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il musicalista | |||||||
il personaggio del mese: GENNAIO 2022 | ||||||||
johann joachim quantz | ||||||||
IL PERSONAGGIO Johann Joachim Quantz nacque a Oberscheden, nelle vicinanze di Gottinga, il 30 gennaio 1697. Suo padre, che era una fabbro, avrebbe voluto che il figlio apprendesse il suo mestiere, ma dopo la sua morte, avvenuta nel 1708, l’appena undicenne Hans venne affidato a uno zio che viveva a Merseburg, nei pressi di Lipsia, e suonava nella banda della città. Fu lo zio, insieme al marito di una cugina, organista, a iniziarlo alla musica. Studiò oboe e violino, e dopo aver suonato per un po’ nella banda della città, a partire dal 1718 ricevette l’incarico di oboista della Cappella Polacca di Dresda, appena fondata per volere di Augusto II, elettore di Sassonia e re di Polonia. E siccome la posizione di oboista non gli apriva grandi prospettive, decise di dedicarsi al flauto, sotto la guida di Pierre-Gabriel Buffardin, virtuoso dello strumento e figlio di un liutaio. Fu forse da questa esperienza, e dall’abilità manuale che gli derivava dagli infantili trascorsi di fabbro, che Quantz, oltre a suonarli e a comporre musica a loro destinata, i flauti cominciò a modificarli, arricchendoli di nuove potenzialità, e a costruirli… ma questo sarebbe successo più tardi. Nel 1724, ormai già apprezzato (soprattutto da Augusto II) flautista, decise di perfezionarsi ulteriormente concedendosi quello che molti musicisti, pittori e letterati tedeschi dell'epoca chiamavano il grand tour, un viaggio che lo portò prima in Italia, a Venezia, Roma e Napoli e poi, nell’arco di quasi quattro anni, a Parigi e a Londra. Durante questo viaggio conobbe numerosi altri musicisti, tra i quali spicca il nome di Alessandro Scarlatti e affinò a tal punto le sue capacità da vedersi raddoppiato il trattamento economico al suo ritorno alla corte di Augusto II. Il re lo volle con sé anche durante un viaggio a Berlino nel 1728, e fu in quell’occasione che Quantz ebbe modo di farsi apprezzare anche dalla regina di Prussia e da suo figlio, il principe ereditario Federico II, i quali avrebbero voluto che si trasferisse alla loro corte. Il progetto non si realizzò, in parte per la volontà di Quantz restare fedele all’impegno assunto con Augusto II, in parte perché Federico Guglielmo I re di Prussia lo ostacolò, vedendo di cattivo occhio i rapporti che suo figlio, tra l’altro sospettato di omosessualità, amava intrattenere con artisti di tutti i generi. Quando però nel 1740 Federico (che sarà ricordato col nome di “il Grande”) successe al padre sul trono di Prussia, anche in virtù della intervenuta morte di Augusto II, Quantz poté finalmente accogliere l’invito dell’amico, con il quale era sempre restato in ottimi rapporti e che visitava un paio di volte all’anno per impartirgli corsi di flauto. Pare che i primi flauti costruiti personalmente da Quantz fossero proprio destinati in regalo al futuro re, e che Federico il Grande sia arrivato a possederne più di dieci. Alla corte di Prussia Johann Joachim Quantz rimase, onorato della stima, dell’amicizia e della frequentazione giornaliera del re, fino alla sua morte, avvenuta il 13 luglio 1773. |
LA MELODIA Universalmente riconosciuto come il più significativo compositore per flauto del periodo barocco, Johann Joachim Quantz era (e lo era stato fin dalla gioventù) un grande virtuoso dello strumento; e le sue composizioni, giudicate spesso troppo impegnative da eseguire, gli consentivano di esprimere alla perfezione il suo eccezionale talento. Per rendersene conto, basterà ascoltare i primi passaggi di una delle sue oltre 500 composizioni, il Capriccio in Sol maggiore per flauto solista. |
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IL FRANCOBOLLO Emesso dalla Repubblica Federale Tedesca (Berlino Ovest) Yvert BE 415 |