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il musicalista
il personaggio del mese: GIUGNO 2023
mikhail glinka

IL PERSONAGGIO

Nato il primo di giugno del 1804, Mikhail Ivanovich Glinka passò l’infanzia nella tenuta di campagna della sua famiglia, a Novospasskoye, nel governatorato di Smolensk. Il padre, ufficiale in congedo dell’esercito dello Zar, discendeva da una famiglia polacca di antica nobiltà e l’educazione del giovane Mikhail fu affidata alla nonna paterna, una donna molto protettiva, che lo fece crescere negli agi e nell’isolamento.

Ad avvicinarlo alla musica furono le vecchie nenie popolari che gli cantava la bambinaia, i canti dei contadini della tenuta e, verso i dieci anni, le lezioni di pianoforte e violino ricevute dalla governante tedesca dello zio materno, presso il quale era andato a vivere dopo la morte della nonna. Lo zio inoltre si dilettava di musica, e con alcuni amici aveva messo insieme una piccola orchestra: nel repertorio, Haydin, Mozart e Beethoven.

Quando all’età di 13 anni Glinka fu mandato a studiare a San Pietroburgo ebbe però l’occasione di seguire i corsi dei maestri europei che affollavano la capitale imperiale, e in particolare le lezioni di piano di John Field e quelle di composizione di Charles Mayer. Studiò anche violino con Joseph Böhm, mentre durante i periodi che trascorreva in famiglia, a Smolensk ebbe modo di approfittare degli insegnamenti di maestri privati italiani e tedeschi: all’epoca infatti non esisteva una tradizione musicale classica russa.

Nel 1828, finiti gli studi all'università, venne assunto come funzionario presso il Ministero dei Trasporti: un lavoro poco impegnativo che gli permetteva di dedicarsi alla sua vera passione, e che comunque lasciò dopo pochi anni, ufficialmente per motivi di salute. Pare che l’iperprotettività della nonna avesse fatto di lui un giovane malaticcio e probabilmente ipocondriaco, e quando un medico lo convinse che un soggiorno in Italia avrebbe giovato alle sue condizioni, abbandonò del tutto il lavoro e per cinque anni viaggiò in Italia, Austria e Germania, dove ebbe modo di conoscere e apprezzare il bel canto italiano e di approfondire le sue conoscenze musicali.

Al ritorno in Russia dopo la morte del padre nel 1834, Glinka era ormai pronto per riversare le sue nuove conoscenze nell’impresa di produrre la prima opera russa. In linea con la tradizione familiare di servizio allo Zar, scelse di presentare in musica il personaggio di Ivan Susanin, eroe nazionale russo, con l'opera Una vita per lo Zar. Poco dopo venne nominato Maestro di Cappella del coro imperiale, un incarico lautamente pagato che gli permise di continuare senza problemi la sua sperimentazione alla ricerca di un nuovo stile che unisse i temi popolari russi alla musica classica europea.

Nel 1844 però, deluso dalla tiepida accoglienza accordata alla sua nuova opera Ruslan e Ljudmila, decise di lasciare la Russia. Fu a Parigi, dove divenne amico di Berlioz, in Spagna, di nuovo nella sua amata Italia, e finalmente a Berlino, dove riprese gli studi di tecnica musicale col grande teorico musicale Siegfried Dehn, che già era stato suo maestro 25 anni prima, ma poco più di un anno dopo il suo arrivo in città, ammalatosi probabilmente di polmonite, il 15 febbraio 1857 morì.

Seppellito inizialmente a Berlino, le sue spoglie furono rimpatriate cinque mesi più tardi, e tumulate nella cosiddetta necropoli dei Maestri dell'arte: il cimitero Tichvin, all'interno del Monastero Alexander Nevskij, a San Pietroburgo.

LA MELODIA

Narra la leggenda che la passione di Mikhail Glinka per la musica fosse da attribuirsi al canto dell’allodola che, alle prime luci dell’alba, salutò la sua venuta al mondo.

Forse c’è del vero, se si pensa che una delle sue opere più eseguite è proprio L’allodola, una romanza composta nel 1840, che ascoltiamo nella riduzione per pianoforte di Milji Balakirev, fondatore del Gruppo dei Cinque e dichiaratamente erede e continuatore dell’esperienza creativa di Glinka.

IL FRANCOBOLLO

Emesso dall'URSS
il 23 febbraio 1957
nel centenario della morte

Yvert 1892
Dentellatura 12¼