlik, che dopo l'argento olimpico londinese si era laureata nel 1949 campionessa europea e mondiale, per poi dedicarsi a quella sorta di Holiday on Ice austriaco che era, appunto, la Wiener Eisrevue. Questa nuova esperienza entusiasmò a tal punto Stolz da diventare rapidamente la sua attività preferita: ben diciannove sono le operette su ghiaccio da lui composte fino alla fine della sua carriera. Negli ultimi anni della sua vita, a Berlino, non era raro vedere l'ultranovantenne musicista andare in giro con l'ausilio di un bastone da passeggio che aveva ereditato dal grande operettista (per taluni il più grande in assoluto), Franz Lehár, che l'aveva a sua volta avuto da Johann Strauss (altro grande autore di operette), le cui iniziali erano incise nel pomo di argento. E proprio accanto a Johann Strauss (e a Johannes Brahms), nel Cimitero Centrale di Vienna, Robert Stolz fu sepolto alla sua morte, avvenuta a Berlino il 27 giugno del 1975. |
LA MELODIA Certi successi non hanno tempo e sanno adattarsi al cambiamento delle mode e dei gusti per riproporsi con ugual freschezza in contesti anche molto diversi. E' il caso di Salome, schönste Blume des Morgenlands, composta nel 1919 da Stolz su parole di Arthur Rebner.Portata al successo in America due anni dopo col titolo di Sal-o-may dal trio jazz di Paul Biese su testi di Bartley Costello, la melodia conobbe una nuova giovinezza nel 1961, quando con un nuovo testo scritto da Jimmy Kennedy e il titolo di Romeo scalò le classifiche discografiche nell'interpretazione della cantante pop inglese Petula Clark. La versione italiana, uscita nel 1920 col titolo di Abat-jour e ripresa nel 1958 da Aurelio Fierro, accompagna lo spogliarello di Sophia Loren (nel ruoloi della prostituta Mara) per Marcello Mastroianni nel film del 1963 Ieri, oggi e domani. |
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IL FRANCOBOLLO Emesso dalla Germania (Berlino) Ovest |