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il musicalista | |||||||
il personaggio del mese: APRILE 2021 | ||||||||
LeÓ wenier | ||||||||
IL PERSONAGGIO Weiner Leó, come dovrebbe essere correttamente scritto il suo nome in ungherese, nacque a Budapest, e più esattamente a Pest, da una famiglia ebrea il 16 aprile 1885. La madre morì per le conseguenze del parto, e il padre si risposò presto. Forse anche per questo fu suo fratello maggiore, e non lui, a ricevere fin da bambino una educazione musicale di base, e proprio dal fratello il piccolo Leó ricevette le sue prime lezioni di musica e pianoforte. Tra gli amici dei due fratelli Weiner c’era anche Fritz Reiner, destinato a diventare uno dei direttori d’orchestra più celebri degli Stati Uniti d’America negli anni ‘50 del ‘900, e con lui Leó si divertiva a improvvisare al piano a quattro mani. La sua prima formazione musicale fu dunque quasi un gioco da autodidatta, e solo nel 1901, con l’iscrizione alla Zeneakadémián, l’Accademia di Musica di Budapest, iniziò a seguire dei veri e propri corsi strutturati. Studiò in particolare col maestro János Koessler, e sotto i suoi insegnamenti iniziò a comporre vincendo anche numerosi premi, come il Franz Liszt Stipend, il Premio Volkmann, e il Premio Erkel, tutti vinti con la composizione Serenata, Op 3. Fu in questo periodo che iniziò a sviluppare un forte interesse per le principali varietà di musica popolare ungherese, forse influenzato dal lavoro di riscoperta del folklore ungherese che musicisti più noti, come Béla Bartók e Zoltán Kodály stavano portando avanti. Anche in questo caso si mise in mostra vincendo il premio Schwunda con una composizione per due strumenti tipicamente ungheresi: il taragato (una specie di clarinetto) e il cimbalon, detto anche salterio ungherese. Dopo avere ottenuto un lavoro come ripetitore, allenando i cantanti solisti nell'interpretazione generale dell'opera al Vigopera (Opera Comica) di Budapest lasciò la scuola e, approfittando della vincita di un premio speciale in occasione dell'incoronazione dell'imperatore Francesco Giuseppe, ebbe occasione di visitare Vienna, Monaco di Baviera, Berlino e Parigi. Tornò in Ungheria nel 1908, e rientrò alla Zeneakadémián, ma stavolta come come insegnante. Nel 1912 fu nominato professore di composizione, cattedra alla quale si aggiunse nel 1920 quella di professore di musica da camera e, nel corso degli anni, anche la direzione della scuola. Universalmente considerato come uno dei più grandi insegnanti di musica da camera, è a lui che si deve la buona reputazione di cui gode la scuola di musica cameristica ungherese per l’accuratezza e la profondità di interpretazione che la contraddistinguono. Morì a Budapest, dove aveva trascorso praticamente tutta la sua vita, il 13 settembre del 1960, poco dopo aver ricevuto per la seconda volta (la prima era stata dieci anni prima, nel 1950) il Premio Kossuth (1950 e 1960); nel 1953 era stato insignito del titolo di "Eminente artista della Repubblica Popolare Ungherese". |
LA MELODIA Il forte interesse nazionalistico per la musica popolare ungherese che Leó Weiner condivise con Bartók e Kodály si attenuò negli anni ‘30 del ‘900, quando il nazionalismo ungherese si trasformò in uno stato sempre più fascista, per poi riaffiorare, a guerra finita, dopo il 1950. In questo periodo furono composte le Tre Danze Popolari Ungheresi, delle quali vi proponiamo la seconda. |
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IL FRANCOBOLLO Emesso dall'Ungheria Yvert 1588 |