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il musicalista
il personaggio del mese: FEBBRAIO 2021
victor herbert

IL PERSONAGGIO

Benché nel 1916, poche settimane prima della Rivolta di Pasqua, Victor Herbert (a quel punto ormai cittadino statunitense) fosse stato il primo presidente dell’Associazione degli Amici della Libertà Irlandese ed avesse sempre dichiarato (ivi compreso nella sua richiesta di naturalizzazione negli USA, nel 1902) di essere nato a Dublino, molto probabilmente in Irlanda non aveva mai messo piede.

Irlandese era sua madre Fanny, figlia del grande scrittore, musicista e pittore Samuel Lover, ma il piccolo Herbert, nato dopo la fine del primo matrimonio della madre da una relazione passeggera, vide la luce nell’isola di Guernsey il 1° febbraio del 1859 e trascorse in Germania i primi due anni della sua vita, per poi trasferirsi con la madre nelle campagne del Kent, alle porte di Londra, nella tenuta del celebre nonno.

Qui Victor ricevette la prima formazione musicale e umanistica, che perfezionò qualche anno più tardi in Germania, dove si trasferì con la madre dopo il matrimonio di quest’ultima con il medico Carl Theodore Schmid. E del patrigno Victor avrebbe voluto seguire le orme, ma giudicando troppo dipendiosi e impegnativi gli studi di medicina, preferì dedicarsi alla musica, studiando inizialmente piano, flauto e ottavino, per poi perfezionarsi nella teoria musicale, la composizione e lo studio del violoncello, strumento in cui si diplomò nel 1879 al Conservatorio di Stuttgart.

Grande virtuoso di questo strumento, suonò come solista con numerose e prestigiose orchestre tedesche, austriache e russe, e fu durante le sue numerose tournée che conobbe il soprano Therese Förster. I due si sposarono nell’agosto del 1886, e solo pochi mesi dopo partirono per gli Stati Uniti, dopo che entrambi avevano ottenuto un contratto con il Metropolitan di New York.

In America Herbert fu da subito molto apprezzato anche come solista e direttore, e oltre all’impegno con il Metropolitan tenne numerosi concerti in proprio e con altri gruppi musicali e ricevendo anche prestigiosi incarichi come direttore d’orchestra per le le stagioni estive della New York Philarmonic, che si tenevano nella località marina di Brighton Beach.

Entrato così in contatto con l’elite musicale newyorkese si legò al gruppo di autori e musicisti nato col nome di “gruppo di Tin Pan Alley” (dal nome della via di Manhattan dove avevano sede diverse case editrici musicali) e intensificò la sua attività di direttore d’orchestra e compositore, assumendo anche un incarico di insegnamento presso il Conservatorio Nazionale.

Sul finire del secolo si cimentò anche nella composizione di quattro operette che riscossero un discreto successo, e nei primi anni del ‘900 questa divenne la sua principale occupazione, nonché fonte di guadagno e di popolarità: ne compose ben 43 ed è ancor oggi ricordato principalmente per questa sua attività, benché si sia anche cimentato con buoni risultati anche nell’opera lirica.

In prima linea nella lotta per il riconoscimento dei diritti d’autore, fu tra gli ispiratori del Copyright Act del 1909 e tra i fondatori dell’ASCAP (American Society of Composers, Authors, and Publishers) che ancora oggi si occupa delle percezione e della distribuzione dei diritti d’autore dei musicisti statunitensi. Su un piano più strettamente politico, volle rendere onore alle sue ascendenze irlandesi scrivendo due operette di ispirazione indipendentista e arrangiando una versione in inglese di quello che sarebbe poi diventato l’inno nazionale irlandese.

Victor Herbert morì il 26 maggio del 1926 per un attacco di cuore poche ore dopo il debutto della sua ultima operetta, The Dream Girl, ed è sepolto nel Woodlawn Cemetery del Bronx, a New York.

LA MELODIA

Particolarmente nota per essere stata oggetto nel 1934 di una versione cinematografica (Nel paese delle meraviglie, in italiano) interpretata da Stan Laurel e Oliver Hardy, Babes in Toyland debuttò a Chicago alla Grand Opera House il 17 giugno 1903 e contiene il pezzo forse più famoso di Victor Herbert, March of the Toys (Marcia dei Giocattoli), motivo che riscuote ancor oggi un discreto successo, specialmente nelle raccolte di canzoni natalizie.

IL FRANCOBOLLO

Emesso dagli Stati Uniti d'America
il 13 maggio 1940

Yvert 420
Dentellatura 10½ x 11