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il musicalista | |||||||
il personaggio del mese: GIUGNO 2024 | ||||||||
ÉTIENNE MÉHUL | ||||||||
IL PERSONAGGIO Vissuto nell’epoca più tormentata della storia francese, Ètienne Nicolas Méhul sperimentò fin dalla nascita, e direttamente sulla sua pelle, gli effetti dei cambiamenti sociali che poi finirono con l’accompagnare tutta la sua vita. Suo padre Jean François era infatti stato maggiordomo del conte di Montmorency, ma la progressiva decadenza della nobiltà e la morte del conte lo avevano ridotto a guadagnarsi la vita con un modesto commercio di vini. Quando il 22 giugno 1763 Ètienne nacque, la famiglia viveva poveramente nel villaggio di Givet, nelle Ardenne e il padre, che pure si era accorto della propensione del figlio per la musica, non trovò altra soluzione che quella di fargli dare qualche lezione da un povero organista cieco, in seguito ricordato solo col nomignolo di “cieco di Givet”, che viveva dell’elemosina della gente e della carità dei frati del convento dei Recolletti. Le doti del ragazzo però erano talmente evidenti che già all’età di 10 anni i frati gli offrirono il posto di organista. E quando due anni dopo nel vicino monastero di Laval Dieu fu fondata una scuola di musica guidata dal monaco tedesco Guillaume Hanser questi volle tra i suoi allievi il giovanissimo Ètienne, che in brevissimo tempo divenne addirittura il suo principale collaboratore. Una collaborazione che però non durò molto, perché nel 1779 un ignoto mecenate che per caso lo aveva ascoltato durante una funzione religiosa gli fornì il danaro per un viaggio a Parigi e, cosa più importante, lo munì di una lettera di raccomandazione al grande compositore Christoph Gluck, che in quegli anni soggiornava nella capitale francese. “Arrivai -scrive lo stesso Méhul citando una romanza molto conosciuta a quel tempo -a Parigi possedendo solo i miei sedici anni, la mia viella (strumento medioevale a corde) e la speranza” Nella capitale Ètienne, dopo aver assistito commosso alla prima dell’Ifigenia in Tauride, inizia a prendere lezioni di musica da tutti i migliori maestri dell’epoca, partecipa attivamente a numerosi arrangiamenti e messe in scena di concerti e opere e soprattutto, incoraggiato dallo stesso Gluck, con il quale si mantiene in contatto anche dopo il ritorno a Vienna, inizia egli stesso a comporre: le sue prime sonate per piano furono pubblicate nel 1783, quando aveva appena compiuto vent’anni. Negli anni successivi, sempre sostenuto dall’approvazione di Gluck, Méhul si cimentò, e con notevole successo, nella composizione drammatica, e allo scoppio della Rivoluzione Francese era ormai riconosciuto come uno dei massimi (e più innovativi) musicisti di Francia. La rivoluzione fu per lui l’occasione di sperimentare un nuovo filone creativo, quello delle canzoni patriottiche, legando il suo nome a quella che è considerata la “seconda Marsigliese”, il Canto della Partenza, sul testo di André Chénier. Allo stesso tempo partecipò attivamente alla fondazione di due delle più grandi organizzazioni culturali di Francia nate negli anni della Prima Repubblica: l’Institut de France, e il Conservatoire National Superieur de Musique, del quale fu primo ispettore fin dalla fondazione. Cresciuto e affermatosi durante gli anni di transizione tra l’Ancien Regime e la Prima Repubblica, Méhul fu in ottimi rapporti anche con Napoleone, che di lui apprezzava la potenza lirica delle sinfonie, il ritmo trascinante delle canzoni patriottiche e l’impegno culturale, al punto di volerlo tra i primi insigniti della appena istituita Legion d’Onore. Nonostante i suoi legami con Napoleone, la carriera musicale di Méhul non subì contraccolpi durante la Restaurazione, anche perché il suo lavoro al Conservatorio riscuoteva l’approvazione di tutto il mondo musicale. Del resto, ormai minato dalla tubercolosi, la sua presenza pubblica si era drasticamente ridimensionata, e trascorreva gran parte del suo tempo nella campagna di Pantin, dedicandosi alla sua seconda passione, la coltivazione dei fiori. Tornato a Parigi dopo un periodo di convalesceza e cure in Provenza, Ètienne Nicolas Méhul morì di tubercolosi nella sua casa di Parigi a soli 54 anni, la mattina del 18 ottobre 1817, e fu sepolto nel cimitero del Père-Lachaise.
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LA MELODIA La victoire en chantant nous ouvre la barrière. Cantando la vittoria ci apre le barriere Le Chant du Départ, musicato da Ètienne Méhul su un poema di André Chénier, fu scelto da Napoleone come inno nazionale francese durante il Primo Impero (1804-1814). |
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IL FRANCOBOLLO Emesso dalla Francia |