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il musicalista | |||||||
il personaggio del mese: LUGLIO 2018 | ||||||||
jacobus gallus | ||||||||
IL PERSONAGGIO Jakob Petelin nacque a Reifnitz il 3 luglio del 1550, e praticamente nulla si sa della sua famiglia di origine. Il suo cognome in sloveno significa galletto, e questo spiegherebbe perché sia diventato famoso col nome tedesco di Jacob Handl (galletto in tedesco) e abbia a sua volta sempre avuto una predilezione per la dizione, stavolta latina, di Jacobus Gallus. A nome e cognome, amava posporre l’aggettivo Carniolus, a sottolineare la sua provenienza dall’antica marca del Sacro Romano Impero della Carniola, oggi inglobata nella Slovenia e all’epoca costituita in ducato strettamente legato all’Arciducato d’Austria, retto dagli Asburgo. Tuttavia, nonostante questa sorta di soprannome che lui stesso si era dato, anche il paese di Monte San Vito, nella parte più occidentale della Slovenia, di lingua e tradizioni italiane, rivendica i natali di Jacobus. Il quale, in ogni caso, nella sua città natale non rimase molto, visto che già intorno ai dieci anni si sarebbe trasferito nel monastero cistercense di Sticna (sempre all’interno dei confini della Carniola) dove probabilmente ricevette la prima educazione musicale. Lasciò la sua terra natale all’età di quindici anni, per spostarsi prima a Vienna e poi viaggiare in Boemia, Moravia e Slesia, alternando i suoi viaggi a lunghi periodi trascorsi presso il monastero benedettino di Melk, nell’Austria meridionale. Poco si sa della sua attività artistica in questo periodo, anche se probabilmente i suoi viaggi dovettero essere finalizzati all’approfondimento della materia, visto che nel 1574 lo ritroviamo membro del coro della cappella di corte a Vienna, e solo quattro anni più tardi Stanislav Pavlovský, arcivescovo di Olomouc, gli affidò l’incarico di Kappellmeister presso la sua diocesi. Nella città morava, Jacobus rimarrà fino al 1585, per poi trasferirsi a Praga come organista della antica chiesa di San Giovanni Battista sulla Righiera, oggi non più esistente. In quest’ultimo periodo della sua vita (morì infatti a Praga il 18 luglio del 1591) vide la luce la sua opera più importante, l’Opus Musicum, raccolta di 374 mottetti destinati a coprire l'intero anno ecclesiastico, che fu stampata nel 1587 nella tipografia praghese di Jirí Nigrin, il quale pubblicò anche 16 delle sue 20 messe. E’ questo particolare che induce gli studiosi a pensare che in realtà il lavoro compositivo di Jacobus Gallus sia iniziato molti anni prima, e che la pubblicazione praghese abbia voluto rappresentare una sorta di punto fermo nella sua maturazione artistica, dove l'arcaico e il moderno di allora si fondevano. Raramente Jacobus Gallus usa la tecnica del cantus firmus, preferendo la nuova maniera policorale veneziana, ma allo stesso tempo utilizza anche tecniche più antiche. E se il suo mottetto a 5 voci Mirabile mysterium suscitò l’ammirazione (e, si dice, l’invidia) del madrigalista Carlo Gesualdo da Venosa, altre sue composizioni sono di una semplicità stupefacente. |
LA MELODIA A riprova dell’eccezionale varietà dei registri compositivi di Jacobus Gallus, vi proponiamo uno dei suoi mottetti più semplici e lontani dalle novità policorali dell’epoca.Ecce quomodo moritur justus, pur nella sua quasi arcaica semplicità compositiva, fu talmente apprezzato da contemporanei e posteri che Händel lo utilizzò nel 1737 per il suo The ways of Zion do mourn / Funeral Anthem for Queen Caroline, al quale a sua volta Mozart si ispirò per l'Introitus del suo celeberrimo, e incompiuto, Requiem del 1791. |
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IL FRANCOBOLLO Emesso dalla Slovenia Michel 1181 |