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il musicalista | |||||||
il personaggio del mese: APRILE 2022 | ||||||||
artemy vedel | ||||||||
IL PERSONAGGIO Figlio di un apprezzato e agiato intagliatore di legno, Artemy Lukyanovich Vedel nacque il 13 aprile 1767 a Kyiv. La sua famiglia, di fede cristiano ortodossa, era fortemente religiosa, e fin da piccolo Artemy frequentò le chiese della città, anche perché il padre era particolarmente apprezzato per la sua abilità nella realizzazione delle iconostasi, che nelle chiese di rito orientale separano il presbiterio dalla navata destinata ad accogliere i fedeli. Ancora bambino, entrò a far parte del coro della basilica episcopale della città e raggiunta l’adolescenza fu iscritto all’Accademia Kyiv-Mohyla, una delle scuole più rinomate dell’impero russo. Qui studiò filosofia, musica e composizione, e il suo talento gli permise di vedersi assegnare la carica di direttore del coro degli studenti. Restò in accademia fino al 1787, dopodiché fu chiamato a Mosca, alla corte imperiale come assistente maestro di coro e violinista, agli ordini del governatore delle capitale. Rimase a Mosca, pur non amando la città, per circa 5 anni, poi rassegnò le dimissioni e torno a Kyiv, dove si mise al servizio del generale Andrey Levanidov che lo incaricò di dirigere il coro reggimentale della fanteria ucraina; assunse anche incarichi didattici all'Accademia Kyiv-Mohyla. Il generale apprezzava molto le doti di Vedel, che sotto il suo patrocinio raggiunse l'apice della sua creatività come compositore. Con Levanidov (promosso governatore) si trasferì poi a Kharkiv, dove contribuì a organizzare un nuovo coro e una nuova orchestra, e insegnò al Collegio di Kharkiv. Quando però lo zar Paolo I, nel quadro di un ridimensionamento del potere dei governatorati locali abolì tra gli altri anche quello di Kharkiv e Levanidov fu richiamato a Mosca, la vita culturale della città subì un notevole calo di intensità, anche perché il nuovo zar vedeva di cattivo occhio le iniziative culturali fin lì portate avanti da molti ex governatori, e arrivò al punto di bandire i lavori di molti dei loro pupilli, tra i quali anche Vedel. Il compositore decise così nel 1799, di trovare rifugio da quella che viveva come una sorta di persecuzione entrando come novizio nel celebre monastero delle Grotte, a Kyiv. Qui però furono scoperti tra le sue cose alcuni scritti fortemente critici e minacciosi nei confronti della famiglia imperiale, e Vedel, accusato di esserne l’autore e apparentemente sofferente di una forte depressione con manie di persecuzione, fu rinchiuso in manicomio, dove gli fu vietato di occuparsi a qualsiasi titolo di musica. Ci rimase per quasi 10 anni, e solo nella primavera del 1808 gli fu concesso di tornare alla casa dei suoi genitori, ma la sua salute mentale e fisica era ormai compromessa, e la morte lo raggiunse il 26 luglio dello stesso anno. La sua musica, censurata dalle autorità russe all’epoca della sua morte, continuò a circolare quasi clandestinamente fino ad essere in qualche modo riabilitata nel primo ventennio del ‘900, solo per essere nuovamente messa al bando dopo l’annessione dell’Ucraina da parte dell’Unione Sovietica. Oggi, insieme a Maxim Berezovsky e Dmitry Bortniansky, Vedel è considerato uno dei tre principali compositori ucraini del XVIII secolo e il più grande compositore di musica corale della Russia. Nel frattempo, nel corso della ristrutturazione dei quartieri di Kyiv avvenuta tra il 1930 e il 1940, si sono prese le tracce perfino della sua sepoltura. |
LA MELODIA Delle oltre 80 composizioni, quasi tutte di musica corale liturgica "a cappella", perché nelle chiese di rito ortodosso gli strumenti musicali non sono ammessi, abbiamo scelto, dato il periodo, un Canone Pasquale eseguito per la prima volta nel 1798, poco prima dell'ingresso di Vedel nel monastero delle Grotte. |
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IL FRANCOBOLLO Emesso dall'Ucraina |