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il musicalista | |||||||
il personaggio del mese: AGOSTO 2020 | ||||||||
alexander aliabiev | ||||||||
IL PERSONAGGIO Quando Alexandre Aleksandrovitch Aliabiev vi nacque, il 15 (il 4, secondo il calendario giuliano all’epoca in uso in Russia) agosto del 1787, Tobolsk era ancora il capoluogo della Siberia, e a tutt’oggi rimane l’unica città ad est degli Urali a possedere un kremlin, una cittadella militare che rappresentava (e spesso ancora rappresenta) il centro di amministrazione del potere delle vecchie città della Russia. La costruzione della grande ferrovia Transiberiana, nell’ultimo decennio del XIX secolo, toglierà man mano importanza alla città, ma sul finire del ‘700 Tobolsk era una delle principali città russe. Alexandre Aleksandrovitch, figlio di un senatore di antica nobiltà, faceva parte di una delle famiglie più importanti di Tobolsk, e come tale ricevette un’educazione letteraria e musicale di prim’ordine. Fu anche, naturalmente, avviato alla carriera diplomatica e militare, fino ad arruolarsi col grado di ufficiale nell’Armata Russa nel 1812. In questa veste partecipò alla Campagna di Francia, e fu tra quelli che entrarono a Parigi il 30 marzo del 1814, guadagnandosi anche due medaglie. La passione della sua vita era però la musica, ed era un finissimo conoscitore della musica popolare della Russia orientale e del Caucaso. Le sue prime composizioni sono infatti del 1810, prima quindi di intraprendere la carriera militare, e quando nel 1823 Aliabiev si congedò per stabilirsi a Mosca aveva già al suo attivo diverse romanze e canzoni, tanto da essere considerato, insiema ad Alexander Varlamov, il padre della canzone romantica russa. Anche la sua popolarità si andava rapidamente diffondendo, tanto che una sua composizione, La celebrazione delle Muse, segnò l’apertura della stagione del Teatro Bolshoi nel 1825. In quello stesso anno tuttavia avvenne un fatto destinato a segnare in modo definitivo la sua vita: arrestato dopo la morte per omicidio di un uomo con il quale aveva appena trascorso una notte intera intorno al tavolo da gioco, Alexander Aleksandrovitch trascorse tre anni in carcere. Il suo coinvolgimento nell’assassinio non fu mai dimostrato, e sulla sua colpevolezza non ci fu mai nessun pronunciamento definitivo di una corte di tribunale. Fu tuttavia lo zar Nicola I in persona ad ordinare nel 1828 il suo allontanamento da Mosca e l’esilio nella città natale di Tobolsk. Dalla sua prigione dorata, Aliabiev continuò a dedicarsi alla sua attività di musicista scrivendo musica per balletti, commedie musicali, canzoni e romanze i cui testi erano quasi sempre frutto del lavoro di alcuni dei più famosi poeti dell’epoca, da Odobovsky a Shalikov, da Delvig a Puškin, non disdegnando di cimentarsi anche con grandi classici della letteratura mondiale come Shakespeare. A Mosca poté tornare solo nel 1843, e nella capitale russa proseguì la sua attività di compositore dedicandosi anche all’opera lirica (ne compose in tutto 7) fino alla morte, avvenuta il 6 marzo del 1851. |
LA MELODIA Composta nel 1825, nel periodo della carcerazione moscovita, sui testi del poeta Anton Antonovitch Delvig, L’usignolo è senz’altro la romanza di Aliabiev più conosciuta, da molti ritenuta l’archetipo della romanza romantica popolare russa. Fu il pezzo preferito da Tchaicovsky durante i primi anni della sua formazione, Liszt la amò al punto di comporne una sua personale trascrizione, e la cantante Pauline Viardot la volle inserire (col consenso di Rossini stesso) nella lezione di canto di Rosina del Barbiere di Siviglia.Ve ne proponiamo la seconda parte, in una esecuzione pianistica che mette in luce il virtuosismo richiesto dal pezzo. |
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IL FRANCOBOLLO Emesso dall'U.R.S.S. |