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quanto pesavano le singole monete?

di Edoardo Paolo Ohnmeiss

Recentemente ho potuto pubblicare, sul mensile CRONACA FILATELICA, un articolo sulla Storia Postale di BAGNONE, la piccola cittadina della bellissima e pittoresca Lunigiana.
Del suo ufficio postale si conosceva ben poco e anche l'attenta ricerca presso l'Archivio di Firenze poté fornire soltanto scarne notizie, riportate dai colleghi Chieppi e Monticini sulla loro interessante catalogazione degli uffici postali della Toscana.
Basandomi su ricerche in loco e grazie alle lettere che ho avuto dal consocio Stocchi, risulta dimostrato che l'ufficio postale "comunitativo" di BAGNONE fu decretato il 15 maggio 1815. Nel sopra citato articolo sono state inserite due lettere presentanti le prime bollature attuate a BAGNONE. Esse furono realizzate mediante un timbro di fabbricazione locale. Ne consegue che qualunque altra bollatura, antecedente il 15 maggio 1815 deve essere considerata apocrifa e quindi non degna di catalogazione.
In questi giorni sono venuto in possesso di una lettera d'ufficio, inviata a Bagnone dalla Cancelleria della Soprintendenza di Firenze. Si tratta di una missiva tipica del primo Periodo Lorenese, poiché al suo interno reca la data del 14 maggio 1776, mentre al suo recto ci presenta il bollo ebdomadario "a cuore" con il numero 20, caratteristico della settimana che correva dal 12 al 19 maggio dell'anno bisestile 1776.

Leggendone il testo, mi sono imbattuto in ben tre diverse definizioni della stessa moneta: SCUDI -PIASTRE - FIORINI. Infatti risulta che la Comunità di Groppoli deve acquistare una casa del Vicariato di Bagnone, ma purtroppo le mancano i soldi necessari. Allora la Soprintendenza di Firenze decide che:


"..in ordine del Bando Regio dei 26 Aprile, passato prossimo, devono erogarsi in detta Compera gli Scudi 200 che l'istesso Vicariato tiene impiegati in questa Cassa... "


In altre parole il Vicariato deve bonificare a Groppoli la suddetta somma, che dovrà essere ritirata a Firenze.
Ora viene la parte più interessante. All'interno della lettera i due Consiglieri di Bagnone, Pietro Jacopo Finali e Don Luigino Certosini registrano, in coda allo scritto del Cancelliere fiorentino Filippo Cioni, quanto segue:


"Adì 17 detto - Ricevuto adì detto. Si consegni ai Monsignori che passassero di qui "


E con data 20 maggio 1776 essi confermano che:


"Furon fatti pagare in mano del Signor Giuseppe Berni, Camerlengo del Vicariato di Bagnone piastre dugento fiorini per i dinari che deve impiegare detta Comunità di Groppoli... "


Pertanto, dopo avere ricevuto con questa lettera la disposizione fiorentina, il Camerlengo andò a ritirare in contanti i duecento "scudi-piastre-fìorini" e ne "accomodò in buona forma la scrittura", ossia rilasciò una regolare ricevuta.

Al verso della lettera rileviamo questa insolita scritta:


onde tre, e mezza - buon peso

E a questo punto mi rivolgo a coloro che si interessano di numismatica. Può esser che detto peso (attorno ai cento grammi) si riferisse alle monete consegnate? Quale potevano essere le pezzature dei 200 fiorini: 4 da 50 o due da 100, o quali altre ?
Sarebbe interessante ricevere un riscontro in merito. Così potremmo coinvolgere nell'analisi un collezionista di monete, ed attuare un valido incontro tra numismatica e storia postale. La cultura non conosce confini: spaziare in essa ci procura soddisfazione e ci arricchisce.

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