Uno sguardo al servizio pacchi |
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Servizio pacchi: i BOLLETTINI ETICHETTA |
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di Marino BIGNAMI | ||||||||||||||
Nella prime edizioni i bollettini etichetta (o targhetta) vennero stampati a Roma dal Poligrafico dello Stato Officina Carte Valori, nel medesimo tipo e con tre colori: bianco, arancione e verde, erano simili con variazioni nelle diciture della stampa legate alle modalità di invio e con le stesse avvertenze d’uso. Avevano due fori rinforzati con cartoncino e un tratto di spago annodato predisposto per il fissaggio al pacco.
In letteratura (sul Novellario (*)) sono visibili immagini di bollettini verdi con occhielli e rinforzo in cartoncino del Poligrafico ma anche con rinforzi metallici col nome di uno stampatore privato di Roma; probabilmente dopo poco tempo ci si accorse che il solo rinforzo col cartoncino all’atto pratico era insufficiente ad evitare gli strappi e la dirigenza si convinse a provare il rinforzo metallico soprattutto per i pacchi valore a rischio di rimborso. Evidentemente Roma non era attrezzata per il rinforzo metallico e ne predisposero la fabbricazione dello Stato altrove. La produzione dei bollettini bianchi e arancioni con rinforzo di cartoncino del primo tipo cessarono a Roma e vennero emessi dall’I.P.S. (C.V.) Stab. di Foggia, questi avevano un solo foro rinforzato con metallo e cartoncino con leggere varianti nelle scritte, mentre il modello verde continuarono a produrlo a Roma nell’Officina Carte Valori, senza la parte con occhiello per il fissaggio con la cordicella. Evidentemente veniva unito al pacco in modo diverso, che non sono riuscito a scoprire. Una particolarità di questi nuovi bollettini è stata anche l’inusuale mancanza di attribuzione di un numero di Modello presente su tutte le carte in uso nel servizio di Poste Italiane. Nel servizio pacchi dell’epoca i bollettini-etichetta sono gli unici ad essere anonimi, tutti i modelli in uso per i pacchi hanno avuto il loro numero compresi i modelli per duplicati dei bollettini-etichetta pacchi (con o senza fori) tutti stampati a Roma ed anche i bollettini pacchi di servizio con rinforzo metallico (diverso da quelli di Foggia), comprese tutte le varie etichette da applicare sui bollettini per la richiesta di servizi accessori e per le rispedizioni dei pacchi “inesitati”. Per lungo tempo gli stampati non ebbero cambiamenti, il costo dei bollettini rimase fisso a 10 lire, nel 1975 passò a 20 lire e dall’ 1-1-1976 a 30 lire con la novità che nei bollettini venne inserito lo spazio per il CAP. poi fino al 1981 l’incremento fu lo specchio dell’inflazione galoppante, difatti nel periodo di sei anni si passò da 20 a 200 lire e tale cifra massima rimase fino a quando cessarono i bollettini etichetta e subentrarono quelli a decalco dall’1-1-1983 . Durante il periodo d’uso le vecchie rimanenze dei bollettini a prezzo inferiore rispetto al nuovo costo si potevano integrare con francobolli doppi applicati sul fronte a sinistra e annullati col bollo a data. Lo spazio occupato dai francobolli doppi per pacchi che si sommava all’affrancatura consueta e ai foglietti di servizio applicati rubavano spazio alle scritte e rendevano malagevole la lettura. Probabilmente fu anche per questo motivo che si decise di eliminare i francobolli per pacchi (furono usati ad esaurimento) e si introdusse nel 1978 la possibilità di usarli insieme ai francobolli ordinari della corrispondenza, per poi essere sostituiti da questi ultimi. A tale scopo vennero modificati i bollettini soprattutto nella parte cedola da restituire al mittente. Nei nuovi bollettini l’affrancatura veniva applicata solamente nel corpo del bollettino e sulla parte ricevuta veniva impresso un timbro con la scritta TASSA PAGATA con l’importo dell’affrancatura e con il bollo a data dell’operatore postale. Anche le avvertenze sul “polizzino” modificato vennero cambiate e semplificate.
Questi nuovi bollettini erano realizzati con cartoncino dai colori differenti secondo il tipo di spedizione che si intendeva effettuare: il colore bianco per il pacco ordinario , il colore arancione per il pacco ordinario con assegno (vale a dire consegna contro pagamento di una somma), colore verde per il pacco valore con cifra dichiarata. Il "pacco valore dichiarato" corrispondeva all' assicurazione sulla cifra dichiarata sul bollettino e l'affrancatura da applicare era proporzionale al peso, ma anche al valore "dichiarato" per ottenerne il rimborso in caso di perdita.
Bisogna precisare a questo proposito che il servizio "Espresso" con etichetta rossa dei pacchi era simile al servizio della corrispondenza, cioè trasporto normale con la sola consegna accelerata, mentre il servizio "Urgente" (etichetta azzurra) nei pacchi postali aveva un tipo di trasporto speciale accelerato e consegna per espresso. Quindi il trasporto Urgente (applicabile a pacchi di peso massimo 5 Kg) aveva una tariffa più elevata: il doppio della tariffa ordinaria ed a questa si doveva aggiungere il diritto di recapito ESPRESSO. Mentre il servizio Espresso, come per la corrispondenza, aveva una tariffa specifica fissa da applicare al costo del trasporto ordinario per avere una consegna immediata a destino (con un limite di peso di 10 Kg.). Per il servizio Aereo (anch'esso con limiti di peso e segnalato da etichetta blu) era addebitata la tariffa del trasporto prescelto ed in aggiunta anche la tariffa del servizio aereo in base al peso applicato secondo scaglioni propri, inoltre era previsto anche l'obbligo del pagamento del servizio consegna Espresso. Oltre alle richieste di servizio speciale menzionate sul bollettino-etichetta vale a dire: Urgente, Espresso, Aereo e Fragile, ho trovato anche una spedizione di pacco "Encombrant" in lingua francese, forse in uso per pacchi esteri; il servizio “Ingombrante” era previsto per l’interno applicando il raddoppio del trasporto ordinario. Gli addetti postali controllavano che i bollettini-cartellini fossero completati in ogni parte, che il peso corrispondesse all'affrancatura applicata. Per la numerazione d’ufficio incollavano sul fronte del bollettino in uno spazio apposito a cavallo della linea di separazione delle due parti del bollettino, una striscia di carta di colore bianco o arancione secondo il tipo di spedizione (Mod. 253) su cui era prestampato in doppio un numero, la località e la qualifica dell’ufficio postale. Sul retro era manoscritto il numero del pacco riportato anche sul registro Mod. 260. Compilato in tutte le sue parti dal bollettino era staccata la parte destra, seguendo la traccia incisa, che era consegnata al mittente come ricevuta. Mostro schematizzate le parti interessanti dei tre bollettini-etichetta con le note per una esatta interpretazione dei documenti di spedizione e delle varie vicende postali.
*) - Franco Filanci, Luigi Ruggero Cataldi, IL NOVELLARIO, Servizi e Tariffe Postali 1861-2000, Vol. 6°, Cif/Unificato, 2020
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